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aggressioni in ospedale

Napoli, infermiere preso a schiaffi al Pronto soccorso

di Redazione Roma

All’ospedale San Paolo un professionista sanitario è stato schiaffeggiato da un paziente perché state sempre senza fare niente, pensate solo a pubblicare video su TikTok. Gente del genere è rimasta all’età della pietra, denuncia Manuel Ruggiero, presidente di Nessuno Tocchi Ippocrate. Aggressioni ai sanitari anche in Sardegna e Toscana. Opi Grosseto: È auspicabile solo la tolleranza zero.

Firenze, Napoli, Grosseto, Alghero: continuano le aggressioni ai sanitari

Infermiere del Pronto Soccorso del San Paolo di Napoli preso a schiaffi con l'accusa di non fare nulla se non pubblicare video su TikTok.

State qui senza fare nulla, pensate solo a pubblicare video su TikTok. E giù uno schiaffo in pieno volto all’infermiere. Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza contro il personale sanitario ed è andato in scena nel Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Napoli.

L’ambulanza della postazione del 118 in via Chiatamone aveva trasportato un paziente quando, nel medesimo Pronto soccorso, sono giunte delle persone che erano rimaste coinvolte in un incidente stradale in zona. Il professionista sanitario, in procinto di risalire sul mezzo, è stato bloccato all’ingresso. Cerca di sbrigarti, cosa fai fermo lì? Prendi la barella, gli avrebbero urlato.

Nel momento in cui l’infermiere avrebbe tentato di spiegare che non lavorava al “San Paolo” e che doveva tornare sul mezzo di soccorso, la situazione sarebbe precipitata. L’uomo è riuscito a divincolarsi, risalire sull’ambulanza ed uscire a tutta velocità dall’ospedale prima di subire conseguenze ancora peggiori. Sull’accaduto è intervenuto Manuel Ruggiero, presidente di Nessuno tocchi Ippocrate e medico del 118: Gente così è rimasta all’età della pietra, quando il solo modo per comunicare era una clava. Torniamo a chiedere sicurezza nei Pronto soccorso e condizioni che ci consentano di svolgere con tranquillità questo delicato lavoro.

Parole, le sue, vicine a quelle espresse poche ore fa dal presidente di Opi Grosseto, Nicola Draoli, su quanto avvenuto all’ospedale Misericordia: qui un’infermiera è stata colpita con un pungo al volto da un uomo, arrivato al Pronto soccorso dopo essere stato trovato a vagare in città in stato di agitazione. Fatti inaccettabili e intollerabili – li etichetta Draoli –, auspichiamo che il livello di intervento sia di tolleranza zero.

E ancora, al Pronto soccorso di Alghero (Sassari) un 28enne si è presentato una prima volta con un coltello che ha mostrato per minacciare il personale, quindi è ritornato e ha aggredito un’infermiera e una dottoressa che stavano svolgendo la guardia notturna, procurando a entrambe lesioni giudicate guaribili in dieci giorni.

Ma le aggressioni si registrano anche al di fuori delle strutture sanitarie: su un autobus a Firenze, un’infermiera che si stava recando all’ospedale Santa Maria Nuova – dove lavora – è stata aggredita da un uomo dopo che aveva chiesto lui di indossare la mascherina, considerato l’obbligo tutt’ora in vigore sui mezzi pubblici.

Mi ha sputato in faccia e sferrato un pugno in viso, ha poi raccontato la vittima. Dunque, ogni pretesto sembra diventato buono per menare le mani. Proprio come accaduto a Napoli, dove le parole pronunciate dall’aggressore contro l’infermiere (Pensate solo a pubblicare video su TikTok) rimandano, pur indirettamente, a quanto è avvenuto due giorni fa a Caltanissetta. Qui una giovane dottoressa in servizio al Pronto soccorso Covid dell’ospedale Sant’Elia ha pubblicato una serie di video, girati sul posto di lavoro, ballando a ritmo di musica latinoamericana. In una delle frasi a corredo di uno dei video si legge: Quando hai finito il turno, non hai ucciso nessuno e puoi tornare a casa a dormire.

L’Asp di Caltanissetta ha avviato un’indagine interna ma è indubbio che ci sono delle frasi incaute – scritte e/o pronunciate – finanche lesive se provengono da un sanitario e attengono alla sua professione. E dietro l’angolo c’è il rischio di licenziamento, come nel caso dell’infermiere che, durante l’orario di lavoro, aveva pubblicato un video su TikTok il cui contenuto, con musica in sottofondo, era stato condannato dagli altri internauti.

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