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Emergenza-Urgenza

Heat stroke, il colpo di calore

di Monica Vaccaretti

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Il colpo di calore è un'emergenza medica acuta. Può manifestarsi all'aperto sotto il sole oppure in un ambiente chiuso dove il sole non batte direttamente, ma il luogo è scarsamente areato. Si tratta di una grave condizione clinica, causata da una insufficienza del meccanismo di termoregolazione corporeo, che solitamente si verifica durante forti esposizioni alle alte temperature ambientali soprattutto se accompagnate da alta umidità. Sono maggiormente esposte al rischio le persone che non sono acclimatate al calore, quelle anziane e quelle molto giovani. Coloro che sono incapaci di prendersi cura di loro stessi, che hanno malattie croniche debilitanti, che assumono certi farmaci come tranquillanti, anticolinergici, diuretici, agenti beta-bloccanti e beta-adrenergici. L'ipertemia caratteristica dell'heat stroke, potenzialmente mortale, è dovuta ad un'inadeguata perdita di calore da parte dell'organismo che lo trattiene, anziché disperderlo con la sudorazione.

È estate, ovvio che faccia caldo, pensano in molti

colpo di calore

Il colpo di calore che insorge dopo un intenso esercizio fisico svolto in condizioni di calore ed umidità estreme può colpire persone sane durante lo sport ed attività di lavoro.

Il numero di utilità pubblica 1500, istituito nel 2020 per l'emergenza Covid, è tornato attivo da mercoledì 19 luglio 2023 per rispondere ai cittadini, con consigli ed indicazioni, sull'emergenza caldo.

Come ampiamente documentato dall'aumento degli accessi in tutti i Pronto soccorso italiani per malori e scompensi legati all'eccessivo calore in seguito all'esposizione prolungata alle elevate temperature ambientali, è innegabile che questa estate sia rovente, più delle precedenti e meno della prossima, avvertono i climatologi di tutto il mondo.

Auspicando che le persone seguano le raccomandazioni sanitarie contenute nelle campagne di sensibilizzazione, continuare ad informare sugli effetti devastanti sulla salute circolare causati dal rapido cambiamento del clima significa salvare persone, rendendole maggiormente consapevoli del rischio.

Fare in modo di prevenire che, a causa di comportamenti poco salubri ed atteggiamenti minimizzanti, gli individui mettano seriamente in pericolo la propria vita è dovere sia dei sanitari che se ne occupano sia dei giornalisti che diffondono le notizie. Entrambe le professioni vengono invece accusate in questi ultimi giorni da una parte della popolazione di esagerare negli allarmismi, di enfatizzare il problema, di parlare troppo del fenomeno. Come per ogni emergenza, anche quella climatica ha evidentemente i suoi negazionisti.

Come riconoscere e trattare tempestivamente un colpo di calore

Mi è capitato di leggere numerosi commenti sotto articoli di autorevoli firme sui maggiori quotidiani nazionali. È preoccupante come certi atteggiamenti e pensieri si ripetano, anche se cambia il problema contingente. Mi sembra un dato oggettivo il fatto che il caldo buono, quello di una volta che rendeva gradevole uscire in città come stare in spiaggia, sia un ricordo.

Oggi, senza esagerare, il sole ustiona. Dà alla testa. È oltremodo fastidioso sentirlo sulla pelle, fa venire eczemi a quella più sensibile. Persino l'aria è pesantemente irrespirabile, secca le mucose. Comunque la si pensi e qualsiasi sia la percezione soggettiva del grande calore che ci sta avvolgendo, dalla Sicilia al Trentino, è bene sapere comunque come riconoscere e trattare tempestivamente un colpo di calore, in attesa del soccorso qualificato di medici ed infermieri.

È utile capire cosa comporta per i sanitari soccorrere qualcuno vittima del caldo, ora che i casi stanno aumentando in maniera significativa e le persone si rivolgono con insistenza agli ospedali per avere cure per malesseri correlati.

È bene conoscere cosa si rischia a fare l'abituale corsetta quotidiana alle ore 17 con 38° C, come quel giovane adulto che vedo ora passare accaldato sotto la mia finestra che si affaccia sull'asfalto bollente della città. O come quel grande anziano senza cappello e tanto vestito che pedala faticosamente poco dopo andando chissà dove nell'ora più calda. Mi fanno venire un colpo di calore solo a guardarli.

Sento sirene avvinarsi, è l'ora infelice delle ambulanze che fanno il giro della rotatoria, crocevia di molti soccorsi che si incrociano. Passa l'automedica. Dalla mia abitazione - in penombra per tenere fuori anche la luce ma arieggiata e ventilata per abbassare la temperatura come è buona norma fare in assenza di condizionamento – ne vedo passare di tutti i calori ad ogni ora infuocata del giorno. E mi chiedo perplessa come facciano. Ora passa una coppia di genitori a passeggio con una carrozzina.

Le ondate di calore durano giorni e settimane

Le temperature eccessive sono aggravate da tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione. Considerando che non siamo di fronte ad un evento eccezionale ed unico, perché non proteggersi?

La salute di ciascuno - e di tutti coloro che tutelano la salute degli altri - vale più del fastidio di cambiare abitudini sociali consolidate ma diventate purtroppo inappropriate e poco prudenti. È bene che l'Inps abbia ricordato che può essere applicata la cassa integrazione per i lavoratori se la temperatura, anche quella percepita, è superiore ai 35°C. Il Ministero della Salute sottolinea che l'effetto delle ondate di calore è abbastanza immediato, passano circa 1-3 giorni tra il rapido innalzamento della temperatura ambientale e il conseguente incremento del numero degli accessi in ospedale e dei decessi, soprattutto per aggravamento di malattie preesistenti che peggiorano con il caldo eccessivo.

Poiché tali ondate sono intense e prolungate, risulta inoltre difficile per la popolazione compensare gli effetti dannosi sulla propria salute attivando i meccanismi di adattamento fisiologico al caldo.

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