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Emergenza-Urgenza

Inserimento infermiere neoassunto in Centrale Operativa 118

di Redazione

Extraospedaliera

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La fase di inserimento è un momento cruciale che segna (in modo spesso irrimediabile) tutta la vita lavorativa. Nell'inserimento prende inizio un accompagnamento impegnativo, che nell’immediato futuro avrà lo scopo di condurre gradualmente il neo-assunto a quel livello di efficacia ed autonomia nell'esecuzione del lavoro che si può attendere da lui a percorso concluso. Proprio per questo si rende cogente l’esigenza per l'infermiere un modello concettuale di riferimento che guidi il suo operato. Il processo è particolarmente delicato quando si tratta di inserire infermieri in una unità di Area Critica; infatti il lavoro in questo settore è caratterizzato da un'alta complessità, tecnica e relazionale.

Infermieri neoassunti: La sfida dell’inserimento in Centrale Operativa 118

Ad un infermiere del Sistema 118 sono richieste abilità altamente specialistiche che non può acquisire in altre realtà professionali. L'attività di centrale operativa (ricezione delle chiamate di soccorso e gestione degli interventi) è di elevata complessità, pertanto richiede un lungo periodo di apprendimento.

Per prestare un adeguato soccorso territoriale, invece, il professionista deve conoscere e saper affrontare molteplici situazioni patologiche, mostrando padronanza e sicurezza negli interventi assistenziali e nell'uso della strumentazione in dotazione nell'ambulanza.

In un servizio come il 118, dove ogni intervento si basa sul lavoro di squadra, è effettivamente importante raggiungere spirito di gruppo e fiducia tra ogni suo membro.

Instaurare il dialogo, relazioni con i propri colleghi, facilita l’apprendimento, permette il chiarimento di dubbi, apre alla critica costruttiva e concede lo sfogo dopo interventi ad elevato carico emotivo.

L’inserimento in un contesto delicato come quello del 118 richiede, prima di raggiungere la completa autonomia, una fase di affiancamento e una successiva di lavoro con supervisione.

L’affiancamento del nuovo infermiere al tutor è il primo passo verso l’autonomia. Il neoassunto è ancora considerato fuori dai turni lavorativi. In questa fase assume il ruolo di osservatore, per passare poi gradualmente, a discrezione del tutor, a quello di esecutore in base alle conoscenze e alle capacità acquisite.

La durata di questa fase può variare: è auspicabile un periodo di tre mesi (tre mesi per la centrale e due per il soccorso territoriale) in base alla progressiva acquisizione di autostima del neoassunto, da una parte e alla fiducia che il tutor acquista in lui, dall’altra.

Nel corso dell’affiancamento il tutor userà la tecnica didattica della dimostrazione e della simulazione, mediante l’utilizzo degli strumenti operativi che la didattica in emergenza offre (laboratori di simulazione) seguita dalla richiesta di un feedback da parte del discente, a cui seguirà una riflessione finale e congiunta su quanto trattato.

Il lavoro con supervisione, periodo anch’esso della durata di due mesi, vede il nuovo assunto sempre affiancato al tutor. Si delinea una fase di autonomia parziale: il tutor funge da semplice osservatore in quanto il nuovo infermiere è ormai in grado di espletare le attività di competenza, collaborare correttamente nella gestione delle situazioni di urgenza-emergenza ed ha stabilito adeguate relazioni interpersonali.

Il tutor ne valuta la capacità di gestione, nonché il senso del limite ove richiesto, intervenendo quando realmente necessario.

Si giunge così al traguardo: la completa autonomia.

Articolo a cura di:

Dott.ssa Sabrina Adami, Infermiera

Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia

Centrale Operativa 118 “Umbria Soccorso”

Comitato Direttivo Aniarti

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