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area pediatrica

Tutte le mamme hanno una storia da raccontare o due, o tre.. o più!

di Rosario Scotto di Vetta

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Ogni giorno resto colpito dalle tante conversazioni che, in ogni turno di lavoro, ho con diverse donne neo-mamme nel reparto di neonatologia. Una in particolare, che ancora ricordo, mi raccontò di aver partorito il suo primo figlio in casa con dinamiche davvero poco carine da descrivere. Il punto è che ogni giorno sono presente al parto, che sia esso eutocico o da taglio cesareo, di diverse donne pronto a dare assistenza ai neonati nei loro primi minuti di vita. È così sorprendente e sconvolgente per un uomo sentire e assistere a tante e diverse storie di nascita vissute delle donne. Eppure l’argomento sembra non coinvolgerci più di tanto. Forse l’uomo per sua natura non è per niente interessato al momento del parto di una donna.

Una donna ebbe un taglio cesareo di emergenza per un sospetto distacco di placenta ma, nonostante il dolore e lo stress subìto per la precipitosa corsa in sala operatoria, era molto contenta della nascita della sua seconda bambina. Un'altra donna ancora aveva avuto tutte le sue cinque bambine oltre il termine stabilito e quindi sotto induzione (tutte le nascite eutociche).Le ha vissute tutte in modo diverso, qualche parto è stato facile e sbrigativo, mentre per gli altri, il travaglio è stato lunghissimo e doloroso. In alcuni spinto per ore, in altri spinto per pochi minuti. In un altro invece le doglie gli avevano esaurito tutte le forze e solo grazie a una ventosa ostetrica che partorì finalmente la bambina.

Ma tutto si riduce a questo: il momento del parto è davvero così importante nella vita di una donna. Sono così colpite dalla loro stessa esperienza di parto. Poco importa se hanno 20, 30 o 40 anni. La gravidanza, il momento del parto, cambia le donne profondamente. La loro voglia di raccontare l’esperienza del parto talvolta è minima, ma generalmente tutte le donne hanno un innato bisogno di convalida con qualcuno/a. Tutte vogliono parlare della nascita del proprio figlio e condividere così le loro storie.

E mi chiedo cosa possiamo fare tutti noi sanitari per supportare e incrementare i sentimenti e i ricordi che circondano l’esperienza del parto di una donna?

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