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Le farmacie pubbliche romane in crisi, rischio disservizi per gli utenti

di Angelo

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ROMA. “Non c’è pace per la Farmacap, l’azienda socio-sanitaria capitolina che gestisce 44 farmacie, dislocate per lo più in zone periferiche”. Lo afferma il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, riferendosi alle manifestazioni degli ultimi mesi da parte dei lavoratori esasperati per il pericolo di privatizzazione di una realtà fiorente fino a qualche anno fa.

“La crisi attuale – continua Maritato – è frutto della cattive gestioni succedutesi negli anni. Ci sono responsabilità da parte di tutti per una gestione non oculata. E ora i farmacisti sono costretti a lottare per tenere i propri esercizi aperti di notte, considerato che il nuovo orario proposto dai vertici aziendali, secondo i professionisti non gioverebbe a una ottimale organizzazione dei turni”.

 

Se sul piano nazionale i farmacisti pubblici tirano un sospiro di sollievo per l’intesa oggi raggiunta tra i sindacati confederali e l’Assofarm per il contratto collettivo di lavoro, con incrementi stipendiali per le figure di primo livello – 107 euro mensili – e 900 euro per il periodo di vacanza contrattuale 2011-2013, a livello romano i camici bianchi non godono di altrettanta tranquillità.

 

“Il sindaco Marino e l’assessore ai Servizi sociali di Roma Capitale debbono prendere subito in mano la situazione per garantire il rilancio dell’Azienda – esorta Maritato - la dotazione di risorse economiche, drasticamente ridotte negli anni, ridefinire la mission di quello che un tempo era un prezioso patrimonio dell’amministrazione capitolina, che deve tornare a esercitare una funzione socio-assistenziale specie nelle zone periferiche, spesso prive di esercizi privati, a tutela dei cittadini che vivono in quelle aree”.

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