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Patologia

Gonorrea

di Silvia Stabellini

La gonorrea, nota anche come blenorragia, o più comunemente detta “scolo”, è una malattia sessualmente trasmissibile, provocata da un batterio (Neisseria gonorrhoeae) che causa infezioni a carico delle vie uretrali nell’uomo e urogenitali nella donna e può infettare anche faringe, congiuntiva e retto in entrambi i sessi. I tempi di incubazione della malattia sono molto variabili nell’uomo, che può presentare i sintomi fino a 30 giorni dopo il contagio, mentre nella donna la diagnosi è resa ancora più difficile dal fatto che circa la metà dei soggetti infetti è asintomatica.

Cos’è e come si trasmette la gonorrea

Secondo l'Oms l'uso corretto del preservativo è l'unico strumento sostenibile per il controllo della gonorrea

La gonorrea è una delle malattie a trasmissione sessuale più diffusa al mondo. Dagli anni ’70 in poi, l’incidenza della malattia è andata diminuendo soprattutto grazie alle campagne di sensibilizzazione e informazione e negli anni ’90 è ulteriormente calata grazie ad un uso maggiore del preservativo da parte della popolazione.

Attualmente l’Oms riporta circa 78 milioni di nuovi casi accertati all’anno.

Questo numero così elevato è dovuto alla sempre crescente antibiotico resistenza che si sta sviluppando a livello mondiale e che permette una selezione di ceppi della malattia sempre più resistenti. In Italia, attualmente, si registrano un centinaio di nuovi casi/anno.

La trasmissione della gonorrea avviene tramite rapporti sessuali non protetti con persone infette. La malattia si può trasmettere anche da madre infetta al feto nel momento del parto, provocando nel nascituro una congiuntivite neonatale, condizione grave che può condurre a cecità. In questi casi, i neonati vengono sottoposti a profilassi subito dopo la nascita (colliri e pomate antibiotiche).

È inoltre possibile la trasmissione della malattia dai genitali ad altre parti del corpo, tipicamente attraverso le mani non pulite si infetta la congiuntiva: infatti il batterio vive e si riproduce in ambienti caldo-umidi.

Gonorrea, sintomi e tempi di incubazione

I tempi di incubazione della malattia sono molto variabili nell’uomo, che può presentare i sintomi fino a 30 giorni dopo il contagio, mentre nella donna la diagnosi è resa ancora più difficile dal fatto che circa la metà dei soggetti infetti è asintomatica.

Questo rende ancora più difficile la diagnosi. Gli uomini sono asintomatici solo in un 10%dei casi.

La sintomatologia delle donne è a carico dell’apparato uro-genitale e comprende stranguria (dolore alla minzione), disuria (difficoltà ad urinare), perdite vaginali e spotting intermestruale (perdite di sangue fra un ciclo e l’altro).

Purtroppo questi sintomi sono a volte molto lievi e difficilmente distinguibili da altre infezioni a carico della vagina o della vescica.

Nell’uomo i sintomi possono essere stranguria, disuria, perdite di colore biancastro, giallo o verde, dolore e gonfiore testicolari.

In caso di trasmissione della malattia attraverso rapporti anali, i sintomi si possono manifestare a carico appunto della zona anale, anche se queste forme, solitamente, non provocano disturbi. L’infezione della gola è possibile, ma è quasi sempre asintomatica (99% dei casi).

Come si cura la gonorrea

Vista la sintomatologia estremamente aspecifica e a volte non presente, la diagnosi di gonorrea si basa su esami di laboratorio.

Si effettuano tamponi su cervice, uretra, retto, faringe o analisi delle urine (quest’ultimo test si effettua solo nell’uomo). In caso di artrite gonococcica si può procedere ad artrocentesi (prelievo di liquido dalla cavità articolare).

Essendo causata da un batterio, la gonorrea risponde ad un trattamento antibiotico mirato: solitamente una singola dose di cefalosporina per via intramuscolare, associata ad azitromicina per bocca è la prima terapia, in attesa di esami di laboratorio che forniscano l’antibiogramma specifico e mirato.

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