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Le urla dell'Infermiera: terremoto, scappate!

di Redazione

TerremotoAmatrice

Paola Mancini: una scossa lunghissima, sentivo i crolli intorno a me. Poi è arrivato il primo ferito, coperto di sangue: piangeva: “mia moglie è morta”».

«Scappate, scappate! Tutti fuori» E’ un’infermiera che urla la prima voce che la paziente Paola Mancini sente nel corridoio. Lei ancora non ha capito che cosa sta succedendo: «Eravamo in due nella stanza al Pronto Soccorso, ci alziamo e ci mettiamo a correre come possiamo. In un attimo siamo fuori, el corridoio ci raggiunge un medico che ci tranquillizza come può».

Mancini, 79 anni, è una dei pazienti che erano nella notte in una delle camere dell’Ospedale Grifoni di Amatrice quando alle 3.36 il suo letto ha cominciato a spostarsi e tremare. Era entrata all’ospedale martedì per accertamenti. Stamattina si è trovata per strada, insieme agli altri 14 malati ricoverati nella piccola struttura di Amatrice. «E’ stata una scossa lunghissima, terribile. Abbiamo avuto paura, eravamo paralizzati dal terrore. Sentivo crolli tutto intorno a me». E si aggrava il bilancio dei morti nel terremoto. Secondo il sindaco di Accumoli «ci saranno almeno sei vittime. Ci sono anche due bambini piccoli».

«Alcuni di noi feriti alla testa»


La sensazione è stata apocalittica, solo quando la scossa è finita la signora Mancini ha capito che l’ospedale era comunque rimasto in piedi e che i crolli erano calcinacci e controsoffitti, che comunque hanno colpito e ferito lievemente alcune delle persone che erano nell’ospedale: «Ci sono stati momenti di panico ma gli infermieri sono stati molto professionali e ci hanno fatto scendere e allineare per strada nel piazzale».

Il primo ferito, poi una bambina


E’ stato lì, dopo che è cominciata l’attesa dei parenti e degli aiuti che Paola Mancini si è resa conto del tutto del dramma di Amatrice: «E’ arrivata la prima ambulanza, sulla barella un uomo ferito e sotto choc, coperto di sangue. Non l’ho riconosciuto anche se ho abitato qui. Piangeva e ripeteva: mia moglie è morta, mia moglie è morta perché la nostra casa è caduta». Mentre i medici contattavano l’ospedale di Rieti per ricoverare i pazienti più gravi e dimettevano gli altri «è cominciato il va e vieni delle ambulanze: è arrivata una bambina, ci siamo resi conto che non era grave ed è stata curata e accudita. Intanto abbiamo visto i mezzi della protezione civile».

Il sindaco di Accumoli: «Tanti morti, spero di essere smentito»


Il sindaco di Accumuli Stefano Petrucci, è stato tra i primi a fare una cronaca della tragedia e a raccontare il disastro nella sua cittadina. Il paese del reatino è insieme ad Amatrice è uno dei più colpiti del Lazio. «La situazione è drammatica - afferma ancora - Molte persone sotto certamente sotto le macerie, non riusciamo a quantificarle». E prosegue col bilancio che è chiaramente approssimativo: «Ci saranno almeno sei vittime. Ci sono anche due bambini piccoli. Una persona - conteggia il sindaco - è stata estratta morta dalle macerie questa notte. Poi c’è una famiglia di quattro persone sotto una casa crollata, e qui purtroppo ci sono due bambini piccoli. Inoltre c’è un altro disperso. Mi auguro di essere smentito dai fatti».