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editoriale

No-green pass: oltre il pugno di ferro

di Giordano Cotichelli

A Novara, durante un corteo di no-green pass, i manifestanti si sono paragonati ai deportati dei campi di concentramento. Il fatto è stato condannato da parte della Comunità ebraica, ma l’episodio in sé mostra un livello di ignoranza preoccupante, che supera il cinismo e l’arroganza che sembrano dominare questo paese, espressioni questi sì, di una dittatura esistente, di inciviltà però.

L'indegno parallelismo con la Shoah è segno di analfabetismo di ritorno

Un momento della manifestazione no green pass di Novara, dove i manifestanti hanno marciato come i prigionieri di Auschwitz

Ad Anguillara Veneta hanno conferito la cittadinanza onoraria al Presidente del Brasile Jair Bolsonaro il quale, al di là di qualsiasi riferimento istituzionale o politico egli possa rappresentare, va ricordato come uno dei maggiori responsabili della cattiva gestione della pandemia nel paese latinoamericano, con conseguenti altissimi numeri di morti, malati e contagiati.

A Terni l’Amministrazione comunale ha varato un’ordinanza “anti-prostituzione” vietando di girare in strada con abbigliamento indecoroso o indecente. Un provvedimento indispensabile in era pandemica e di una lucidità politica senza eguali. Si potrebbe continuare con molti altri esempi, ma tanto basta per avere di che preoccuparsi dato che, nella situazione attuale, certi comportamenti non solo non sono utili, e molto spesso controproducenti, ma sono rivelatori di un atteggiamento che non potrà che peggiorare in futuro, specie stando alle previsioni fatte dallo stesso Ministro della Salute in tema di andamento della pandemia.

Speranza, di fronte ad una ripresa del contagio che ha visto negli ultimi giorni una crescita del 32%, ha affermato che sarà possibile un prolungamento del green pass e dello stato d’emergenza. Va da sé che, probabilmente, le manifestazioni contro il passaporto verde non accenneranno a diminuire - e in alcuni casi si caricheranno di ulteriori connotati mediatici che lasceranno discutere - al pari del caso di Novara. Sull’episodio è bene soffermarsi, non solo per la gravità e la distorsione storica fatta, ma perché ha visto al centro delle polemiche la figura principale organizzatrice della manifestazione; un’infermiera coordinatrice.

Nei suoi confronti molti hanno immediatamente avanzato critiche e condanne, j’accuse di vario tipo e provvedimenti vari. Il sindacato, cui era iscritta, l’ha espulsa vista la portata indegna delle sue affermazioni. Il Direttore sanitario dell’ospedale dove lavora si è riservato di verificare se vi sono estremi nel suo comportamento che possano aver messo in cattiva luce l’istituzione sanitaria. Editorialisti di varie testate e di vari orientamenti l’hanno attaccata in vario modo sottolineando la bruttezza della performance anti-green pass riguardante un indegno parallelismo con la Shoah.

Nelle ore immediatamente successive, probabilmente non è una coincidenza, un documento sottoscritto dalle principali federazioni degli ordini di varie professioni sanitarie, ricorda il ruolo di educatore che ogni sanitario deve garantire e la necessità di non farsi portatori di disinformazione scientifica, specie se questa possa essere contraria alla tutela della salute pubblica.

Il quadro finale di tutto questo non può non lasciare preoccupati a fronte di una numerosità di coloro, sopra i 12 anni, che non si sono ancora vaccinati e che rappresentano circa il 14% della popolazione. Con la cattiva stagione alle porte ed il rialzo dei contagi, “il gregge” più che avviarsi all’immunità rischia di finire direttamente, di nuovo, nel carnaio pandemico.

La gestione sanitaria fatta fino ad oggi deve darsi nuove prospettive di fronte ad un quadro sociale, minoritario certamente, estremamente pericoloso, che può rappresentare la Vandea1 italiana della lotta contro il Covid. Al riguardo, alcuni studi dell’Ipsos sottolineano che la maggior parte di chi non si vaccina è scettico verso i vaccini stessi (28%), non si considera a rischio (6%), oppure è anti-vaccinista per partito preso (5%), ed altro. Una forte componente politicizzata caratterizza questo campione: il 14% sono elettori della lega, il 10% di FdI, il 7% del M5S. Nei fatti è una massa di persone che rischia di somigliare molto ai Sanfedisti integralisti del Cardinale Ruffo che contribuirono ad affogare nel sangue le istanze progressiste della Repubblica Napoletana del… 17992.

Le rigidità degli ordini professionali servono a poco. Le sospensioni sindacali, men che meno. Chi oggi si erge a censore – giustamente del resto – del comportamento dell’infermiera di Novara, delle sue abborracciate argomentazioni che confondono i campi di concentramento con la… concertazione, forse fino a ieri non aveva poi molto da lamentarsi di fronte ad un tessuto sociale alimentato da bassa istruzione, televisione spazzatura, cultura superficiale di massa e così via tali da rendere l’Italia uno dei paesi industriali con una più alta percentuale di analfabetismo di ritorno.

Le argomentazioni inesistenti dei tanti colleghi e no-vax/no-green pass, la loro rabbia e le loro paure, ed ancor più una certa determinazione mascherata da buonismo, ma sostanzialmente e profondamente inquietanti, debbono far riflettere per cercare soluzioni al fine di superare schieramenti e contrapposizioni.

Basterà vietare le piazze alle manifestazioni, come è accaduto pericolosamente a Trieste per arginare l’ignoranza? Servirà non dare più lo spazio ipertrofico concesso fino ad oggi a certe manifestazioni, come invoca da tempo lo storico della Medicina Corbellini? O è necessario investire per un futuro di ripresa solidale e collettiva?

Di fronte al quadro descritto forse è necessario:

  1. intensificare le campagne di informazione
  2. evitare il ciarlare fra baroni di vario livello che creano confusione e nient’altro
  3. iniziare ad ipotizzare che, come sono stati resi gratuiti i vaccini per la popolazione, debbano essere resi accessibili anche i tamponi per i non vaccinati, calmierandone i costi, mettendoli a carico delle aziende
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