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Sciopero Infermieri

Lo sciopero si fa. Se non ora, quando?

di Monica Vaccaretti

Lo sciopero nazionale degli infermieri, promosso dal sindacato di categoria Nursind ed organizzato per il 28 gennaio, si fa. La motivazione della protesta sta in tante ragioni. Sacrosante. Legittime. Il fine ultimo è sempre quello per cui si lotta da anni, anche prima dell'emergenza sanitaria. Il riconoscimento, economico e sociale, della professione. Quello che cambia stavolta è che la misura è davvero colma e che gli infermieri sono molto più che stanchi. Sono esasperati a tal punto, in certi casi, da lasciare la professione. Si sono ammalati. Di lavoro. Oltre che di Covid. Sono infatti la categoria di lavoratori più esposta al rischio di contagio, di stress, di burnout. Gli infermieri hanno fatto ampiamente la loro parte nella gestione della pandemia, molti stanno ancora dando tanto: grande professionalità, il proprio tempo, la propria salute. Sono due anni che si occupano di Covid, dal virus made in China passando per tutte le sue varianti. Hanno passato tre ondate, stanno lottando nella quarta. Non sanno nemmeno se, quando e come finisce la pandemia. E tocca a loro, esserci e fare. Cos'altro si vuole da un infermiere?

Nursind: scioperiamo perché è doveroso

Il 28 gennaio lo sciopero nazionale organizzato da Nursind si farà

Del prossimo sciopero ha parlato in diretta il segretario provinciale di Nursind Vicenza, l'infermiere Andrea Gregori, ospite della trasmissione Ring su Antenna 3. Scioperiamo perché è opportuno rivedere le regole per il nostro lavoro. È doveroso perché in questi due anni noi infermieri ci siamo sempre stati e abbiamo presenziato in maniera costante negli ospedali. Voglio ricordare che, se non avessimo seguito le regole del buon senso, probabilmente non ci sarebbe stata assistenza ai cittadini. Ricordo che nel 2020 noi infermieri eravamo senza dispositivi di sicurezza, completamente impreparati per il piano pandemico e, malgrado tutto, è stato il buon senso della categoria - di tutti i sanitari e non solo degli infermieri - a fare la differenza e a mettere in sicurezza un'intera popolazione.

A nome di tutti gli infermieri, Andrea Gregori sottolinea che a due anni di distanza, il Nursind chiede sostanzialmente che gli infermieri vengano valutati per quello che sono. Persone che hanno dato tutto quello che potevano dare. Che da tempo hanno chiesto dei segnali alla politica. E la politica si è rivelata molto miope sotto questo punto di vista, stanziando anche delle risorse che poi non ha voluto elargire in sede di manovra di bilancio. Diciamo quindi che la pazienza degli infermieri è finita dopo due anni in cui i sacrifici sono stati tantissimi. Ricordo che abbiamo lasciato sul campo 150.000 infetti e oltre 80 morti, pertanto la misura è certamente colma.

Oltre ad attribuire un valore sociale inestimabile agli infermieri, le rivendicazioni sindacali puntano su un adeguato trattamento economico, decoroso. Lo Stato sta rinnovando dei contratti facendo copia incolla di vari contratti precedenti o di contratti di altre categorie. Questo a noi non sta più bene perché è una professione che sta morendo, non è più appetibile ai giovani perché i rischi si sono visti tutti e sono drammaticamente concreti in questo momento. E chi c'è, ed è rimasto sinora, purtroppo sta lasciando. I dati INPS del 2021 evidenziano che ben 2000 operatori del Servizio Sanitario Nazionale si sono licenziati, ossia se ne sono andati volontariamente, e tra questi dimissionari 1500 sono infermieri.

La precedente legge di bilanciocontinua Gregori - aveva concesso un incentivo economico da attribuire ad una unità specifica infermieristica, quella dell'aria critica e di pronto soccorso. La stessa indennità è stata data ai dirigenti medici. La differenza è che i medici la stanno ricevendo dall'inizio del 2021, noi la stiamo ancora aspettando. Si tratta di risorse stanziate dal bilancio dello stato ma che non sono ancora state erogate.

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