Nurse24.it
scopri il programma della pediatric masterclass

Infermieri all'estero

Francia, continua lo stato di agitazione di infermieri ed oss

di Giordano Cotichelli

Dopo il caso dell’Ospedale psichiatrico di Rouvray, continua la lotta di infermieri ed oss francesi contro ritmi di lavoro infernali, carenza di personale e di risorse. Una notizia che, seguendo una lunga linea rossa di malcontento presente sui social e sui media in rete, mostra una situazione d’allarme sanitario presente nel paese d’oltralpe, specchio di una sofferenza diffusa del welfare sanitario che, oltre l’Italia, investe buona parte dei paesi europei.

Continua la lotta di infermieri ed oss francesi contro i tagli in sanità

manifestazione francia

Manifestazione del personale dell'ospedale psichiatrico Pierre Janet di Le Havre (foto Franceinfo)

Circa un paio di settimane fa era stata riportata la notizia dello sciopero della fame del personale sanitario presso l’Ospedale Psichiatrico di Rouvray, in Normandia.

Alla fine, dopo due mesi intensi, la lotta degli infermieri e degli Oss (aide soignant) ha portato ad ottenere dalla Direzione Sanitaria 30 nuove assunzioni (contro le 52 chieste inizialmente), fra infermieri ed Operatori socio sanitari e la creazione di due distinte unità (adolescenti e detenuti) di assistenza psichiatrica.

Una lotta che ha avuto anche il sostegno dei ferrovieri locali che, a livello nazionale come categoria, sono da mesi in stato di agitazione contro le scelte del Governo di Macron. E, dopo Rouvray, la mobilitazione degli infermieri francesi si allarga ad un altro ospedale psichiatrico, il “Pierre Janet” di Le Havre, a partire da questo fine settimana.

Le questioni sono anche qui legate alla carenza di personale, all’aumento dei carichi di lavoro, all’esistenza di una situazione di malessere generale che si protrae da più di tre anni.

Una notizia che, seguendo una lunga linea rossa di malcontento presente sui social e sui media in rete, mostra una situazione d’allarme sanitario presente nel paese d’oltralpe, specchio di una sofferenza diffusa del welfare sanitario che, oltre l’Italia, investe buona parte dei paesi europei.

Tre minuti e 40 secondi a persona: se questo è tempo di cura

Significativa in merito un’ulteriore testimonianza di una Oss della Regione del Giura francese la quale, in un breve video, grida tutto il suo scoramento per non riuscire ad avere tempi e risorse utili per assistere i pazienti.

Abbiamo 42 pazienti da mettere al letto entro un’ora che significa 3 minuti e 41 secondi per paziente. Ecco qua! È un ritmo serrato.

Anne Sophie Pelletier è Oss in una casa per anziani nella Regione del Giura che denuncia i ritmi infernali del suo lavoro.

Ho 3 minuti e 41 secondi per fare tutto ciò. [Significa]… che vi getto sul letto, non ho altra scelta

Immaginatevi tra venti, trent’anni con una patologia, una pluri-patologia, ed avete bisogno di qualcuno che vi aiuti a spogliarvi, a mettervi il pigiama, cambiarvi. Ho 3 minuti e 41 secondi per fare tutto ciò. [Significa]… che vi getto sul letto, non ho altra scelta. E qual è il fine di tutto questo? È semplicemente… dei residenti, che pagano abbastanza caro, e che non hanno un’assistenza di qualità? E che sono probabilmente alla loro ultima dimora, perché poi c’è la morte. Non bisogna ingannarli. E cosa gli offriamo come fine vita a queste persone? Persone che hanno lottato, che avevano una casa, dei beni, e che hanno venduto tutto perché non avevano più la necessaria autonomia per restare da soli a casa loro? Che cosa gli offriamo? Non è possibile. Non è morale.

Pochi secondi di video in cui Anne Sophie riesce a stento a trattenere le lacrime di una disperazione che rimane appesa alle parole semplici, ma inappellabili di una narrazione che parla di assistenza e cura subordinate ai ritmi, ai tempi, al risparmio e alle economie … di scala, dove l’uomo, la relazione e la professione si perdono nella follia della ricerca del profitto fatta a tavolino e sui libri contabili, dimenticando persone, vissuti e saperi.

Una storia molto, forse troppo, vicina a noi, che non parla già di un futuro prossimo, ma di un passato – tremendo – che è già presente.

NurseReporter
Scopri i master in convenzione

Commento (0)