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Probabili anomalie nella gestione delle elezioni Enpapi

di Redazione

Irregolarità nelle procedure elettorali, vizi di forma nelle candidature e nei requisiti dichiarati dagli eletti, interpretazione distorta del regolamento elettorale. Queste le anomalie contestate all'Ente di previdenza degli infermieri liberi professionisti (Enpapi) da parte della lista perdente e degli esclusi alle primarie delle elezioni per il rinnovo degli organi collegiali per il quadriennio 2020-2024. È di giovedì 30 luglio la decisione del Tribunale di Roma di far confluire con procedimento cautelare d’urgenza i due ricorsi in un'unica udienza prevista per il 4 agosto.

Rinnovo Organi collegiali Enpapi, due ricorsi potrebbero far saltare tutto

Un’altra tegola potrebbe abbattersi sull’ente di previdenza degli infermieri liberi professionisti. Dopo lo scandalo corruzione che ha travolto Enpapi nel 2019 e che ha portato all’arresto dell’allora presidente Mario Schiavon (che ha poi patteggiato la pena) e del Dg Marco Bernardini (nei guai erano finiti anche un imprenditore, un avvocato e un commercialista), sta per essere scoperchiato un altro vaso di Pandora.

Questa volta a far tremare il villino di via Farnese è un presunto broglio elettorale che si sarebbe consumato in quella che doveva essere la tornata mossa da un vero spirito di rinnovamento dopo mesi così turbolenti. Era quanto si auspicavano tutti: iscritti, candidati, commissario straordinario, federazione nazionale degli infermieri (Fnopi) compresa. Ma nemmeno questa sembra essere stata la volta buona.

Gli argomenti dei ricorsi

Stando alle segnalazioni giunte alla nostra attenzione – si tratta di un nutrito dossier di documenti pervenuti anche agli organi competenti dell’Ente (Commissione elettorale, Comitato etico e Garante del codice etico, al quale la commissione parlamentare bicamerale ha chiesto lumi) – sarebbero numerose le irregolarità non intercettate da chi di dovere (ricordiamo che durante le elezioni in oggetto l’ente era ancora sottoposto a commissariamento) che avrebbero giocoforza alterato l’esito delle votazioni.

Il risultato? Ad insediarsi sarebbe stato un CdA composto da infermieri i cui curricula non soddisferebbero tutti i requisiti previsti dal regolamento, chi perché non esercita in modo esclusivo la professione di infermiere, chi per mancanza del requisito di professionalità (come segnalato da un verbale del Collegio dei sindaci) e chi perché non sarebbe iscritto alla gestione principaleNon solo. Tra i titolari del CdA figurerebbe anche un candidato che ha spostato in extremis e con dubbie modalità la sua iscrizione all’Ordine degli infermieri per andare a coprire un seggio provinciale “scoperto” dalla propria lista.

Sul tavolo diverse questioni di non poca importanza con il rischio, se la magistratura dovesse accogliere le istanze delle parti ricorrenti, che sia tutto da rifare. Per Enpapi e per gli infermieri liberi professionisti, insomma, sembrano ancora lontani i tempi non tanto di pace, quanto perlomeno quelli di tregua.

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