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IPASVI FVG. Valorizzazione Infermieristica nella rete dei servizi territoriali

di Chiara d'Angelo

Un momento dell'evento

Ad aprire l’intensa giornata Flavio Paoletti, Presidente del Coordinamento Regionale dei Collegi IPASVI del FVG e Presidente del Collegio IPASVI di Trieste con la proiezione del video “Un mondo senza Infermieri” di Ausmed Medication che ha visto 480 silenziosi spettatori, compresa la senatrice Annalisa Silvestro.

Paoletti ha presentato un’attenta fotografia dei bisogni di assistenza, focalizzandosi sulle possibili quanto più probabili conseguenze della carenza di infermieri, in un trend internazionale, europeo, nazionale e regionale in continua crescita e in un contesto in cui la popolazione invecchia, e con essa le patologie croniche e geriatriche, ed allo stesso modo invecchia anche la popolazione attiva tra cui gli infermieri.

In molti documenti di programmazione sanitaria l’OMS ha messo in stretta correlazione il numero di operatori sanitari, in particolare infermieri e medici, con alcuni indicatori di salute e rischi per gli assistiti tra cui: aumento della mortalità infantile, aumento della mortalità generale, aumento della istituzionalizzazione delle persone anziane, aumento del consumo/abuso di farmaci, aumento delle infezioni ospedaliere, aumento delle cadute (New England Journal of Medicine, 2011).

Si è poi analizzata la situazione infermieristica italiana dell’Organizzazione Cooperazione e Sviluppo Economico 2013 che vede:

  • In Unione Europea (dati OCSE) 8,7 infermieri e 3,2 medici ogni 1000 abitanti;
  • In Italia 6,3 infermieri e 4,1 medici ogni 1000 abitanti che collocano l’Italia al 13 posto (su 27) per dotazione infermieristica, vicini all’Estonia e distanti da Francia (9,1), Germania (11,4) e UK (8,6);
  • L’Italia è uno dei Paesi più “vecchi” al mondo ed ha per questo un fabbisogno infermieristico più elevato Il 10% del personale infermieristico è straniero con punte che toccano il 20% in FVG L’indice di vecchiaia della popolazione infermieristica è più elevato in Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sicilia;
  • Il numero di infermieri si ridurrà significativamente nei prossimi dieci anni per sopraggiunta età pensionabile pertanto sarebbe auspicabile fin d’ora l’immediato incremento dei posti disponibili nelle Università italiane per farvi fronte.

Il tutto a fronte di un aumento delle patologie croniche (in Italia gli over 65 sono un quinto della popolazione e di questi quasi il 40% è affetto da almeno una malattia cronica) e ad un aumento delle giornate di degenza ad esse correlate (secondo le stime di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca nel 2050 l’assistenza agli anziani potrebbe assorbire due terzi del budget del SSN).

È emersa la necessità di un incremento “delle ore lavorate dal personale infermieristico, valorizzando il loro operato, oltre che nelle strutture ospedaliere, anche nella rete dei servizi territoriali” al fine di offrire risposte più adeguate ai bisogni di assistenza di pazienti cronici, fragili e non autosufficienti.

Alla luce di quanto emerso e che ha alimentato un ricco dibattito tra professione infermieristica, politica, sindacato e amministrazione, il Coordinamento Regionale Collegi IPASVI del FVG ha chiesto “un impegno forte, responsabile e consapevole a tutta la classe politica regionale, al fine di mantenere qualitativamente elevati i livelli sanitari del Friuli Venezia Giulia, una Regione che per anni è stata di esempio nel panorama sanitario nazionale” attraverso un documento in cui si chiede:

  • la presenza permanente della rappresentanza professionale all’interno delle commissioni regionali sia a valenza programmatoria sia di tipo tecnico;
  • di sviluppare ulteriormente i servizi socio-sanitari domiciliari, l’organizzazione ospedaliera tarata sull’intensità assistenziale e clinica e la revisione dell’attuale funzionamento dei pronti soccorsi, sperimentando modelli di See&Treat, di individuare meccanismi “certi” per l’attivazione della consulenza infermieristica, clinica, didattica nell’ambito delle Aziende del SSR;
  • all’infermiere sia riconosciuta la propria azione di presa in carico già in ambito delle strutture ospedaliere e dei pronti soccorsi, attivando percorsi di dimissione protetta integrata con i servizi comunali;
  • siano aggiornati e migliorati i Protocolli d’intesa con l’Università al fine di evidenziare i diversi ambiti di interesse della salute del cittadino, attivando specifici percorsi formativi di competenze avanzate nelle aree individuate, valorizzando la formazione di base e permanente;
  • il riconoscimento dei tutor infermieristici sia sotto il profilo di ruolo che contrattuale;
  • che in ogni Azienda sia istituita una commissione multiprofessionale che sviluppi iniziative per la gestione del rischio clinico e che riconosca all’infermiere lo specifico ruolo organizzativo trasversale;
  • che sia riconosciuto anche sotto il profilo di ruolo e contrattuale la forte azione degli infermieri di comunità e di microarea;
  • che sia riconosciuto anche sotto il profilo di ruolo e contrattuale la forte azione degli infermieri Case Manager;
  • sia garantita l’effettiva presenza numerica degli infermieri in termini di ore equivalenti lavorate e non di numero di risorse, in quanto l’attuale sistema non tiene conto delle assenze per part-time, aspettative, utilizzo della L.104, mettendo in difficoltà la tenuta e la sostenibilità del buon funzionamento dei servizi e della qualità assistenziale erogata nei confronti degli assistiti.

Tale documento sarà inviato dal Coordinamento Regionale Collegi IPASVI del FVG “agli organi istituzionali, politici, sindacali, aziendali, universitari e ai diversi portatori d’interesse locale, provinciale e regionale al fine di tutelare il cittadino/utente che ha il diritto, sancito dalla Costituzione, di ricevere prestazioni sanitarie da personale qualificato attraverso l’utilizzo delle migliori evidenze scientifiche ed organizzative”.

Infermiere

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