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COVID-19

Vaccino mRNA in ex-Covid, risposta anticorpale dopo una dose

di Giacomo Sebastiano Canova

Attualmente sono due i vaccini contro il SARS-CoV-2 che utilizzano la tecnologia a RNA messaggero che sono stati approvati per l’uso di emergenza dalla Food and Drug Administration: mRNA-1273 prodotto da Moderna e BNT162b2 di Pfizer. Gli studi di fase 3 hanno mostrato un’efficacia superiore al 90% nel prevenire l’infezione sintomatica dopo due dosi somministrate a 3-4 settimane di distanza, ma hanno coinvolto principalmente partecipanti senza precedente infezione da SARS-CoV-2. Per questo motivo va definita la risposta immunitaria alla vaccinazione in persone con precedente infezione da SARS-CoV-2, soprattutto se si considera come, solo negli Stati Uniti, sono stati documentati più di 26 milioni di casi di Covid-19, con un’evidenza recente di alti tassi di sieropositività.

Risposte anticorpali dopo singola dose di vaccino a mRNA negli ex-Covid

Al fine di indagare questo importante aspetto, alcuni ricercatori hanno determinato i livelli anticorpali al basale e 3 settimane dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer in 36 operatori sanitari che erano stati contagiati dal SARS-CoV-2 da 30 a 60 giorni prima e in 152 operatori sanitari senza una storia di infezione.

Utilizzando un particolare test che misura i livelli di IgG contro le subunità S1 e S2 della proteina spike del SARS-CoV-2, i ricercatori hanno scoperto che dopo la prima dose di vaccino i titoli anticorpali in entrambi i gruppi di partecipanti erano aumentati contro tutte le subunità proteiche spike ma non contro la proteina nucleocapsidica, la quale non rappresenta un antigene vaccinale.

Al basale, 6 dei partecipanti senza storia di infezione da SARS-CoV-2 avevano livelli di anticorpi corrispondenti a quelli dei partecipanti con infezione recente, motivo per il quale potrebbero aver avuto un’infezione non diagnosticata. Per questo motivo sono stati separati in un gruppo diverso ("non diagnosticato") per l’analisi e i loro risultati al test sierologico alla terza settimana somigliavano a quelli dei partecipanti che avevano avuto un’infezione recente.

Dopo la prima dose di vaccino, i partecipanti infettati di recente avevano titoli più elevati di anticorpi contro S1, S2 e il dominio di legame del recettore rispetto a quelli senza storia di infezione.

Come previsto, gli anticorpi bloccanti non erano rilevabili al basale nel gruppo senza storia di infezione da SARS-CoV-2 ed erano rilevabili a vari livelli nel gruppo con infezione recente e nel gruppo con infezione non diagnosticata. Dopo l’immunizzazione primaria i livelli di anticorpi bloccanti erano più alti tra i partecipanti sieropositivi rispetto ai partecipanti sieronegativi.

Inoltre, a distanza di tre settimane dopo una singola vaccinazione, le persone con recente infezione da SARS-CoV-2 o stato sieropositivo avevano livelli più elevati di anticorpi contro quattro antigeni SARS-CoV-2 e livelli più elevati di anticorpi con caratteristiche neutralizzanti rispetto a quelli senza una storia di infezione.

Nonostante ciò, va tenuto in considerazione il fatto che la durata delle risposte anticorpali e altre potenziali misure di immunità protettiva richiedono ulteriori indagini e che senza un correlato immunitario di protezione per i vaccini SARS-CoV-2 l’immunità protettiva dopo la vaccinazione non può essere misurata con precisione. Per questi motivi non possono attualmente essere raccomandate con sicurezza variazioni nei programmi di immunizzazione.

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