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Testimonianze

Affrancatosi dalla malavita ora fa l’Operatore Socio Sanitario

di Angelo

oss-assistenza

Parla Pasquale, Oss campano di Secondigliano, che dopo una vita da tossicodipendente a 50 anni ha deciso di rimettersi in gioco. Ora lavora in una residenza per anziani in Emilia Romagna.

La vita spesso ci mette di fronte a delle scelte. Quando sbagliamo tuttavia ci offre la possibilità di cambiare il nostro destino. È il caso di Pasquale , Operatore Socio Sanitario oggi residente in Emilia Romagna e dipendente di una nota azienda che gestisce diverse residenze per anziani. Dopo anni di tossicodipendenza e di spaccio di sostanze stupefacenti si è rimesso in gioco. Si è iscritto ad un Corso da OSS e ha lasciato definitivamente la natia Secondigliano . La sua è una storia vera e oggi sogna a 50 anni di fare l’ Infermiere , ma non è facile.

Abbiamo incontrato Pasquale a casa sua a Santarcangelo di Romagna, dove convive da anni con una sua collega. Sogna un bambino e spera di dimenticare il suo passato, che ritorna stridente e pungente tutte le notti. Sogni da incubo che tuttavia lo hanno invogliato a reagire e a darsi un’altra opportunità.

A 48 anni, dopo essere uscito da un lungo periodo di ricovero in un centro per la cura dell’alcolismo e delle tossicodipendenze, si è iscritto ad un corso finanziato dalla regione per Operatori Socio Sanitari in una struttura pubblica, anche se gestito da una società privata.

Come succede spesso al Sud ha dovuto chiedere anche una raccomandazione per superare i test d’ingresso. Il numero era programmato e lo scoglio culturale da superare era per lui un grande handicap.

“Devo ringraziare la mia famiglia, gli amici e questa persona che ho incontrato per caso lungo il mio percorso di vita – ci spiega Pasquale – grazie a loro ora cerco di essere un uomo nuovo. L’Emilia Romagna mi ha accolto bene e la gente della Romagna è molto ospitale. Qui vieni valorizzato per quello che sei oggi e non per quello che eri in passato. In Campania sarei sicuramente tornato a fare il vecchio mestiere, lo spacciatore. Non c’è lavoro e in qualche modo bisogna campare”.

Come mai la scelta di cercare e trovare lavoro in Emilia Romagna?

Sono i casi della vita. Finito il corso da OSS mi sono iscritto ad una società interinale che cercava figure come la mia. Personale di età avanzata, anche senza esperienza, per l’assunzione in una Residenza per anziani in Emilia Romagna. Mi hanno chiamato subito per un colloquio conoscitivo. Dopo una settimana avevo già un contratto di lavoro tra le mani. Non credevo fosse possibile una cosa del genere, non mi è mai capitato nella mia vita precedente da tossico. È vero che non bisogna mai arrendersi. Ho fatto la valigia e sono partito. Da allora scendo
poco a casa. So che dovevo e devo staccare la spina con il passato, ma non trascuro i miei affetti.

Durante il corso hai potuto effettuare dei tirocini in strutture pubbliche del Sud. Hai notato delle differenze rispetto al tuo lavoro attuale al Nord?

Dal punto di vista formativo devo dire che in Campania mi hanno insegnato bene le cose. Non mi piace sputare nel piatto in cui mangio. Dal punto di vista lavorativo è tutto diverso. Qui si rispetta la persona umana, il paziente è sacro, soprattutto per le strutture private che hanno bisogno di garantire una qualità maggiore dell’assistenza. Noi Oss siamo continuamente seguiti dagli Infermieri e costantemente informati su tutto. Anche per quanto riguarda i corsi di aggiornamento non ci possiamo lamentare. I nostri capi ci tengono a ciascuna figura professionale e tecnica operante in struttura. Dal punto di vista lavorativo devo dire però che la crisi inizia a farsi sentire anche qui in Romagna. I presidi che usiamo per l’igiene della persona, per esempio, sono centellinati e devono farli bastare evitando lo spreco e giustificando il superfluo. Fanno bene. Finora in Italia si è troppo sperperato, è giunto il momento di cambiare le cose. Il clima tra colleghi è ottimo. Siamo quasi tutti del Sud. A volte non mancano gli screzi, ma poi tutto si risolve con una stretta di mano ed un sorriso. In fondo chi sta male non siamo noi, ci dobbiamo concentrare sui pazienti.

Nella tua Secondigliano ti accusano di ‘aver trovato l’America’ in Emilia Romagna. È vero?

Ma no, non è assolutamente vero. Qui percepisco 1300 euro netti al mese, pago 350 euro di affitto e sto pagando le rate dell’auto. Poi le bollette e le spese per la salute e per la vita quotidiana. Alla fine dello stipendio mi rimane poco o nulla. Tuttavia sono felice lo stesso e so che sono diventato un esempio da seguire, soprattutto per chi vuole lasciare definitivamente la strada per dedicarsi ad un mestiere che non uccide, ma che riabilita. Tanti ragazzi e uomini e donne della mia età mi chiedono una mano. Io posso fare poco, se non incitarli a cambiare rotta.

Nella tua carriera lavorativa ti sei mai occupato di lesioni cutanee e della loro gestione?

Si capita spesso, ma siamo abilitati a segnalare eventuali anomalie sulla cute agli infermieri. Al limite dopo l’igiene possiamo garantire il sollievo per le lesioni di primo stadio. Per esempio posizionando delle pomate al livello dei glutei. Non ci danno, ed è anche giusto così, piena autonomia. Però ci continua a formare su questi argomenti e ci invogliano a segnalare ogni minima compromissione della cute.

Parliamo di responsabilità sul lavoro. Hai mai pensato di munirti di una assicurazione complementare che coprisse tutti i pericoli legati all’assistenza di pazienti fragili come nel tuo caso?

A dire la verità non ci ho mai pensato, però mi ero ripromesso di informarmi. So che abbiamo una copertura assicurativa dell’azienda, ma non so se ci copre totalmente. Leggo molto ed ho paura che ci siano in giro pochi contenuti che parlano dell’argomento. Ma a scuola ci hanno insegnato che nel momento in cui iniziamo un’opera assistenziale ci rendiamo responsabili di fatto degli esiti. Comunque grazie per questa domanda, mi confronterò anche con i miei colleghi. La richiesta di danni per reati seppure involontari, civili e penali, sono una cosa seria e la questione va approfondita.

Hai un sogno nel cassetto?

Si, come tutti. In famiglia sono circondato da Infermieri ed ho sempre sognato di diventare un vostro collega. Purtroppo non ho le scuole adatte per poter accedere al Corso di Laurea in Infermieristica. Tuttavia mi sto organizzando e sto seguendo un corso di preparazione per prendere il diploma in materie tecniche. Dopo la maturità proverò la sorte. So che è difficile, ma ci devo tentare. Mi rimetto continuamente in gioco e voglio dimostrare prima a me stesso e poi a chi mi sta vicino, compreso i colleghi, che sono un uomo completamente diverso.

Non possiamo che augurarti un forte in bocca al lupo.

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