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Ammissione Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia: parla Angelo Mastrillo

di Angelo

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BOLOGNA. Come ogni anno di questi tempi torna di grande attualità l’iscrizione di tanti giovani italiani all’Università e in particolare alle Facoltà a numero chiuso di Medicina e per le Professioni Sanitarie. Trattasi di un argomento su cui fra i maggiori esperti a livello nazionale figura un pugliese, Angelo Mastrillo (Docente presso l'Università degli Studi di Bologna), che non si nega mai per un parere o per un consiglio utile. Anche quest’anno, l’ottavo consecutivo dal 2006, è stato chiamato dal Ministero dell’Università (MIUR) a far parte dell’apposito tavolo tecnico per la programmazione dei posti; unico rappresentante per le 22 professioni sanitarie (Infermieri, Fisioterapisti, Tecnici ecc,) insieme agli altri membri del Ministero della Salute, delle Regioni e dei Presidi di Medicina e Chirurgia.

La competenza e l’autorevolezza acquisita da Mastrillo nel corso degli anni fa sì che indipendentemente dai Ministri che si alternano al Governo, sia diventato ormai un punto di riferimento fisso e indispensabile. D’altra parte l’evidenza viene dalla sua collaborazione diretta con le più prestigiose testate giornalistiche come Il Corriere della Sera e soprattutto con il Sole 24 Ore, sul settimanale Sanità, di cui è apprezzato editorialista. Mastrillo è stato anche tra gli ispiratori di Nurse24.it, testata che continua a seguire e per la quale dispensa consigli di continuo.

 

Quest’anno, sono state sollevate svariate polemiche sul modo in cui sono strutturati i test d’ingresso alle Facoltà mediche e sanitarie, qual è la sua opinione in merito?

 

Resto fermo sull’idea della opportunità di mantenere il numero chiuso sia per Medicina che per le Professioni Sanitarie. Quest’anno poi la situazione potrebbe essere anche migliore degli anni scorsi: essendo stata introdotta la graduatoria unica nazionale di merito e ad avvantaggiarsene saranno gli studenti più bravi che potranno iscriversi comunque a Medicina, anche se in una sede diversa dalla prima scelta.
Altro aspetto positivo la riduzione dei quiz di cultura generale verso quelli di ragionamento logico, come dire meno nozionismo puro e più strada alle capacità deduttive. Ma non mancano anche i punti critici.

 

Quali sono ad esempio?

 

L’introduzione del cosiddetto “bonus maturità”, ovvero i 10 punti riservati a chi consegue un voto da 80 a 100 alla maturità, che si aggiungono ai 90 punti derivanti dai 60 quiz per formulare la graduatoria,
Questa clausola è iniqua perché rischia di premiare i meno capaci e di penalizzare invece i ragazzi più bravi e meritevoli. Questo perché non si fa distinzione sul “valore” del voto della maturità conseguita fra un liceo classico e scientifico e un istituto professionale, fra una scuola pubblica e quelle parificate, fra le scuole del Sud e quelle del Nord, dove sui voti sono meno generosi del Sud.
E le critiche, numerose e autorevoli non sono mancate tanto far cambiare idea al nuovo Ministro che ha rimodulato il bonus e soprattutto ha spostato la data dell’esame di Medicina del 28 luglio al 9 settembre, come era prima. Mentre ha confermato le professioni sanitarie per il 4 settembre.

 

Ma in questo modo però non si premiano i ragazzi “bravi” che sono stati brillanti alla maturità...

 

Secondo me quello che conta è il rendimento del ragazzo di fronte ai 60 quiz. E la storia ci insegna che in genere è direttamente correlato alla sua effettiva preparazione culturale acquisita alla scuola media superiore. Ed è questo che in genere segnalo ai ragazzi e ai genitori che mi chiedono un parere.

 

Ma vale anche per le professioni sanitarie ?

 

Certo. Con il sistema attuale delle graduatorie che, diversamente dal passato, cerca di definire graduatorie generali esclusivamente sul merito e con la possibilità di ripescaggio da un corso all’altro, ad esempio da Fisioterapista a Tecnico di Neurofisiopatologia, come accade spese nel mio corso a Bologna, si consente ai ragazzi di soddisfare alle proprie legittime aspettative. Questo metodo, che sta sostituendo quello del passato, quando si entrava per graduatoria esclusiva su singolo corso, ha finito per non poter più “consigliare al meglio” gli studenti meno brillanti, quand’anche volenterosi e motivati. E di questa caratteristica Rignano è stata una esempio continuo negli ultimi 20 anni. Purtroppo da due anni a questa parte, proprio perchè sono cambiati i criteri di ammissione ai corsi, sono solo un paio i ragazzi che riescono a entrare rispetto ai 7-8 degli anni precedenti.

 

Puoi riferirci di qualche dettaglio sui lavori ministeriali della programmazione posti?

 

No, dettagli no. Mi dispiace: come è noto tengo molto alla riservatezza istituzionale.
Posso solo dire che il Ministero ha davvero fatto una grande riflessione per ridurre gli esuberi di posti a bando per le tre professioni Tecniche di Laboratorio, Radiologia e Prevenzione, in ragione delle relative difficoltà occupazionali di cui mi sono fatto carico di evidenziare ad ogni livello e in ogni occasione.

 

Dato che sono davvero tanti i laureati nelle professioni sanitarie, ci sono novità per loro?

 

Sì e notevoli. Proprio in questi mesi si sta parlando a livello ministeriale della regolamentazione dei Master specialistici a durata annuale, con riconoscimento delle Regioni e del Ministero della Salute. Lo stiamo facendo nell’Osservatorio del MIUR, di cui sono membro nel Comitato di Presidenza con incarico specifico proprio su questo gruppo di lavoro. All’ultimo recente incontro presso l’Università di Milano si è cercato di tracciare il percorso per i prossimi 3-4 mesi. Le decisioni saranno prese nella consueta sede di Roma, al MIUR.

 

In conclusione, tornando invece ai neodiplomati, che cosa puoi consigliare a chi vuole intraprendere gli studi?

 

1) Fare una scelta oculata della professione sanitaria che in cui si vorrebbe operare, basandosi sulle proprie caratteristiche personali e relazionali, nonché attitudine verso le funzioni assistenziali.
2) Valutare gli sbocchi occupazionali. Questi non sono uguali per tutte le 22 professioni sanitarie che, in ogni caso secondo i dati di Alma Laurea, mantengono il primo posto assoluto in termini di occupazione e di stipendio.
3) Verificare se il proprio livello di preparazione è realmente di livello medio-alto, indipendentemente dal voto di maturità acquisito. Questo lo si può fare simulando in web la risposta ai vari quiz. Non c’è una soglia minima di riferimento, ma fare almeno 40 punti su 80 è il minimo. Ad esempio su Medicina si entrava con un minimo di 40 a Foggia e Campobasso mentre per entrare ai Padova, Udine e Trieste ne occorrevano 52. Quindi studiare ancora.

 

Per saperne di più su Angelo Mastrillo: http://www.aitn.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=175&Itemid=69

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