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Alterazioni dell’olfatto, disosmie e relazione con Covid-19

di Francesca Gianfrancesco

Non sento più gli odori è uno dei disturbi maggiormente riferiti dai pazienti positivi al Sars-Cov-2 con sintomatologia lieve-moderata. Le disosmie infatti sono state inserite di recente dall’Istituto Superiore di Sanità e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) nella lista dei sintomi del Covid-19, come voce “perdita dell’olfatto e del gusto”.

Sintomi Covid-19: perdita di olfatto e gusto

L’olfatto è la capacità di percepire gli odori. Trae origine interamente dalla funzione neuronale che parte dai siti recettoriali presenti nel naso (parte alta del setto nasale, turbinato superiore e volta della cavità nasale), attraversa tutta la via olfattoria per arrivare nell’area olfattoria primaria della corteccia pre-ippocampica.

Cause dei disturbi dell’olfatto

I disturbi dell’olfatto possono dipendere da un'alterata trasmissione, da una turba percettiva (neurale) o anche da un difetto di conduzione. Le alterazioni di tipo quantitativo come l’iperosmia possono dipendere da modificazioni ormonali della tiroide o di quelle che si hanno in gravidanza oppure in menopausa. Può trovare origine anche da malattie del sistema nervoso centrale o da disturbi della sfera neuro-psichica.

Iposmia e anosmia invece possono avere origine da:

  • Cause traumatiche (come traumi cranici, frattura dell’etmoide, traumi facciali) che in diverso modo danneggiano le terminazioni nervose delle cellule olfattorie
  • Cause infettive (ad esempio riniti, sinusiti, infezioni virali, ecc.)
  • Cause meccaniche che impediscono all’aria inspirata di arrivare al sito olfattivo e stimolarlo (ad esempio polipi, tumori nasali o rinofaringei, deviazioni del setto, ipertrofia dei turbinati, ecc.)
  • Processi patologici a carico del sistema nervoso centrale (neoplasie, malattie degenerative, polinevriti, sclerosi multipla)
  • Inalazione di sostanze irritanti (gas tossici, caustici, cocaina, ecc.)
  • Atrofia della mucosa olfattiva

Le alterazioni qualitative, invece, possono presentarsi:

  • Durante episodi influenzali o sinusiti acute o croniche
  • In corso di affezioni bronchiali, gastriche o epatiche
  • Nelle tonsilliti caseose
  • In presenza di corpi estranei endonasali
  • In caso di patologie a carico del sistema nervoso centrale

La disosmia dunque non è una patologia, ma un sintomo che va valutato in un più ampio contesto, poiché manifestazione di un quadro clinico più complesso.

Alterazioni olfattive e Covid-19

Di recente l’Istituto Superiore di Sanità e i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani hanno aggiunto nella lista dei sintomi del Covid-19 la voce “perdita dell’olfatto e del gusto”.

Le disosmie infatti sembrano essere uno dei sintomi più ricorrenti e costanti dell’infezione da Sars-Cov-2.

Nella ricerca italiana condotta da un team di ricercatori dell’Università di Padova e Trieste, dell’AULSS2 di Treviso, del Centro di riferimento oncologico di Aviano e del King’s College di Londra, i pazienti presi in carico sono stati 202, positivi all’infezione da Sars-Cov-2 con moderati sintomi.

Le alterazioni di olfatto e gusto si sono presentate in 113 pazienti. I sintomi sono transitori. Infatti, lo studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association riporta come entro un mese circa il 50% dei pazienti recupera completamente la corretta sensibilità, mentre il 40% ha riferito miglioramenti. Circa un 10% riferisce invece condizioni invariate o peggiorate.

Non sento gli odori è uno dei disturbi maggiormente riferiti anche dai pazienti inseriti in uno studio condotto presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI). Su 200 pazienti positivi per Covid-19, circa il 42% ha mostrato riduzione o perdita dell'olfatto e il 55% del gusto. Solo il 7-8% dei pazienti presentava ostruzioni delle vie nasali.

I sintomi sembrano insorgere nella fase intermedia della malattia. Viene rilevata precedentemente una forte secchezza delle mucose nasali. In generale si presenta nelle forme di gravità lieve-moderata di malattia, non in quelle più gravi.

I sintomi sono più frequenti nelle donne che negli uomini. In prevalenza giovani. Tutto ciò suggerisce che in presenza di disosmie e ageusia anche senza ostruzione nasale si possa pensare ad una possibile infezione da Sars-CoV-2.

La perdita della capacità di percepire gli odori in modo corretto non è insolita nelle forme virali. È caratteristica infatti anche del rhinovirus da raffreddore e di alcuni virus parainfluenzali e influenzali come conseguenza di una reazione infiammatoria della mucosa nasale.

Come già accennato, infatti, i disturbi dell’olfatto possono dipendere da un’alterata trasmissione, da una turba percettiva (neurale) o anche da un difetto di conduzione. La forma trasmissiva è collegata all’edema della mucosa nasale infiammata.

Quando la mucosa si decongestiona, il sintomo sparisce. La forma neurale a carico dell’epitelio olfattivo, è più complessa: il virus penetra nella cellula attraverso i recettori ACE2 e la distrugge, con sequele olfattive importanti. La prima forma, trasmissiva, sembra verificarsi in una bassa percentuale di pazienti Covid con un recupero veloce della sintomatologia. La forma neurale invece porta ad un recupero più lento (mai oltre le 4-5 settimane) e a volte un danno permanente.

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