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L'intervista

Babic e l'eccellenza delle cure ai malati di oncoematologia

di Leila Ben Salah

Si chiama Aleksandra Babic ed è al vertice del gruppo infermieri della Società europea di trapianto di midollo. Punta a portare l’eccellenza delle cure infermieristiche ai pazienti affetti da patologie onco-ematologiche e lo fa con la semplicità di chi ha in mente sempre e solo un obiettivo: il benessere del paziente. L’abbiamo intervistata per capire di cosa si occupa il gruppo e per conoscere le ultime sfide della ricerca infermieristica.

Aleksandra Babic: Torniamo ad ascoltare i pazienti

Aleksandra Babic

Aleksandra Babic

Aleksandra Babic, lei è presidente del Gruppo infermiere della Società europea di trapianto di midollo Ebmt Ng, quanto è grande il gruppo, come è nato e con quale scopo?

Il gruppo europeo infermieristico di trapianto di midollo osseo conta all’incirca 800 membri registrati, con oltre 2000 followers. Il gruppo è stato formato 34 anni fa come parte integrante della società no profit più vasta con diversi working party (gruppo d’interesse per patologia) medici, data manager, statistici ecc… La nostra organizzazione comprende un consiglio e cinque comitati: uno pediatrico, uno scientifico, uno di ricerca, uno di comunicazione e uno di global outreach committee. Siamo affiliati ai portavoce dei gruppi nazionali o/e loro presidenti di 64 paesi e con la società ematologica australiana e neozelandese abbiamo recentemente firmato un memorandum di intesa. Lo scopo del nostro gruppo è portare l’eccellenza delle cure infermieristiche ai nostri pazienti affetti da malattie di natura onco-ematologica e lo facciamo attraverso la formazione e l’informazione di infermieri e dei pazienti. Ogni anno organizziamo diversi corsi e congressi internazionali e in collaborazione con un’altra associazione infermieristica no profit Nurses No Frontiers siamo presenti anche in Cina, India, Birmania e Filippine.

Le sfide degli infermieri in questo settore?

Le sfide sono molteplici, noi curiamo pazienti fragili, adulti e pediatrici, quindi la nostra visione ruota a 360 gradi attraverso dei team multidisciplinari. Siamo attenti alla qualità delle nostre prestazioni, al continuo aggiornamento degli infermieri e lo facciamo in linea con il sistema di qualità Jacie. La nostra forza sta nel trasmettere il know how agli infermieri principianti nel settore e si estende ai più alti livelli di ricerca infermieristica strutturata.

Florence Nightingale

Quali sono le novità su cui state lavorando?

Abbiamo appena aggiornato diversi programmi di learning in otto lingue disponibili gratis sul nostro sito, delle brochure per i pazienti e web-learning certificati. Stiamo organizzando per i primi di ottobre un corso internazionale infermieristico a Manchester, Uk insieme al primo corso di infermieri di ricerca del nostro settore. Durante il corso è previsto anche il raduno dei national chairs. Per dicembre stiamo organizzando una missione in Birmania, si tratta di un training course per gli infermieri pediatrici di trapianto di midollo. Inoltre sono fiera di annunciare il primo Textbook per gli infermieri che operano nel nostro settore che uscirà per la fine dell’anno. Il libro di oltre 500 pagine è scritto dagli infermieri Ebmt esperti nel settore e sarà pubblicato con Springer open access.

Vi arrivano molti pazienti sottoposti a diversi cicli di chemio. Le loro condizioni sono spesso pessime, fisicamente e psicologicamente. Qual è il ruolo dell'infermiere?

Il ruolo dell’infermiere abbraccia le necessità del paziente a 360 gradi. Dalle spiegazioni sulle cure, sugli effetti collaterali, sul riconoscimento dei sintomi e aderenza alla terapia. Il ruolo comprende interventi e cure adeguate con reazioni immediate, sino al sostegno psicologico per il paziente e i suoi familiari.

Avete anche pazienti bambini? Qual è il rapporto con loro? 

Abbiamo il gruppo pediatrico che pone particolare attenzione alle necessità dei nostri piccoli pazienti. I nostri pazienti sono al centro delle nostre attenzioni e il team multidisciplinare ruota attorno a loro.

In una sua intervista ha detto che i pazienti arrivano lì con poche difese e tanto soli, come fate a sostenerli?

Ascoltandoli. Dedichiamo tanto tempo ai nostri pazienti e alle loro esigenze e con il know how cerchiamo di fare del nostro meglio per prevenire gli effetti collaterali con cure specialistiche mirate.  

Gli obiettivi futuri?

Ricerca infermieristica strutturata. Abbiamo inserito un infermiere di ricerca in ogni working party (gruppo d’interesse per patologia) medico. Questo infermiere sarà il collegamento tra il loro gruppo di lavoro e il nostro comitato di ricerca. Lo scopo è quello di contribuire al lavoro del gruppo con le nostre osservazioni e di facilitare la ricerca infermieristica di alto livello. Gli anni precedenti sono stati ricchi di eventi, ogni anno nuovi infermieri ci raggiungono, e nel futuro intendiamo a rafforzare i nostri. Abbiamo tanto lavoro da fare, ma anche tante soddisfazioni che ci arrivano attraverso il feedback dei nostri pazienti e dei nostri membri.

Giornalista
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