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Dalla redazione

Strage di Berlino, è caccia al terrorista. Isis: "è un nostro soldato"

di Sara Di Santo

È un tunisino di 24 anni, Anis Amri, il presunto attentatore ricercato in tutta Europa per la strage di Natale a Berlino.

Armato e pepricoloso è a piede libero

La polizia federale tedesca ha diffuso un mandato di arresto europeo per Anis Amri, tunisino di 24 anni, con all'attivo 4 anni di carcere in Italia per appropriazione indebita, minacce, lesioni e tentativi di incendio della struttura di accoglienza presso la quale era approdato, dopo lo sbarco a Lampedusa.

Poi è stata la volta della Germania, dell'Olanda e della Svizzera, un peregrinare tra passaporti falsi e alter ego per eludere i provvedimenti di espulsione a suo carico.

Nel frattempo si sarebbe avvicinato al "predicatore senza volto", l’iracheno Abu Walaa, 32 anni, considerato ora il principale reclutatore di Isis in Germania.

I documenti di Amri sarebbero stati ritrovati sul camion che ha causato la strage di Natale a Berlino e su di lui c'è una taglia di 100.000 euro.

Una vendetta per gli attacchi in Siria

È tornato in libertà nella giornata di ieri il giovane pachistano arrestato martedì per la presunta responsabilità dell'attentato al mercatino di Natale. Aveva negato tutto fin dai primi istanti e la prova del Dna lo ha scagionato completamente: non era presente su quel camion che ha seminato morte e terrore tra le bancarelle.

Mentre prosegue lo scontro interno fra la cancelliera Merkel, secondo la quale sarebbe particolarmente intollerabile se l’autore di questo atto fosse una persona che ha chiesto protezione e asilo in Germania e chi la accusa pesantemente per la sua politica di apertura alle persone che chiedono di integrarsi nel nostro paese, l'Isis ha rilanciato il terrore nella serata di ieri.

L’agenzia di stampa dell’Isis, Amaq news agency, ha rivendicato l’attentato di Berlino chiamando il terrorista un soldato dello Stato islamico. Lo riferisce su Twitter Rita Katz, la direttrice del Site, il sito che monitora l’estremismo islamico sul web. È una vendetta per gli attacchi in Siria, è scritto sulla rivendicazione.

Il terrorista islamico, dunque, è tuttora a piede libero e certamente è armato. A confermarlo, le sevizie sul corpo dell'autista (quello vero, che viaggiava per lavoro) trovato morto nella cabina del camion. A riconoscerlo è stato Arile Zurawski, titolare della ditta di autotrasporti e parente dell'uomo: Sul corpo di mio cugino c’erano molti segni di violenza, tumefazioni, anche una ferita da taglio. Ma parliamo di un uomo alto più di un metro e ottanta che pesava 120 chili, una sola persona non avrebbe potuto aver ragione di lui.

Le vittime della strage

Le indagini proseguono, perché resta ancora molto da chiarire sul movente e sul numero di ricercati. Quel che è certo è che quel camion lanciato deliberatamente contro la folla ha ucciso 12 persone e ne ha ferite 48, 18 delle quali in modo molto grave.

Tra le vittime anche l'italiana Fabrizia Di Lorenzo. Lo ha confermato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano: La magistratura tedesca, così come ha comunicato il ministero degli Affari Esteri della Germania, ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c'è la certezza che, fra le vittime, c'è l'italiana Fabrizia Di Lorenzo.

Si sono uniti al dolore della famiglia, tra gli altri, il Premier Paolo Gentiloni, che ha definito Fabrizia il simbolo di una generazione italiana che si è data da fare, avendo successo nello studio, nel lavoro, in Italia spesso, talvolta all'estero: è una generazione della quale noi tutti siamo orgogliosi. E lo dobbiamo ricordare in questo momento e il capo dello Stato, Sergio Mattarella: La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all'estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese.

Il cordoglio della città

Sono centinaia le persone che hanno portato fiori e candele sul luogo della tragedia nel tentativo di riscaldare in qualche modo un clima gelido, non solo per via della stagione invernale.

Tristezza, rabbia e voglia di non abbandonarsi alla paura i sentimenti racchiusi in quei gesti di cordoglio e solidarietà per le vittime di una città - prima - e di un'umanità - poi - che vuole rimanere libera. Libera dal terrore

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