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Sironi (CNAI): "nessuno ha autorizzato AADI a parlare male della presidente Mangiacavalli e dell'Ipasvi"

di Redazione

CeciliaSironi

Il giallo si infittisce. La registrazione della trasmissione "Porta a Porta" con Bruno Vespa c'è stata veramente o è solo un modo per pubblicizzare l'associazione forense?

MILANO. Cecilia Sironi, della Consociazione Nazionale Associazioni Infermieristiche (CNAI) prende le distanze dal presidente dell'Associazione AADI, Avv. Di Fresco, rispetto ad una sua presunta partecipazione alla trasmissione "Porta a Porta" di Bruno Vespa su Raiuno. Nurse24.it ha accolto il punto di vista della Sironi in una intervista.

Ci può chiarire la posizione di CNAI nella vicenda “Di Fresco a Porta a porta”?

Grazie per questa intervista, è certamente necessario un chiarimento rispetto a quanto affermato dall’Avv. Di Fresco nella sua intervista del 22 aprile rilasciata ad un blog, che ho potuto leggere la scorsa notte di ritorno da una giornata di lavoro associativo a Roma.

Innanzitutto mi assumo ogni responsabilità del fatto che abbia dichiarato che parlava a nome di CNAI. Lo ringrazio per aver accolto l’invito a rappresentarci tramite una nostra stimata Collega a circa un’ora dalla registrazione della trasmissione. Avevo ricevuto mentre ero in treno una telefonata da un giornalista di Rai1 e mi sembrava potesse essere utile che qualche altro infermiere fosse presente alla trasmissione Porta a porta. Proprio perché l’argomento doveva essere ancora “i fatti di Piombino e il rilascio dell’infermiera”, alla quale va tutta la personale solidarietà, il suggerimento del collega e Avvocato Di Fresco mi era parso quanto mai adeguato.

Ma cosa ci dice di quanto raccontato da Di Fresco nell’intervista del 22 aprile?

Se mi ha colpito l’ignoranza (nel senso letterale di mancanza di conoscenza) del conduttore Vespa sul nostro gruppo professionale,  è anche emersa la necessità da parte di Di Fresco – ma è un atteggiamento e bisogno che spesso emerge fra noi infermieri – di ribadire e insistere sulle nostre qualifiche e sulla nostra preparazione.  Ciò significa che, di fatto, non ci sentiamo ancora  una professione “come altre” professioni. Del resto, basta parlare con i ragazzi che iniziano i nostri corsi. Insegno da 30 anni e ancora trovo chi mi dice che i genitori non erano “entusiasti” della loro scelta di studio e poi  lavorativa o mi dicono candidamente, dopo qualche mese di corso, che “Non avrei mai pensato che la professione di infermiere fosse così, … che servisse conoscere tante cose….che le scienze infermieristiche avessero questo spessore…”.

Però Di Fresco ha mostrato la sua preparazione e si è anche espresso, nell’intervista, sul ruolo che a suo parere Vespa si sarebbe aspettato da un infermiere “tipo”.

Il collega Di Fresco ha raccontato il suo vissuto “a caldo” e non posso che prendere atto della sua esperienza. L’esperienza è una vicenda personale, che tocca chi vive in prima persona un evento. L’esperienza non è stata evidentemente piacevole e il collega utilizza termini molto forti  e coloriti per descriverla. Certo il conduttore, i medici invitati, e il clima non sembra siano stati assolutamente “normali”. Non c’è come il pregiudizio, sotto una qualsiasi sua forma, che impedisce qualsiasi conoscenza vera. Mi pare non sia emersa alcuna volontà di capire, ascoltare e trarre giudizi fondati sulla professione dell’infermiere da parte dei presenti.

Ci tengo però a ribadire che tra questo, e aggiungere diversi commenti personali nonché giudizi pesanti e lesivi del lavoro di colleghi che occupano posizioni di rilievo per noi infermieri italiani, che ricoprono cariche istituzionali fino a giungere ad affermazioni offensive sulla performance della nostra Presidente nazionale… tra l’altro espresse dopo aver vissuto un’esperienza simile….Qui non si trattava di rappresentare una parte o un’altra della professione, ma LA PROFESSIONE.

Cosa intende? Cosa pensa di quanto detto sulla Federazione nazionale dei Collegi IPASVI?

Penso che, leggendo l’intervista su un blog, Di Fresco abbia approfittato dell’occasione per parlare innanzitutto della associazione da lui fondata (AADI) e delle sue opinioni personali in merito all’operato della Federazione nazionale dei Collegi, aggiungendo affermazioni che non trovano assolutamente accordo né con i miei mandati di Presidente nazionale né con la linea di CNAI. Non concordo neppure con l’immagine di professione e di formazione che emerge da quanto da lui dichiarato. Mi rammarico di aver involontariamente offerto un’occasione che, evidentemente, è stata immediatamente utilizzata per fini lesivi per l’immagine di tutta la professione. Colgo questa occasione per scusarmi innanzitutto con la Presidente Mangiacavalli e il Comitato Centrale della Federazione nazionale dei Collegi IPASVI e poi con i membri del Consiglio di Amministrazione e con tutti gli associati CNAI.

Alla fine, si aspetta che la trasmissione vada in onda?

Spero caldamente che il Collega non firmi la liberatoria perché, da quanto ha espresso nell’intervista, il risultato sarà in ogni caso manipolato e, mi pare, come gruppo professionale non emergeremmo in modo positivo. Come ha riportato, l’atmosfera che “permeava” lo studio era “assoluta mancanza di rispetto per le migliaia di infermieri che lavorano sacrificio dopo sacrificio per poco denaro al fine di salvare vite umane, lenire il dolore e curare le malattie”.

A mio parere, l’unica risposta a questo cosa può essere? Auspico che tutti gli infermieri italiani, ma davvero tutti!!!!! Perché siamo tanti!!! Che tutti approfittino del 12 maggio, anzi, di tutta la settimana, per parlare a chi incontrano del loro lavoro, per mandare messaggi di affetto, di competenza, di serenità, di dedizione, di professionalità, di Caring, di serietà, di impegno, di compassione, di positività, di umanità…. insomma esprimano tutto il meglio di sé a coloro che assistono ogni giorno. Di questo ha bisogno la popolazione italiana in questo momento. Di un gruppo di persone che mostrino quanto fanno e come lo fanno bene nonostante tutto e tutti. Questo è il miglior messaggio per far cambiare l’opinione a chi lavora con noi e a chi ci incontra e, speriamo, anche a chi modula e orienta l’opinione comune tramite i media.

Fra poco metteremo a disposizione il documento ICN predisposto per la Giornata internazionale dell’infermiere del 2016, contiene numerosi spunti per far sentire meglio la nostra voce e magari  migliorare il dialogo tra di noi, innanzi tutto all’interno della nostra professione.

Sulla veridicità dei contenuti della presunta registrazione della trasmissione di Vespa - ndr - ci sono seri dubbi. A noi sembra un modo infantile per pubblicizzare un'associazione forense che ultimamente non si è messa proprio dalla parte della professione.

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