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Pordenone, confermato lo sciopero sanitari del 13 maggio

di Redazione Roma

Parlano di distanze incolmabili i sindacati della sanità del pordenonese, che comunicano la bocciatura dell’ipotesi di accordo formulata dall’Azienda sanitaria Friuli occidentale sulle richieste avanzate a tutela dei lavoratori. L’oggetto del contendere sono le maggiorazioni dell’indennità di turno, che i sindacati di settore vorrebbero che fossero erogate a ciascuno, com’è stato fino a questo momento. Mentre l’azienda soltanto ai lavoratori che ne fanno di più.

Accordo mancato, a Pordenone sarà sciopero della Sanità il 13 maggio

È confermato lo sciopero generale della sanità proclamato per venerdì 13 maggio da Cigl, Cisl, Uil, Nursind, Fsi-Usae e Rsu. I sindacati della provincia di Pordenone, inoltre, si sono riservati di valutare eventuali azioni legali contro la direzione dell’Asfo. Posizioni troppo distanti – per scongiurare l’agitazione era intervenuto il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia con delega alla Sanità, Riccardo Riccardi – e così ogni tentativo di mediazione è andato fallito.

La convocazione tra le parti era stata formulata prefetto di Pordenone, Domenico Lione, per scongiurare lo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali per non aver raggiunto l’accordo sulle maggiorazioni delle indennità, con i rappresentanti dei lavoratori che hanno rigettato la proposta inviata dall’Azienda sanitaria Friuli occidentale. L’obiettivo delle sigle sindacali? Ottenere l’applicazione del contratto del 2021.

I sindacati insorgono. Ora basta – hanno tuonato – non si torna indietro. Adesso non è più solo una questione di bozza di accordo, ma è la situazione che è divenuta insostenibile in azienda. Noi lo ripetiamo da tempo e così confermiamo lo sciopero del 13 maggio. Ma c’è anche un altro tema sollevato e riguarda le ferie del personale sanitario.

Attraverso una nota l’azienda ha rammentato ai lavoratori che per legge le ferie del 2021 vanno smaltire entro i primi sei mesi di quest’anno. Ma nel 2021, rilevano i sindacati, le ferie erano state bloccate – causa Covid – per alcuni mesi. Oggi l’azienda comunica ai lavoratori che, prima di disporre delle ferie nuove, devono smaltire quelle vecchie. I sindacati, da parte loro, ribattono che potrebbe risultare complicato farlo entro il 30 giugno. Ed è un vicolo cieco.

I sindacati del comparto sanitario del Friuli Venezia Giulia sono un fiume in piena. Pierluigi Benvenuto (Cgil) ha affermato: Sussistono variazioni di sostanza rispetto all’accordo 2021 che non possiamo accettare. Valuteremo altre azioni perché ci sono condotte intollerabili. E ancora, Alessandra Bellia (Uil): Abbiamo dato l’opportunità di riflettere. Invece ci è stato presentato un documento con modifiche sostanziali. Sulla stessa scia Salvatore Montalbano (Cisl) che non ritiene questo il terreno del confronto alla luce delle modifiche che hanno apportato al testo.

I sindacati, insomma, aspettavano un cambiamento che invece non c’è stato. Ritenendo incolmabile la distanza con le posizioni esposte dal direttore generale di Asfo, Joseph Polimeni. Lo stesso vicepresidente della Regione con delega alla Salute, Riccardi, parla di posizioni inconciliabili non più sostenibili. E precisa: Non si tratta di dare ragione a uno o all’altro, ma è evidente che le condizioni che escono, dopo anche lo sforzo che ho fatto a livello personale, sono inaccettabili.

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