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Qualcuno di voi si è mai chiesto chi è l’infermiere?

di Redazione

Con un post su facebook ha voluto chiarire chi è l'infermiere. Lei è So Nia laureanda in infermieristica, le sue parole - L'infermiere studia, prende la laurea e ha delle conoscenze scientifiche alla base, ha molte responsabilità, e il suo lavoro va anche al di là del “pulire un culo”. Grandemente al di là. L’infermiere c’è sempre, e non si ferma ad un prelievo o alla somministrazione di farmaci, ma arriva nell’anima delle persone per dargli il meglio e farle sentire il più possibile a loro agio. E queste qualità non si studiano soltanto, si devono avere dentro - stanno facendo il giro del web.

Il post Facebook di Sonia - Studentessa infermiera

"Qualcuno di voi si è mai chiesto chi è l’infermiere? Cioè, tutti in ospedale abbiamo visto infermieri e ci siamo approcciati a loro… ma effettivamente si sa chi è l’infermiere? Cosa fa, come è diventato infermiere, quali sono le sue responsabilità, quali sono i suoi limiti, se ha autonomia, se sta sotto qualcuno…? Ah sì, l’infermiere è quello che sta sotto le direzioni del medico e che fa i prelievi e pulisce i culi!

Caspita, e pensare che ci vuole addirittura una laurea oggi per fare l’infermiere… pazzesco! Una laurea per pulire i culi! La realtà è un po’ diversa da questa roba qui. Troppo spesso capita di leggere in giro e di sentire dalle bocche della gente tante parole lodevoli ai medici e poche considerazioni sugli altri professionisti. I medici sono grandi, io stimo e ho sempre stimato i medici, il cervello che hanno, il loro coraggio e la loro tenacia a sostenere gli studi.

Diciamocelo, non è per tutti. Ne siamo consci. E quando sei malato, se guarisci e torni a vivere la vita è perché loro ti hanno studiato, hanno centrato il problema, analizzato, e non con poco ti hanno guarito. Ho lavorato con medici e visto situazioni, nei tirocini, che mi hanno portato a capire bene perché a volte si guardano allo specchio e pensano di essere Dio.

E gli altri professionisti? Quelli che hanno studiato e sudato a loro volta, per anni, e che non smettono mai di studiare ed evolversi, quelli che collaborano giorno e notte coi medici, quelli che anche loro hanno un ruolo e non è di contorno, ma è centrale di fronte a determinate condizioni? Ad esempio gli infermieri? E non solo? Ti accoglie, non ti giudica, ti ascolta quando sei triste, quando sei incazzato e quando sei felice. Ti parla, ti chiede come stai, se hai ancora dolore e se vuoi che ti abbassi un po’ la tapparella perché la luce è fastidiosa. Ti tiene la mano quando hai paura. Rassicura i tuoi genitori, i tuoi amici quando non hanno capito una fava delle parole in medichese che il dott. Pallino ha detto. Ti da tutte le pastiglie che devi prendere, stando attento di aver controllato tutti i parametri necessari, ti aiuta a prenderle e a mandarle giù, anche quella più antipatica! Ti mette la flebo, quella giusta per il dolore e poi sì, quella per la nausea, e poi ancora sì l’iniezione! Prepara il tutto per fare l’areosol, ma prima deve controllare la stramaledetta pompa perché suona di continuo! Magari però è meglio che ti tiri su, così sei tutto schiacciato nel letto, non puoi essere comodo, ti aiuto io. Il telefono!

Corre in infermeria perchè sta squillando il telefono, saranno pronti per venire a prendere Pallino1, prepariamolo che deve andare a fare la tac. Torna alla terapia, controlla le medicazioni che ci sono da fare oggi, le medicazioni alle lesioni, le medicazioni ai cvc, ai cvp, e intanto tutta la terapia agli altri pazienti, flebo, diluizioni, terapia per bocca, areosol, iniezioni, clisteri. E questo?? Questo dosaggio è sbagliato! Corre dal medico a farsi correggere la prescrizione, torna indietro per finire la terapia ma viene costantemente interrotto dai parenti del signor Pallino2 che, povere anime, non sono ancora riusciti a parlare con nessuno e quindi non sanno nulla di tutto quello che gli gira intorno.

