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Curriculum Vitæ, la prima impressione è quella che conta

di Fabrizio Patera

È una parola latina che deriva da correre e significa corso della vita. Di fatto è un biglietto da visita e, a patto che sia fatto bene, la funzione è proprio quella di presentare al meglio il singolo soggetto a sostenere la candidatura in modo efficace e convincente.

GENOVA. Ognuno di noi all'inizio della propria carriera professionale si è trovato a fare i conti con la stesura del tanto famigerato Curriculum formativo e professionale. Ecco questa dicitura è onnipresente in ogni bando pubblico e privato che si rispetti.

È una parola latina che deriva da correre e significa corso della vita. Di fatto è un biglietto da visita e a patto che sia fatto bene la funzione è proprio quella di presentare al meglio il singolo soggetto a sostenere la candidatura in modo efficace e convincente. Quindi dovrà essere il più professionale possibile e rispondere ai fini comunicativi per il quale viene redatto.
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Adattare il Curriculum Vitæ alla specifica domanda – Significa che bisogna considerare il destinatario durante la stesura (azienda ospedaliera, clinica privata, struttura protetta e profilo lavorativo). Verificare e aggiornare costantemente i dati e le informazioni e, partendo da una base uguale, incanalare le informazioni a seconda del posto a cui ambite.

Essere sintetici e chiari - È consigliabile non superare le due, tre pagine soprattutto se siete neolaureati, ricordate che il tempo di lettura è minimo, dilungarsi significherebbe perdere le informazioni essenziali. Capacità e competenze devono essere indicate in modo chiaro e logico, evitate spiegazioni ovvie.

Concentrarsi sugli aspetti cardine – Evidenziate gli aspetti principali della vostra formazione, se la vostra esperienza professionale è limitata evitate di gonfiare il curriculum vitæ, se invece fosse il contrario focalizzate le esperienze più significative per la candidatura omettendo quelle che non sono richieste per la posizione da occupare.
Evitate gli errori di grammatica e di sintassi – Usare un italiano corretto è basilare; gli errori ortogrammaticali possono risultare penalizzanti. Le frasi devono essere lineari e semplici così facendo il curriculum risulterà più leggibile e non richiederà particolari sforzi da parte di chi legge. Preferite modi e tempi verbali semplici (tipo l'indicativo). Escludete sigle o varie abbreviazioni.

Attenti allo stile – Non inserire MAI giudizi, commenti o espressioni personali sopratutto sulle vostre esperienze professionali precedenti. Evitate espressioni da "adulatori". Infine eliminare a priori le metafore.

Non barare – Non inventate MAI titoli di studio, esperienze lavorative o chissà quale capacità geniale, neppure sugli hobby per il solo fatto che non sapete cosa scrivere. Ricordate che nei concorsi pubblici e non solo, tutto ciò ha valore legale con relative conseguenze.

L'occhio vuole la sua parte – È buona norma utilizzare un carattere chiaro e semplice evitando l'arzigogolato o robe del genere. Il " Times New Roman 10-12" in molti casi risulta un'arma vincente. Si può vivacizzare il testo con neretto, sottolineature, corsivi o elenchi. Privilegiate sempre soluzioni grafiche sobrie (è più professionale);

E ricordate che chi esamina il Curriculum NON HA SEMPRE UNA FORMAZIONE PROFESSIONALE DI TIPO SANITARIO.

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