Nurse24.it
scopri il programma della pediatric masterclass

FNOPI

Con il nuovo contratto solo aumenti placebo

di Redazione

Aumenti ridotti all'osso e perdita di poter di acquisto che dall'ultimo contratto (quello del 2009) ha tolto alle buste paga una media del 6,33% del loro potere di acquisto. E tra legge di bilancio e nuovi contratti continua ad addensarsi una nuvola nera sul personale del Servizio sanitario nazionale. Lo dimostrano i dati d'analisi su aumenti, buste paga, perdita di potere di acquisto e di quella degli organici del Servizio sanitario a cura del Centro studi Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche).

Fnopi: tagli e spending review, tolto in media 6,33% potere acquisto

Gli aumenti proposti per il nuovo contratto (3,50%) raggiungerebbero una media di circa 144,68 euro in busta paga al personale Ssn, che in realtà sono tra i 180 e i 201 circa per i dirigenti e 83,67 per il comparto, ma la perdita di potere di acquisto va in valore assoluto dai quasi 6.500 euro dei medici (il cui stipendio è più alto di quello degli altri professionisti) ai circa 2.500 euro del personale con funzioni riabilitative, lasciando fuori l'eccezione degli odontoiatri (-758,06) i cui valori sono viziati dal fatto di essere dipendenti solo 163 nel 2009 e la metà nel 2017.

L'analisi degli aumenti, delle buste paga, della perdita di potere di acquisto e di quella degli organici del Servizio sanitario è del Centro studi FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), che come tale fa anche un focus sugli infermieri.

Non solo perdita economica, ma - sempre dal 2009 ad oggi - si assiste alla perdita di circa 25mila unità di personale, infermieri in testa con quasi 12mila organici in meno. Oggi la carenza di infermieri si assesta, secondo i dati Fnopi, su oltre 50 mila unità che con l'effetto di Quota 100 potrebbero salire anche fino a 76 mila in tre anni.

Differenza retribuzioni 2009 e 2017 a parità di potere di acquisto

 

 

Professione

 

Perdita tra 2009 e 2017 a parità di potere di acquisto (euro/anno)

 

 

Valore % perdita

DIRIGENTI SANITARI NON MEDICI

- 2.844,18

- 4,79

MEDICI

- 6.472,35

- 8,97

ODONTOIATRI

- 758,06

- 1,20

PERSONALE FUNZIONI RIABILITATIVE

- 2.544,91

- 8,61

PERSONALE INFERMIERISTICO

- 2.720,75

- 8,42

PERSONALE TECNICO SANITARIO

- 3.285,20

- 10,04

PERSONALE VIGILANZA E ISPEZIONE

- 2.804,18

- 8,38

VETERINARI

- 4.235,63

- 5,83

Media ruolo sanitario

- 3.160,50

- 6,33

Fonte: elaborazione Centro studi FNOPI su dati Conto annuale - Ragioneria generale dello Stato

La carenza di infermieri è confermata anche dai dati internazionali: l'ultimo rapporto OECD Health at a Glance 2019 sottolinea, infatti, un numero di medici elevato (4 ogni 1.000 abitanti contro la media di 3,5) e un numero di infermieri molto basso (5,8 rispetto alla media di 8,8) e segnala anche un basso rapporto tra infermieri e medici.

La sanità ha bisogno soprattutto di appropriatezza: garantire il giusto professionista che possa essere messo in grado di rispondere al giusto bisogno, nel giusto contesto, con il giusto utilizzo di risorse nella maggiore autonomia possibile.

Serve una visione più ampia e coraggiosa. Gli infermieri sono qui ad illustrarvi cosa serve al Paese, non cosa serve alle professioni.

Troppi pazienti per ogni infermiere aumentano il rischio di mortalità

Studi internazionali negli ultimi tempi hanno dimostrato che troppi pazienti per ogni infermiere aumentano il rischio di mortalità: dovrebbero essere 6 in media generale e in Italia vanno dai circa 8 delle Regioni più virtuose agli oltre 17 di quelle con minori organici. Per le pediatrie le cose vanno anche peggio visto che i pazienti "ideali scendono a 2 e la media di quelli in realtà assistiti è di quasi il doppio. L'aumento del rischio di mortalità è tra il 25 e il 30%, ma nuovi dati mettono in risalto un altro problema serio di salute legato ai numeri di chi assiste i pazienti.

Anche il rischio di alcune malattie, infatti, risente del rapporto infermiere/paziente: se si analizza la situazione degli ospedali ad alta complessità - continua il report Fnopi - (come ad esempio quelli pediatrici, appunto, ma non solo), quando il rapporto infermiere paziente è pari a 1:2 diminuisce significativamente il rischio di:

  • polmoniti (-64%)
  • scompenso d'organo (-52%)
  • infezioni gastrointestinali (-47%)
  • infezioni alle basse vie respiratorie (-40%)
  • sepsi (-21%)

E l'aumento di un paziente rispetto al rapporto 1:4 aumenta il rischio di riammissione del +11% nelle unità mediche e del +48% nelle unità chirurgiche, con buona pace delle dimissioni precoci, dell'assistenza sul territorio, del ridotto ricorso al pronto soccorso e del taglio alle liste d'attesa legato a prestazioni eseguite nei tempi ottimali. Senza contare il danno sui pazienti provocato da infermieri a cui si fanno svolgere attività non infermieristiche: l'aumento del rischio complessivo di mortalità per l'eccesso di pazienti e per lo svolgimento di attività non infermieristiche (la burocrazia) è del 25-26% e gli infermieri sono coinvolti, oltre l'assistenza, in attività burocratiche in oltre il 90% dei casi.

Con questi dati alla mano, la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli lancia un messaggio al Governo: Mancano professionisti, mancano anche gli infermieri, a mancare, però, è soprattutto un serio ed equilibrato rapporto tra i professionisti che si realizzi attraverso lo sviluppo delle competenze. La sanità ha bisogno soprattutto di appropriatezza: garantire il giusto professionista che possa essere messo in grado di rispondere al giusto bisogno, nel giusto contesto, con il giusto utilizzo di risorse nella maggiore autonomia possibile. Serve una visione più ampia e coraggiosa. Gli infermieri sono qui ad illustrarvi cosa serve al Paese, non cosa serve alle professioni.

Scopri i master in convenzione

Commenti (1)

LDAMMAC

Avatar de l'utilisateur

3 commenti

Infermieri strutture private ancora senza contratto

#1

E che dire che gli infermieri delle strutture private (considerati di serie B) aspettano da oltre 12 anni il rinnovo contrattuale e nessun sindacato si preoccupa e non blocca le attività degli ospedali privati e questi percepiscono fuori di soldi pubblici e privati ed il ministro di grande speranza non interviene. UNA VERA INGIUSTIZIA .