Convinto di avere un minuto per respirare si ricorda della parte burocratica che riguarda tutto il turno ,scrivere consegna, ripristinare le cartelle cliniche che sono tutte in disordine, poi arriva il medico che vuole vedere il signor Pallino3 se per favore lo accompagna e gli racconta tutto di lui, e dunque parte dagli antipodi, paziente arriva alle ore 6:35 dal pronto soccorso con insufficienza respiratoria riacutizzata, paziente con bpco da circa 2 anni, accompagnato dalla figlia che si chiama Pallina con un grave disturbo ansiogeno, paziente con reservoir con tot litri/min, in stato confusionale, dispnoico, edemi declivi importanti, posizionato cvp arto sup.dx, vene sclerotiche, posizionato catetere vescicale, patologie pregresse ha il mondo, tutto quello che ci viene in mente, paziente vedovo eccetera eccetera eccetera, ed eccoci dal paziente, buongiorno signore, tira su il paziente, tira giù il paziente, tira su le braghe, tira giù le braghe, giralo a destra, giralo a sinistra, apri la bocca, tossisci, sputa eccetera eccetera eccetera.

Bene, prende il nuovo caricone di fogli burocratici e torna appunto alla parte burocratica e aggiorna con l’armamentario nuovo. La notte riparte la tiritera delle terapie, controlla i parametri, controlla che siano tutti sistemati e comodi, ognuno ha le sue preferenze, Pallino 2 dorme con la lucina accesa, Pallino1 non vuole nemmeno le ombre. Cala il silenzio, si spengono le luci in corsia, e si rifanno i carrelli della terapia, i carrelli delle medicazioni, il carrello delle urgenze, si controllano gli armadi dei farmaci e si fa la farmacia, cioè verificare quali farmaci ordinare perché quasi finiti. E i farmaci da controllare non sono 10.

Ahimè. Ed ecco il primo campanello, la signora non riesce a dormire vuole qualcosa, e quindi si corre dal medico per decidere cosa fare, mentre nella stanza a fianco l’altra signora ha deciso di togliersi il catetere venoso centrale e donare alla vista una sublime scena splatter, guanti e auguri. Ed è già ora di rifare il giro per prendere i parametri e controllare i bilanci, ma bisogna farlo in silenzio il più possibile, sennò si svegliano.. cambiamo il letto a lui, accompagnamo in bagno lei, metti su l’altra flebo a lui, e mentre vai in infermeria per vedere chi il giorno dopo deve fare determinati esami per ricordarlo ai colleghi il paziente Pallino 4 non si sente bene, accertamento mirato, lo rivolti come un calzino, lo osservi, lo tocchi, gli chiedi che tipo di dolore sente, lo tranquillizzi perché non è nulla, in realtà capisci che voleva solo fare due chiacchiere, così arriva la luce del giorno, parti con prelievi, terapia, ultimo controllo di avere riportato i parametri correttamente, tutti i bilanci fatti, consegna scritta, e la vescica è ancora piena…

L’infermiere studia, prende la laurea e ha delle conoscenze scientifiche alla base, ha molte responsabilità, e il suo lavoro va anche al di là del “pulire un culo”. Grandemente al di là. L’infermiere c’è sempre, e non si ferma ad un prelievo o alla somministrazione di farmaci, ma arriva nell’anima delle persone per dargli il meglio e farle sentire il più possibile a loro agio. E queste qualità non si studiano soltanto, si devono avere dentro.

Ti prende e ti cura quando sei neonato, ti assiste con tutte le sfaccettature del lavoro durante l’evento acuto, ti riporta ad un nuovo inizio e ad una nuova fiducia nella vita nel percorso di riabilitazione. Ti educa alla gestione a casa della nuova terapia, di come medicare la ferita chirurgica, di come mobilizzarti correttamente, di cosa mangiare e cosa evitare in quella determinata circostanza. E’ quello che in ogni modo cerca di alleviare le sofferenze e il dolore della persona che sta per morire, è un confidente dei famigliari in quei momenti delicati in cui non si sa più dove sbattere la testa. É quello che gestisce giorno e notte i presidi che tengono in vita i pazienti altamente critici. É conoscenza, competenza, rassicurazione. Ovviamente non tutti sono così, le eccezioni e le diversità ci sono ovunque, ma questo è quello che dovrebbero essere, gli infermieri. L’infermiere è completo. Impariamo a ringraziare anche loro quando siamo assistiti.

E ultima cosa… nasciamo facendoci pulire il culo, e moriremo, gran parte di noi, facendoci pulire il culo. Fino che non ci si ritrova col culo pieno di merda e con l’impossibilità di poter fare da soli, non si capisce quanto sia importante e necessario avere a disposizione qualcuno in grado di pulirci il culo."

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