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infezione da Sars-CoV-2

Con anticorpi monoclonali meno 70% ricoveri e decessi

di Giacomo Sebastiano Canova

In queste ore sono stati pubblicati gli ottimi risultati raggiunti dagli anticorpi monoclonali contro Covid-19 prodotti dall’azienda italiana Lilly. La somministrazione di queste molecole potrebbe rappresentare la prima frontiera terapeutica contro il virus e apre a scenari molto incoraggianti per ridurre il suo impatto nei pazienti.

Anticorpi monoclonali Eli Lilly riducono mortalità e ricoveri del 70%

Lo studio di fase 3 BLAZE-1 sugli anticorpi monoclonali anti-SARS-CoV-2 ha raggiunto l'endpoint primario

Gli anticorpi monoclonali sono proteine prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere alcuni specifici antigeni nocivi. Nel caso delle molecole prodotte contro il SARS-CoV-2, attualmente due di queste sembrano fornire dati molto incoraggianti inerenti la loro efficacia: Bamlanivimab e Etesevimab.

Bamlanivimab è un farmaco attualmente autorizzato per l’uso di emergenza negli Stati Uniti e in altri paesi nel trattamento di Covid-19 da lieve a moderata in pazienti ad alto rischio. Il farmaco, noto anche come LY-CoV555, è un anticorpo monoclonale umano IgG1 ricombinante e neutralizzante diretto contro la proteina spike del virus SARS-CoV-2.

Etesevimab (JS016 o LY-CoV016), invece, è un anticorpo monoclonale ricombinante e neutralizzante completamente umano che si lega specificamente e con alta affinità al dominio di legame del recettore della proteina spike di superficie del virus SARS-CoV-2 e che può bloccare il legame del virus alla superficie della cellula ospite attraverso il recettore ACE-2.

Per valutare l’efficacia di questi due farmaci è stato condotto uno studio, denominato BLAZE-1, giunto alla pubblicazione in queste ore degli ottimi risultati della Fase 3. In particolare, il trattamento simultaneo di Bamlanivimab (LY-CoV555) 2800 mg e di Etesevimab (LY-CoV016) 2800 mg ha ridotto significativamente i ricoveri e i decessi correlati al Covid-19 nei pazienti ad alto rischio con diagnosi recente di Covid-19.

In 1.035 pazienti ci sono stati 11 con outcome negativi nei pazienti che assumono la terapia e 36 nei pazienti ai quali era stato somministrato placebo, con una conseguente riduzione del rischio del 70% (p = 0,0004). In totale si sono verificati 10 decessi, tutti verificatisi in pazienti nel gruppo placebo.

Bamlanivimab ed Etesevimab, quando somministrati assieme, hanno anche dimostrato miglioramenti statisticamente significativi su tutti i principali endpoint secondari dello studio, fornendo una forte evidenza che la terapia è stata in grado di ridurre considerevolmente la carica virale e di accelerare la risoluzione dei sintomi.

Questi risultati entusiasmanti, che replicano i dati positivi giunti dalla Fase 2 in una serie molto più ampia di pazienti, aggiungono preziose prove cliniche sul ruolo che gli anticorpi neutralizzanti possono svolgere nella lotta a questa pandemia.

Inoltre, a questi dati va aggiunto il fatto che il profilo di sicurezza di Bamlanivimab ed Etesevimab era coerente con le osservazioni di altri studi di Fase 1, Fase 2 e Fase 3 che valutavano questi anticorpi e gli eventi avversi gravi sono stati riportati con una frequenza simile nei gruppi Bamlanivimab ed Etesevimab e nel gruppo placebo.

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