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COVID-19

Brianza, gli infermieri sono tutti negli hub

di Redazione Roma

La denuncia del NurSind per voce del coordinatore regionale, Donato Cosi: Gli operatori sanitari ci sono, vengono tolti dagli ospedali e ambulatori e a pagare le conseguenze sono i cittadini, i malati cronici, le persone fragili. Sul territorio il personale, da sempre scarso, non è stato integrato. Coperta sempre più corta.

Infermieri e Rsa, NurSind Monza e Brianza: la coperta è corta

Gli infermieri che vaccinano negli hub presenti sul territorio in Brianza sono sottratti alle corsie e agli ambulatori che, tutt’ora, all’interno di numerose aziende ospedaliere non sono stati aperti. È il grido d’allarme di Donato Cosi, coordinatore regionale del NurSind, rilanciato dal “Giorno Monza Brianza”.

Una denuncia forte, accompagnata da una constatazione amara e preoccupante per la collettività: Si assicura il vaccino, ma si nega non soltanto la cura, ma anche la prevenzione, i controlli, gli esami di routine. Di fatto, la coperta risulta sempre troppo corta, anche ad oltre un anno dall’inizio della pandemia, ma il fabbisogno è sempre più vasto – incalza Cosi – e le Asst lombarde non ricorrono ai fondi messi a disposizione dal governo per la campagna vaccinale.

Già, la campagna vaccinale di massa resta fondamentale per lasciarsi alle spalle un incubo mai prima vissuto. Ma per assicurarla su tutti gli hub presenti sul territorio in Brianza occorrerebbero 300 infermieri. Il personale infermieristico c’è: lo tolgono dagli ospedali e a pagarne le conseguenze resta il cittadino, il malato cronico, la persona fragile.

Proprio alcuni giorni fa, la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha fatto visita all’hub vaccinale ex Philips di Monza, attivo dallo scorso 26 aprile. Per la nostra regione questo hub – ha evidenziato la vicepresidente – rappresenta un fiore all’occhiello. Il merito va soprattutto al personale sanitario, ai volontari e ai rappresentanti della Protezione civile, che quotidianamente si prodigano per far funzionare tutto al meglio. Al contempo, Moratti ha voluto portare un ulteriore segnale di fiducia e ottimismo alle persone in attesa del vaccino, la nostra unica, imprescindibile, arma per vincere il Covid.

Ma a destare perplessità, nel NurSind Monza e Brianza, è il riconoscimento della professione, il cui impegno e sacrificio – pagato anche con la vita – rischiano di finire nel dimenticatoio e ogni volta che la categoria infermieristica rivendica una serie di diritti (dai riposi mancati alla gratificazione in busta paga) e di promesse ricevute, tanto dalla Regione quanto dalle aziende ospedaliere non arriva la risposta auspicata. Oppure viene reso un silenzio assordante. Risulta emblematico il quadro della Brianza – riprende Cosi – il personale, da sempre scarso, non è stato integrato.

Occorre precisare che dal principio dell’emergenza sanitaria, il territorio di Monza e Brianza non ha infermieri morti per Covid (e questa è solo una buona notizia). Ciò nonostante, è molto elevato – in particolare nella prima ondata – il numero dei contagiati; già in quella fase, il NurSind denunciava la presenza di Dpi non adeguati e di mascherine non conformi. Noi ci siamo contagiati all’interno delle corsie – incalza il coordinatore regionale del sindacato – taluni hanno rischiato di non tornare a casa, altri portano ancora i segni fisici e psicologico di quel calvario.

Giornalista

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