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Gli Ordini delle Professioni Sanitarie saranno presto realtà!

di Silvia Giacomelli

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L’Ordine dovrà divenire il centro culturale della professione infermieristica, si dovrà introiettare il concetto di Etica della Responsabilità, per potersi definire professionisti.

BOLOGNA. All’interno di Expo Sanità si è svolto uno degli incontri più rilevanti della manifestazione che vede richiamare a Bologna tutti i professionisti del settore sanità, per una presa d’atto dello stato dell’arte riguardo l’istituzione di Albi e Ordini per le Professioni Sanitarie a 10 anni dalla Legge n. 43/2006. 

In una sala piena e attenta, moderata da Angelo Mastrillo e Tiziana Rossetto del CONAPS, come avvenne in caldo pomeriggio di 10 anni fa alla presenza dell’allora Ministro Livia Turco, molti dei rappresentanti delle professioni sanitarie si sono ritrovati oggi, 20 maggio, ad un punto focale della definizione di questo percorso che vedrà (restiamo cautamente scaramantici) la definitiva attuazione della Legge per cui gli Infermieri, e gli altri professionisti, evolversi da Collegi (professioni non laureate) a Ordini (professioni laureate con percorso formativo accademico).

Quello che può semplicisticamente essere ridotto ad una mera differenziazione formale e linguistica, i detrattori più accaniti asseriscono: "a cosa serve? Cosa cambia? In Europa gli Ordini non esistono, solo soldi da pagare, posso lavorare anche senza essere iscritto se lavoro nella pubblica amministrazione…".

Invece è un’occasione di crescita da non poter più rinviare. L’Ordine dovrà divenire il centro culturale della professione infermieristica, si dovrà introiettare il concetto di Etica della Responsabilità, per potersi definire professionisti. Ordine sarà altresì la garanzia della possibilità di definire l’autonomia della professione, nelle proprie competenze avanzate, nei propri ruoli gestionali, ma perché avvenga ciò si dovrà introiettare anche il concetto di Responsabilità che ne consegue.

L’Ordine come Ente pubblico a garanzia sociale: un Ordine multiprofessionale che dovrà racchiudere in sé, sì la tutela dei professionisti ma dovrà essere soprattutto come ci richiede anche l’Europa, di avere un compito informativo verso i cittadini, per quello che sarà la medicina transfrontaliera e la libera circolazione dei professionisti nel territorio europeo.

Qui risiede uno dei ruoli chiave della ridefinizione dell’Ordine, quello di essere garante della trasparenza dell’accesso agli atti ma anche garante della privacy dei dati sensibili (Data Privacy Officer). Inoltre, favorire il coinvolgimento dei professionisti; ad esempio si potrà votare per la definizione dei consigli direttivi degli ordini, per cinque giorni ed anche nelle sedi periferiche.

Vigilare sull’abusivismo della professione. Garantire e vigilare sulla formazione continua dei professionisti.

Lo sviluppo dei sistemi sanitari a tutela del cittadino sarà la grande occasione degli Ordini per potersi far conoscere dai cittadini. Non per una definizione sterile dei soli titoli accademici, ma per far sì che il cittadino sappia chi è l’infermiere e sappia che cosa può fare l’infermiere per lui e per rispondere ai suoi bisogni.

Un’evoluzione normativa ed economica che deve rendere vero il diritto alla salute.
Si coglie l’opportunità di sfruttare sinergie ed armonie tra le professioni, senza “sgomitare”, ma trovare punti di accordo che si definiscono attraverso elementi concettuali di paradigmi diversi ma condivisi.

La prossima settimana il testo troverà la sua approvazione definitiva in Senato e poi passerà alla Camera, dove avverranno senza dubbio ulteriori cambiamenti al Ddl Lorenzin 1324, ma entro l’anno l’istituzione dell’Ordine dovrebbe trovare definitivo compimento.

Si aprirà poi un periodo di confronto e formazione dei professionisti sanitari per poter attuare concretamente i cambiamenti e le nuove sfide che si apriranno ai professionisti infermieri in scenari sempre più articolati ed in continuo cambiamento.

Interessante convegno a Bologna sul tema "L’istituzione di Albi e Ordini per le Professioni Sanitarie a 10 anni dalla Legge n. 43 del 2006". L'iniziativa rientra nell'ambito delle manifestazioni previste nell'ambito di Exposanità 2016 e ha visto confrontarsi i professionisti della salute provenienti da tutto lo Stivale Italico.


La storia dell'evento


 

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Angelo Mastrillo con l'allora ministro della salute Livia Turco (2006).

Dieci anni fa, la promessa istituzionale degli Albi e degli Ordini per le Professioni sanitarie, come stabilito dalla legge 1 febbraio 2006, n. 43, aveva aperto un nuovo scenario nella regolamentazione delle Professioni.

Le conseguenze che la nuova regolamentazione avrebbe avuto sui Professionisti e sulla tutela della salute dei cittadini costituivano un rilevante interesse.

La mancata conclusione dell’iter legislativo costituisce ancora oggi ingiustificato rinvio di una normativa che coinvolge circa 650 mila Professionisti afferenti alle 22 Professioni sanitarie già regolamentate.

Tuttavia, proprio in questo periodo in cui la XXII Commissione Sanità del Senato sta per concludere in sede referente l’approvazione del DDL 1324, le 22 Professioni sanitarie intendono incoraggiare il Parlamento a completare la regolamentazione giuridica anche con Albi e Ordini.

Le Federazioni degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici di radiologia e il Conaps, il coordinamento nazionale di tutte le professioni regolamentate ma ancora non ordinate in Ordini e Collegi, fanno quadrato e scendono in campo per incoraggiare il Parlamento a completare la regolamentazione giuridica anche con Albi e Ordini. Il testo del Ddl 1324 (cosiddetto Ddl Lorenzin) è stato di recente approvato in Commissione Igiene e Sanità al Senato e il suo esame in Aula a Palazzo Madama.

Il provvedimento interessa circa 1.100.000 operatori sanitari di 25 professioni di cui il 40,6% fanno parte dei tre Ordini dei medici, odontoiatri e dei veterinari, il 42,8% dei tre Collegi di infermieri, ostetriche e tecnici di radiologia e il 16,7% delle altre 17 professioni sanitarie prive ancora di albo che secondo il Ddl dovrebbero confluire nell’Ordine dei tecnici di radiologia che assumerebbe il nome di Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

 

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