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Depressione: ecco come proteggersi

di Alberto Ravaioli

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Lo studio è stato condotto presso il Karolinska Institute di Stoccolma in Svezia da alcuni ricercatori. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel Mondo vi siano circa 350 milioni di perosne che soffrono di depressione, un disturbo comportamentale per il quale l’individuo non sa più affrontare con equilibrio i comuni problemi della vita, tende a diventare abulico e apatico, a non avere più interessi, si chiude in se stesso e nel proprio domicilio.

 

 

Con una immagine onirica del sub-conscio si può dire che la depressione è il desiderio di ritorno nell’utero materno.
Lo stress può giocare un ruolo importante in questo senso.


Fino a oggi si pensava che il moto e l’attività fisica potesse influire sullo stress e la depressione attraverso un meccanismo di secrezione di sostanze endogene (circolanti nel sangue) che fungessero da stimolanti per la corteccia cerebrale. Una terapia naturale si direbbe. In parte sicuramente lo è.

È noto che dopo un'attività fisica si può instaurare uno stato di lieve euforia e questo sicuramente è dovuto a questo fenomeno, per la secrezione endogena (entro il corpo) di endorfine.

 

Ma i ricercatori svedesi hanno scoperto come sia possibile un altro meccanismo: quello della detossificazione muscolare. Una proteina con sigla PGC aumenta nel muscolo scheletrico assieme a un enzima con sigla KAT durante l’attività fisica.

Tale enzima converte la chinurenina in acido chinurenico, acido che non è in grado di raggiungere il cervello.

 

Essendo la chinurenina una sostanza legata alla depressione ed è prodotta durante intensi momenti di stress, l’attività muscolare produce una azione equiparabile a quella di una dialisi renale delle sostanze nocive, impedendo e combattendo la depressione, liberando cioè l’organismo dalle sostanze ansiogene e depressivanti.


Il meccanismo è stato riprodotto nell’animale di laboratorio (topo) dai ricercatori svedesi con esito positivo e ora è partito un progetto per verificarlo anche nell’uomo. Lo studio è pubblicato sulla Rivista Cell.


Si deve dire che i gradi di depressione dei vari individui affetti sono di varia entità, da lieve, media e grave , e che probabilmente l’attività fisica agisce sui disturbi di lieve e media entità. Ma ora sappiamo che abbiamo anche una attività non farmacologica per combattere la depressione.

Insistere e continuare nel tempo, non è la terapia dei dieci giorni.

 

Editorialista
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