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Patologia

Ipertrofia prostatica: sintomi, diagnosi e trattamento

di Ivan Loddo

La prostata è una ghiandola di natura fibro-muscolare facente parte dell’apparato genitale maschile e la cui funzione è quella di produrre il secreto prostatico, elemento costituente dello sperma e fondamentale per la vita e la motilità degli spermatozoi. La ghiandola prostatica in condizioni fisiologiche ha una forma tondeggiante e le dimensioni di una noce ed è posizionata di fronte al retto, inferiormente rispetto alla vescica. Fra le patologie che colpiscono quest’organo, molto sensibile all’azione ormonale, la più comune è senz’altro rappresentata dall’ipertrofia prostatica benigna.

Che cos’è l’ipertrofia prostatica benigna

A causa del restringimento dell'uretra, l’individuo affetto da ipertrofia prostatica avrà difficoltà ad urinare correttamente

L’ipertrofia prostatica benigna (o adenoma prostatico) è di fatto l’ingrossamento benigno della prostata, la quale può raggiungere dimensioni 2-3 volte superiori rispetto al normale. L’aumento del volume è associato ad un aumento del numero di cellule prostatiche epiteliali e stromali e alla formazione di noduli.

L’ipertrofia prostatica si manifesta prevalentemente negli individui di età superiore ai 50-60 anni. L’invecchiamento rappresenta un elemento chiave per lo sviluppo della patologia. L’aumento delle dimensioni della ghiandola determina il restringimento dell’uretra, manifestandosi con problematiche legate alla minzione.

L’individuo affetto da ipertrofia prostatica avrà quindi difficoltà ad urinare correttamente, fattore che andrà a generare una serie di disturbi secondari allo sforzo vescicale e al ristagno dell’urina quali ad esempio: infezioni, ernie vescicali, calcolosi.

Sintomi di ipertrofia prostatica

L’ipertrofia prostatica nel 5-10% dei casi colpisce gli uomini dopo i 40 anni e oltre l’80% di quelli di età superiore ai 70-80 anni, producendo sintomi solo nel 50% dei pazienti.

I sintomi di ipertrofia prostatica possono essere così riassunti:

  • Disuria: difficoltà, irregolarità, dolore durante la minzione
  • Pollachiuria: minzione frequente con ridotta quantità di urine prodotte
  • Nicturia: necessità di urinare frequentemente nel corso della notte
  • Poliuria: produzione di abbondanti quantità di urina
  • Stranguria: minzione dolorosa e intermittente (goccia a goccia), spesso accompagnata da dolore
  • Ritenzione urinaria: svuotamento incompleto della vescica
  • Anuria: mancata emissione di urina
  • Disfunzioni vescicali
  • Tenesmo vescicale
  • Tracce di sangue nell’eiaculato
  • Alterazioni dello sperma e/o del processo eiaculativo
  • Ematuria: globuli rossi nelle urine
  • Urine torbide

Diagnosi di ipertrofia prostatica

La diagnosi di ipertrofia prostatica è affidata al medico specialista in Urologia, il quale generalmente si avvale dell’ispezione rettale fra i primi approcci diagnostici: la ghiandola prostatica sarà percepita al tatto come ingrossata, liscia, simmetrica e non dolente.

Il processo di diagnosi può essere completato attraverso:

  • Valutazione dell’antigene prostatico specifico – PSA (su un campione di sangue)
  • Analisi delle urine
  • Ecografia urologica

ed eventualmente:

  • Uroflussometria
  • Biopsia
  • Indagini radiologiche

Trattamento dell’ipertrofia prostatica

La scelta del trattamento, di competenza medico-urologica, a seconda della gravità del problema riscontrato, può prevedere un approccio farmacologico iniziale e, qualora si rendesse necessario, l’intervento chirurgico.

L’obiettivo principale può essere quello di favorire la fuoriuscita di urina dalla vescica attraverso l’uretra, pertanto può essere indispensabile il posizionamento di un catetere vescicale.

I farmaci principalmente impiegati sono i bloccanti alfa-adrenergici capaci di rilassare la muscolatura associata a prostata e vescica per facilitare il flusso urinario. Altri, come finasteride e dutasteride, hanno l’obiettivo di bloccare l’azione degli ormoni maschili nei confronti della crescita prostatatica, determinando una riduzione del volume della prostata.

L’intervento chirurgico è utilizzato nei casi più complessi, ove la terapia farmacologica risulta insufficiente. La tecnica più impiegata è la resezione trans-uretrale della prostata (TURP).

Trattamenti chirurgici alternativi possono essere:

  • Termoterapia a microonde trans uretrale
  • Ablazione con ago trans-uretrale
  • Vaporizzazione a radiofrequenza
  • Ultrasuoni
  • Laserterapia
  • Elettro-vaporizzazione trans-uretrale
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