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Torbinio. Nursind non difende tutti gli infermieri

di Redazione

Claudio Torbinio

Resto dubbioso circa la posizione assunta da Bottega, nell'articolo postato sull'Organo di stampa del Nursind, in merito alla situazione della Dott.ssa Gostinelli ed in sua difesa.

Resto dubbioso in primo luogo perché non mi capacito di come Bottega si possa sentire chiamato in causa se non per le parole pronunciate dalla Gostinelli stessa, non certo da nessuna rappresentanza Ipasvi. Basito dalla ripresa di Cavicchi, a dimostrazione che ormai di infermieri parlano tutti, ma fanno poco.

Questa difesa d'ufficio fa emergere una mala fede che, spero, sia solo fonte di equivoco; considerata l’importanza, per Ipasvi e Sindacati, di lavorare per obiettivi comuni che tanto viene sottolineata. 

Importanza che al Dott Cavicchi sfugge. Evidentemente, interessato come è, da buon gregario, a tirare  la volata al Nursind.

Con peraltro una evidente contraddizione: Cavicchi vuol "picconare" l'Ipasvi che Nursind si vuole prendere (parole del Segretario Amministrativo Nursind Daniele Carbocci), ma contraddetto da Bottega! Si capisce molto poco.

Sono inoltre dubbioso per la proposta a partecipare al progetto “10 domande” e per la reazione che Bottega ha avuto notando che non tutti hanno deciso di partecipare. Perché intervistare Ipasvi se va demolita?

  • Bottega si comporta allo stesso modo con gli infermieri che rifiutano?
  • Cavicchi sa che Nursind vuole i collegi Ipasvi; se sì, non dovrebbe demolire le istituzioni;

Infine, cosa che mi rende assai più dubbioso, è stata la seguente espressione: “Se qualcuno pensa di ritorcesi contro Marcella Gostinelli noi lo considereremo un attacco al sindacato e ci troverà sempre al suo fianco in tutte le sedi e con tutte le risorse umane ed economiche che saranno necessarie”.

I miei dubbi sono:

  • Vede ritorsioni Bottega?
  • Pensa che rispondere in seguito ad alcune “denunce” della collega non sia lecito perché l’Ipasvi è un ente pubblico e va demolito (o conquistato, ma Nursind si decida)?
  • Quindi ognuno è libero di dire ciò che vuole solo perché viene pagata una tassa annuale (tra l’altro per esercitare, non certo per far arricchire qualcuno)?
  • Bottega ritiene necessario prendere le difese di una collega che, sbagliando, si è scusata dell’errore?
  • Perché non difendere il sottoscritto, quando venne diffamato da un articolo del suo organo di stampa sindacale? 

La collega si è espressa, un altro collega le ha risposto, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Non voglio entrare nel merito, ma onestamente non vedo la stessa lena nel difendere l’altro collega (io), che in più di un’occasione non è stato difeso seppur preso di mira, dal Nursind, forse avere la capacità di scrivere bene fa paura? Fanno paura i liberi pensatori? Ma allora Cavicchi dovrebbe terrorizzare?

A questo punto, sperando che i miei dubbi vengano dissolti in un nulla di fatto, l’augurio è quello di proseguire in una strada di collaborazione che veda enti e sindacati sulla stessa linea senza che alcun episodio possa costituire una fonte di disaccordo, ricordando che ognuno è responsabile di ciò che dice e se ne assume le responsabilità.

Cavicchi permettendo Ovvio!

Claudio Giulio Torbinio

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