Oggi ha 53 anni, lavora all’ospedale della sua città, Macerata, ed è in Fnopi come componente della Commissione d’albo infermieri e presidente dell’Ordine di Macerata. Venti anni fa era a bordo dell’Amerigo Vespucci, come parte dell’equipaggio. Il 2 giugno scorso è tornato sullo storico veliero, a Civitavecchia, in occasione della conclusione del suo tour mondiale 2025, e ha ricordato quella che per lui resta una tappa fondamentale
nella sua vita e professione.
Far parte della Vespucci è un privilegio enorme

Amerigo Vespucci, la "nave più bella del mondo"
Il giro del mondo, i 40 giorni senza poter sentire i propri cari, l’essere pronto a fronteggiare qualsiasi emergenza perché se si è in mezzo all’Oceano Pacifico possono volerci 10 ore prima che qualcuno possa raggiungerti
: sono passati 20 anni da quando Sandro Di Tuccio è ‘sceso’ dall’Amerigo Vespucci, ma certi ricordi sono indelebili.
Quando lo storico veliero torna in Italia lui cerca sempre di andare a vederla e, quando non è possibile, sono in contatto con i colleghi a bordo, ne seguo il percorso sui social
.
La carriera di chi porta “due divise”
Il 2 giugno la nave più bella del mondo è arrivata al porto di Civitavecchia, a conclusione dell’ultimo ‘giro del mondo’ e Di Tuccio era lì per raccontare l’orgoglio di portare due divise
, quella della Marina Militare e quella di infermiere. Fnopi ha raccolto la sua preziosa testimonianza.
La carriera di Di Tuccio è iniziata nel 1991 quando, finito il liceo, si è arruolato e ha frequentato la scuola infermieri della Marina. Una settimana dopo il diploma, nel 1994, si è imbarcato sulla sua prima nave, l’Audace, a La Spezia.
Negli anni successivi ho fatto diverse esperienze di navigazione, toccando tra le altre città come Ancona e Taranto
. Poi è arrivata l’occasione della vita: Nel 2001 sono salito a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, dove sono stato chiamato a far parte dell’equipe sanitaria, composta da quattro infermieri e tre medici di cui un chirurgo e un anestesista
.
E sulla Vespucci ha fatto il giro del mondo: È durato un anno, a bordo c’erano circa 450 persone
, spiega l’infermiere militare. Io mi occupavo sia della parte infermieristica sia della parte della patologia clinica, perché ognuno di noi aveva una doppia specializzazione
.
La “dote professionale” della Vespucci
Nell’esperienza sull’Amerigo Vespucci, la nave più bella del mondo
, non sono mancati i momenti difficili, ma far parte del suo equipaggio rappresenta un privilegio enorme e ti rende fiero ogni giorno di quello che fai
, sottolinea Di Tuccio.
Qui sono nate amicizie fraterne e legami indissolubili e ho vissuto esperienze che oggi caratterizzano il mio approccio alla professione. Mi porto dietro un senso del dovere profondo e la capacità di trovare sempre una soluzione, anche quando sei solo
.
In definitiva, ho sviluppato una grande capacità di adattamento e di gestione del problema molto più proattiva con una formazione che
conclude mi ha permesso di affrontare i problemi quotidiani in maniera onesta e serena
.
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