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Come gestire il paziente con Alzheimer in un centro diurno?

di Redazione

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Un apposito convegno a Pistoia ha fatto il punto sulla situazione in Toscana e in Italia. In tutte le relazioni è un emerso un assioma: l'Infermiere è al centro dell'assistenza!

Nella splendida cornice del capoluogo pistoiese si è tenuto il 7° Convegno Nazionale dei Centri Diurni Alzheimer, appuntamento di richiamo nazionale e di assoluto spessore professionale. Questa edizione ha visto partecipi e protagonisti anche gli infermieri grazie alla collaborazione tra il gruppo scientifico dell'evento e l'Associazione Nazionale Infermieri in Neuroscienze (Anin), che sono intervenuti nella giornata di chiusura del convegno con un'esposizione dal titolo "L'infermiere in Centro Diurno".

L'intervento, che è stato sostenuto da Marco Tapinassi, infermiere di Firenze e coordinatore toscano dell'associazione, ha affrontato diversi aspetti del nursing nel centro diurno.

Il primo punto riguarda la condivisione del percorso assistenziale tra i diversi professionisti sanitari coinvolti nell'assistenza, dal medico al fisioterapista, dal terapista occupazionale al logopedista, dall'operatore socio sanitario al musicoterapeuta.

Questo legame e coadiuvazione degli interventi verso obiettivi simili si concretizza formalmente nel Piano Assistenziale Integrato (Pai) il quale, come sottolineato nell'esposizione, "non deve rimanere mera carta e inchiostro ma deve essere assimilato e trasformato in interventi e assunzioni di comportamenti".

Un altro argomento importante trattato è rappresentato dal rapporto con il caregiver familiare più prossimo al paziente.

Gli obiettivi essenziali di questa ricerca di dialogo sono rappresentati in primis dal fornire sostegno psicologico verso il caregiver, coinvolto al 100% in prima persona e universalmente riconosciuto soggetto a rischio per depressione e suicidio. Altro obiettivo è fornire al caregiver stesso possibili mezzi pratico-assistenziali per poter meglio affrontare le difficoltà che quotidianamente vive durante l'orario in cui il paziente rientra a casa per la notte.

L'elenco si chiude con l'apertura ad un dialogo utile all'infermiere e agli altri professionisti coinvolti nel conoscere meglio il paziente, grazie all'esperienza umana di chi per anni si è stretto in rapporti relazionali con il malato.

A chiusura è stato sottolineato come l'infermiere abbia un ruolo di primo piano nel management ambientale. L'ambiente non deve essere erroneamente inteso soltanto come mobili e immobili ma come tutto ciò che interagisce e influenza dall'esterno. Alla luce di questa nuova definizione è facile capire come anche le relazioni e l'ambiente psicologico siano elementi da gestire (management) al fine del garantire il maggior benessere all'assistito e della prevenzione di disturbi comportamentali che possibilmente possono essere indotti da situazioni di disagio ambientale.

Così il collega Marco Tapinassi ha voluto commentare per Nurse24.it: "Sono molto felice di questa possibilità ma sopratutto dell'apertura collaborativa che il dott. Enrico Mossello, coordinatore del gruppo scientifico dell'evento, ci ha riservato. Reputo questa partecipazione ad un evento così importante come una forte attestazione di merito sia per l'Anin sia per tutti gli infermieri. Gli altri anni, partecipando da discente, notavo sempre l'alta affluenza in platea di colleghe e colleghi infermieri. Siamo professionali, siamo competenti, siamo preparati. Nelle strutture sanitarie lo dimostriamo ogni giorno, sono sicuro che saremo sempre più bravi a portarlo all'attenzione di tutti anche fuori dai reparti. L'intervento di oggi penso sia un'altra piccolissima aggiunta a raggiungere questo obiettivo."

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