Aggressioni in crescita, nuovi modelli territoriali di assistenza e necessità di strumenti innovativi: la sicurezza degli operatori sanitari è oggi una priorità per garantire la continuità delle cure.
L’urgenza della sicurezza per gli operatori sanitari
La sicurezza degli operatori sanitari è oggi una priorità per garantire la continuità delle cure.
L’evoluzione della sanità pubblica verso un modello sempre più territoriale impone una riflessione urgente su un tema spesso trascurato: la sicurezza degli operatori sanitari .
In un contesto di cure distribuite, domiciliari o erogate in case e ospedali di comunità, la protezione di chi lavora diventa non solo una questione etica, ma anche una condizione necessaria per garantire la continuità e l’efficacia dell’assistenza.
Secondo gli ultimi dati Inail il fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari è in forte crescita negli ultimi anni.
Secondo statistiche, per la precisione, le aggressioni agli infermieri in Italia si attestano intorno a 5.000 casi l’anno, equivalenti a circa 13–14 episodi al giorno.
Nel solo primo trimestre 2025 inoltre l'Associazione AMSI ha segnalato quasi 6.500 casi di violenza contro operatori sanitari (+37% rispetto allo stesso periodo del 2024).
Oltre i numeri: un fenomeno sommerso
Dietro a tali numeri si nasconde un fenomeno ancora più ampio: quello delle aggressioni verbali, delle minacce non denunciate, della paura normalizzata. Episodi che, se non affrontati, generano un effetto domino: calo motivazionale, abbandono delle professioni sanitarie, difficoltà nel garantire standard di cura, perdita di fiducia da parte dei cittadini.
La transizione verso modelli territoriali , incentivata dalle riforme e dai fondi del PNRR, mira a portare la sanità esattamente “dove vive il cittadino”. Parliamo di case e ospedali di comunità, assistenza domiciliare, strutture per fragilità e dipendenze.
Il baricentro si sposta quindi fuori dall’ospedale. Ma se cambiano i luoghi, devono cambiare anche le misure di tutela. Le nuove realtà distrettuali, infatti, spesso prive di presidio fisico, esposte a rischi di isolamento, impongono una riconfigurazione completa delle strategie di protezione.
Il ruolo della tecnologia
Il settore sanitario è protagonista di una sempre più intensa domanda di sistemi intelligenti, scalabili e pronti all’azione. Parliamo soprattutto di terminali mobili pensati specificamente per la sicurezza del personale sanitario, che siano quindi dotati di allarme antipanico, localizzazione in tempo reale, e gestione remota tramite control room attive 24 ore su 24, e permettano agli operatori di lanciare segnali di emergenza in modo discreto e tempestivo.
Oggi il concetto di “allarme personale ” si articola in funzionalità estremamente mirate, di cui vengono dotati gli strumenti - pressione prolungata o doppia pressione su un tasto fisico per attivare una chiamata silente; rilevamento automatico di “man down ” (uomo a terra) o immobilità prolungata, con avviso acustico e geolocalizzazione integrata. Questi strumenti, pensati in origine per - e già adottati in - contesti critici come l’industria o le strutture penitenziarie, si rivelano oggi essenziali anche per l’assistenza domiciliare o le guardie mediche notturne impiegate in zone periferiche.
L’adozione di questi sistemi ha due effetti diretti: da un lato, migliora la risposta organizzativa agli eventi critici; dall’altro, restituisce all’operatore un senso di protezione e fiducia. Sentirsi “accompagnati” da una centrale operativa pronta ad attivarsi in caso di bisogno consente di lavorare meglio, riduce lo stress e favorisce la disponibilità e propensione dei professionisti a operare anche in condizioni complesse.
Sicurezza e riorganizzazione post-pandemica
Il modello post-pandemico, delineato anche da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali,) attraverso il DM77/2022 (regolamento che definisce modelli e standard per l'assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale), prevede una riorganizzazione del territorio in cui una centrale operativa territoriale (COT) coordina i servizi e i flussi informativi tra strutture e assistenza domiciliare.
In questo assetto, le soluzioni digitali per la sicurezza si integrano perfettamente con la logica della prossimità e della condivisione dei dati, contribuendo anche all’efficienza complessiva del sistema. La sicurezza, infatti, non è solo una difesa: è anche una leva per ottimizzare i tempi, prevenire conflitti, ridurre l’assenteismo e migliorare l’esperienza del paziente.
L’esigenza di un cambiamento a 360°
Non meno importante è la dimensione culturale del cambiamento. Perché la tecnologia sia davvero efficace, occorre accompagnarla con formazione, promozione della cultura della segnalazione e una governance attenta. Il personale deve essere preparato a usare i dispositivi, ma anche a riconoscere e affrontare situazioni di rischio, a comunicare con efficacia e a fare rete. L’adozione di protocolli di risposta condivisi e l’interconnessione tra sistemi informativi e strutture operative sono parte integrante di questa visione.
Infine, è essenziale riconoscere che la sicurezza degli operatori non riguarda solo loro: riguarda l’intero sistema. Ogni episodio evitato, ogni operatore che decide di restare nel servizio pubblico grazie a un ambiente più protetto, ogni cittadino che trova risposte rapide e serene nel proprio territorio è un tassello verso una sanità più sostenibile, equa e resiliente.
In un tempo in cui la parola “cura” si espande oltre i confini ospedalieri, tutti gli stakeholder, produttori, istituzioni, associazioni… sta a tutti garantire che chi cura sia sempre messo nelle condizioni di farlo con dignità, serenità e strumenti adeguati e che la sicurezza non venga interpretata esclusivamente come è un costo bensì come una premessa di valore e il territorio, da potenziale punto debole, può diventare vero punto di forza della sanità italiana, se l’ecosistema di settore saprà proteggerlo e proteggere chi lo abita.
Articolo a cura di
Ylenia Doimo , Presidente commissione d’albo Ordine delle Professioni Infermieristiche di Pordenone
Tiziano Pigozzi , Patient System Solution, Ascom UMS
Approfondimento ondemand
È disponibile su Salute.LIVE il webinar “Soluzioni per la sicurezza degli operatori e l’efficienza dei flussi di cura nei reparti ospedalieri ”, visibile ondemand .
All’incontro hanno portato la loro esperienza:
Gli interventi, a cura di Ylenia Doimo e Tiziano Pigozzi, hanno offerto prospettive pratiche su come tecnologie e nuovi modelli organizzativi possano migliorare la sicurezza degli operatori e ottimizzare i flussi assistenziali nei reparti ospedalieri.
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