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Assistente materna, Fnopo: sovrapposizione di competenze

di Redazione

In risposta alla notizia dell'istituzione di una nuova figura professionale - l'assistente materna - la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (Fnopo) non tarda ad esprimere la nostra più totale disapprovazione unitamente al nostro totale disappunto sulla questione. A fronte del bagaglio professionale posseduto dalle professioniste ostetriche, scrive la Fnopo in una lettera indirizzata al Governo, restiamo sconcertate e indignate di fronte al fatto che il decisore possa immaginare di poter creare nuove figure professionali che vanno tra l'altro a sovrapporsi per competenze a quelle già esistenti.

Fnopo su assistente materna: grave non averci consultate

mamma con neonato

L'ostetrica che si reca al domicilio delle neomamme può riconoscere situazioni di violenza domestica o fragilità psico sociale e attivare percorsi adeguati multiprofessionali.

Il Governo intenderebbe istituire una nuova figura assistenziale, l'assistente materna. A questo scopo, nel 2024 - a quanto apprende l'Ansa - l'Esecutivo ha intenzione di stanziare tra i 100 ed i 150 milioni.

Avrà il compito di accompagnare le madri nei primi sei mesi di vita del bambino con un rapporto personale diretto: non solo risponderà telefonicamente, o con videocall, ma andrà direttamente a domicilio per sostenere le donne in questa prima fase della maternità.

Già nella Nadef che sarà esaminata dal Cdm ci potrebbe essere un primo riferimento alla proposta che vedrà poi la luce o in legge di bilancio o nel collegato alla legge di bilancio.

Ove la notizia fosse confermata - scrive la Fnopo - pur comprendendo il nobile fine di voler garantire un aiuto alle madri, non possiamo che esprimere la nostra più totale disapprovazione unitamente al nostro totale disappunto sulla questione.

Le cure post-natali a sostegno della neomamma - ribadisce la Federazione - rappresentano il “core” dell’attività dell'ostetrica che, osservando e promuovendo la fisiologia, sa riconoscerne tempestivamente la deviazione e la comparsa di situazioni patologiche che possono richiedere l’intervento anche di altri specialisti.

La competenza dell’ostetrica che si reca al domicilio delle neomamme - continua la nota - può permettere di riconoscere tempestivamente situazioni di violenza domestica o di fragilità psico sociale e attivare conseguentemente percorsi adeguati multiprofessionali.

A fronte delle succitate caratteristiche professionali, universalmente riconosciute e acquisite attraverso il percorso accademico, restiamo sconcertate e indignate di fronte al fatto che il decisore possa immaginare di poter creare nuove figure professionali che vanno tra l'altro a sovrapporsi per competenze a quelle già esistenti

Altro punto da sottolineare, secondo la Fnopo, è il fatto che la gravità dell'iniziativa in questione sarebbe amplificata non solo dal fatto che non si è ritenuto utile consultare preventivamente la scrivente Federazione ma anche dal fatto che in questi anni non si è ancora provveduto ad assicurare che su tutto il territorio nazionale sia garantita la presenza delle ostetriche per le visite domiciliari in puerperio.

Crediamo che il supporto alle madri debba essere in primis garantito attraverso l’apporto professionale altamente qualificato e specialistico delle ostetriche che possono promuovere la salute per tutta la famiglia.

L'ostetrica di famiglia e di comunità che tanto abbiamo chiesto di attivare - ribadisce Fnopo - avrebbe esattamente anche questo compito. Sono possibili altre forme di sostegno attraverso pasti a domicilio o servizi di lavaggio biancheria o pulizia della casa che non richiedono di inventare nuove professionalità ma solo di trovare soluzioni rispettose dei bisogni delle famiglie ma anche di chi da sempre se ne fa carico.

L’attuazione del PNRR può rappresentare un’occasione per attivare la figura dell’Ostetrica di famiglia e di comunità e finalmente assicurare, su tutto il territorio italiano, con equità la presenza di ostetriche territoriali in numero adeguato ai bisogni della popolazione.

È assurdo e ingiustificabile il fatto che ad oggi le ostetriche non siano esplicitamente previste nelle Case di Comunità e che non venga minimamente rispettato lo standard numerico di ostetriche necessario a garantire una presenza capillare sul territorio.

Con queste premesse - chiosa la nota - nella speranza che la succitata notizia non sia veritiera, auspico in ogni caso che il Ministero adotti ogni utile iniziativa atta a sanare le succitate criticità, che certamente non possono essere risolte attraverso la creazione di nuove figure professionali.

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