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Infermieri con la 104 pagati per vaccinazioni negli hub

di Redazione Roma

Dall’Asl giungono circa 500mila euro ai 127 sanitari impegnati presso i servizi aggiuntivi negli hub vaccinali. Ma tra i beneficiari risulterebbero operatori con la legge 104 che si sono ridotti l’orario. Regione Puglia: Se sono stati dati soldi a categorie non ammesse alle prestazioni aggiuntive, scatteranno le sanzioni.

Bonus ad infermieri in 104, il caso all'Asl di Brindisi

Infermieri con la 104 pagati per prestazioni negli hub vaccinali

Asl di Brindisi: quasi 500mila euro per 127 sanitari nell’ambito di prestazioni aggiuntive che – secondo l’ex manager dell’azienda sanitaria locale, Giuseppe Pasqualone, direttore generale del policlinico Riuniti di Foggia, adesso pronto ad interpellare la Corte dei Conti – non avrebbero potuto esercitare.

Lo stesso, ad inizio febbraio, fu particolarmente fermo nel non riconoscere nulla al personale sanitario interessato che reclamava retribuzioni pur appartenendo a categorie non ammesse all’esercizio di prestazioni aggiuntive.

Per essere più precisi, dagli accertamenti condotti presso l’Asl di Brindisi, era emersa la presenza di sanitari che beneficiavano della legge 104 (la norma costituisce una risposta legislativa per garantire un adeguato supporto a un familiare in condizione di non autosufficienza – in alternativa alla mancanza del lavoro per tre giorni al mese – e può essere usata anche in maniera continuativa, optando per un’aspettativa di 30 giorni o più, fino a un periodo totale di 24 mesi). Pertanto, pur godendo dei permessi retribuiti per invalidità propria o per assistere un familiare disabile, i sanitari avevano trovato il tempo e il modo di trascorrere anche parecchie ore nei centri predisposti dal sistema sanitario regionale per somministrare il vaccino anti-Covid.

Così all’epoca Pasqualone: Chi vuole operare negli hub deve possedere i requisiti previsti. Fra i trasgressori abbiamo, però, scoperto persone che beneficiavano della legge 104, altre che avevano un debito orario, cioè ore di lavoro da dover fare, ma che hanno trovato il tempo per fare i vaccinatori e ottenere un trattamento economico ulteriore. E ora è deciso a difendere il proprio operato dal colpo di spugna attraverso il quale, per merito di un accordo tra l’Asl e due sindacati, sono stati riconosciuti 121.140,81 euro a 29 dipendenti beneficiari della legge 104; 36.208,89 euro a 13 dipendenti con incarichi organizzativi; 288.510,06 euro a 85 operatori a tempo determinato. Complessivamente si tratta di 445.859,76 euro.

Tutto questo a prescindere dal parere negativo che era stato espresso dal capo del personale e legale fiduciario. L’ammonimento che oggi arriva da Vito Montanaro, direttore del Dipartimento regionale Salute, non lascia spazio a fraintendimenti: Se sono stati dati soldi a categorie non ammesse alle prestazioni aggiuntive, scatteranno sanzioni. Quindi Montanaro aggiunge: Non abbiamo notizie di come si è proceduto all’interno delle altre Asl, e comunque se avremo informazioni sicure in merito a procedure di pagamento non corrette, agiremo con la necessaria fermezza.

Giornalista

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