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L’epidemia del sorriso

di Claudia Laura De Matteis

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ROMA. Umanizzazione: è questa la nuova parola chiave del processo d’assistenza. Umanizzazione come nota positiva nelle relazioni fondamentali sempre più oscurate da procedure, tecnologia e regolamentazioni. Nell’ambito del trattamento sanitario la visione olistica del ‘‘malato’’ permette ad operatori e professionisti una gestione completa della persona sofferente.

La nuova nursing metodology affianca l’intervento clinico standardizzato alla soggettività del singolo essere umano. Ne risulta che l’infermiere, come professionista dedito all’assistena, gioca un ruolo chiave nel supporto del paziente. Nella più recente concezione di Medical Assistance, la Gelotologia si offre come punto di connessione fra due mondi apparentemente indipendenti: corpo e mente. Dal greco ghelos=sorriso, nota come comicoterapia o clownterapia, questa si propone come nuova scienza che studia ed applica la risata e le emozioni positive in funzione di prevenzione, riabilitazione ed educazione con l’obiettivo unico di migliorare la qualità di vita. Numerosi studi condotti negli ultimi anni dimostrano chiaramente come la terapia della risata sia un’innovativa risorsa terapeutica.

 

Tra gli anni ’70 e ’80 gli USA hanno dimostrato le proprietà terapeutiche della risata con l’esemplare caso del giornalista scientifico Norman Cousins affetto da SPA ( Spondilite Anchilosante). Il suo caso a permesso di rivalutare gli effetti provocati dalle emozioni sul sistema immunitario. Cousins decise di provare a curarsi ridendo, nutrendosi 3/4 ore al giorno di film comici e assumendo quotidianamente per via endovenosa 25 gr di Vitamina C. Contro ogni previsione, Cousins nell’arco di un anno, guarì. E’ stato scientificamente confermato da un recente studio canadese che il buon umore difende dalle infezioni determinando una riduzione dell’Immunoglobulina A.

 

La psiconeuroiendocrimmunologia è l’evidente risposta scientifica a quel processo fisiologico che vede coinvolti più sistemi del nostro organismo, in un naturale processo di risposta a sollecitazioni esterne. Questa scienza costituisce il ponte tra la biologia, la psicologia, l’antropologia e la medicina. Ridere riattiva tutte le parti del nostro corpo: il cuore e la respirazione accellerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Anche la chimica del sangue si modifica: tanto più la risata è esplosiva e spontanea, tanto più diminuisce la tensione e si manifesta una sensazione di liberazione che coinvolge tutti gli organi e le funzioni corporee. La risata stimola la produzione di beta-endorfine da parte delle ghiandole surrenali che producono cortisolo, un ormone che regola la risposta allo stress. La loro peculiarità sta nella capacità di regolare l’ormone. Infatti, esse vengono rilasciate in situazioni stressanti come forme di difesa, in modo da poter sopportare meglio il dolore, fisico e psicologico.

 

E’ ormai provato che il buon umore e la fiducia rafforzano l’organismo aumentando le difese immunitarie, mentre stati depressivi favoriscono l’insorgere di malattie. Un’umanizzazione dell’assistenza sanitaria potrà, come dimostrato, avere effetti benefici per il paziente in primis, ma anche per l’operatore. Armonia, sensibilità, sorrisi costituiscono una parte fondamentale, nonchè un naturale antidoto al dolore. Inoltre si tratta una “cura a costo zero” (se tralasciamo il solo compenso dell’operatore).

La terapia della risata potrà assumere un ruolo sempre più importante nel nuovo scenario medico-assistenziale.

 

“Se mi sorridi capirò,

perchè questo si fà e si comprende in tutte le lingue del mondo”.

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