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Editoriale

17 novembre 2023: le ragioni di uno sciopero

di Giordano Cotichelli

Il prossimo venerdì 17 novembre ci sarà uno sciopero generale contro la manovra del governo. Proclamato da Cgil e Uil, ma anche da Nursind e USB. I lavoratori faranno sentire la loro voce in relazione alle scelte economiche e finanziarie, ma soprattutto salariali e pensionistiche. Il governo non sembra però intenzionato in alcuna maniera a sentire le ragioni di chi paga le tasse e produce beni e servizi per questa nazione.

Sciopero infermieri: stufi di essere ignorati e sottopagati

Insomma sembra di trovarsi di fronte ad un esecutivo sordo alle richieste di chi tira avanti la baracca e si accontenta di salari che, non pochi signori della poltrona, riescono a spendere in uno shopping pomeridiano.

Il Vicepresidente del Consiglio ha replicato al Segretario Generale della Cgil, senza però entrare in merito delle questioni sindacali ed economiche sollevate. Ha fatto solo appello alla strategia troppo spesso utilizzata da molti politici: denigrare e sproloquiare in vario modo senza mai utilizzare alcun tipo di argomentazione politica. Un brutto segno che non apre ad alcun spiraglio di trattativa futura e può solo preconizzare un acuirsi della conflittualità in un muro contro muro che non serve a nessuno.

Per quello che riguarda gli infermieri il Segretario della UIL ha detto che sarà molto problematica la loro partecipazione vista la scarsità delle risorse umane a disposizione e la scure delle precettazioni. Il rischio è alto, probabilmente potrà essere temperato dall’adesione allo sciopero da sindacati professionali (Nursind) o di base (USB).

Una cosa è certa: le ore scelte d’astensione dal lavoro, e la sola giornata di venerdì non basteranno per far apportare i correttivi necessari ad una politica economica miope, incapace di darsi un lungo respiro per lo sviluppo del paese, ma solo preoccupata di avviare provvedimenti ad hoc per sé stessa e basta. Mentre la crescita del PIL, a detta degli esperti, subisce un altro rallentamento e, inutile dirlo, a pagarne le conseguenze saranno come sempre i più fragili.

Un quadro di per sé sufficiente per ricordare per l’ennesima volta la necessità che gli infermieri facciano sentire con determinazione, assieme agli altri, le ragioni loro e quelle di un paese che sarà destinato ad ammalarsi sempre più. È ora di fare sentire ciò che ha valore in una società: il primato delle ragioni della collettività, e non le ragioni del premierato dell’individualità.

A questo punto andrebbero citati i soliti quattro dati – drammatici – socioeconomici per dar peso a quanto affermato, ma un esempio di una esperienza vissuta in questi giorni può essere decisamente utile.

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Commenti (1)

MaxGen76

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40 commenti

Tutto giusto…ma…!

#1

Non entro in merito alla questione, lo sciopero è sacrosanto! Ma fin quando c’è gente che lotta in piazza per uno stadio, per la propria squadra del cuore, o peggio colleghi, ai quali tale situazione sta bene, potranno esserci tutti gli scioperi del mondo ma non si otterrà mai nulla, soprattutto se alle tante parole delle piazze, come sempre non seguono i fatti…! Ormai sono più di 20 anni che si alternano scioperi, manifestazioni ma, almeno per noi infermieri nulla di fatto! Per la legge siamo dottori, intellettuali, godiamo di autonomia professionale, responsabilità civile e penale…eppure nel 2023, siamo ancora ancillari dei medici e di tutti! Per non parlare di tutti coloro che ignorano tali leggi, o peggio fanno finta che non esistono agendo subdolamente, per tornaconto personale, per egemonia, per potere, per lucro, di fatto non permettono la loro applicazione! Sindacalisti che per poter agire debbono attendere che qualche mosca bianca denunci per demansionamento, buoni pasto, ecc, mettendo in cattiva luce il lavoratore stesso che magari ha una famiglia da mantenere! C’è la legge? Allora voi sindacalisti che andate nelle piazze, perché non fate in modo di poter farle applicare, aprendo un tavolo di trattative equo che rispetti tutte le parti in causa? Siete pagati per cosa? Anni di attesa per far sì che i pilastri del SSN oggigiorno si comincino a sgretolare! Colleghi stufi marci che scappano o peggio si licenziano! Come al solito, chi ci rimetterà non sarà il ricco, che potrà godere delle sanità fiorenti del mondo sviluppato, ma sarà il povero cittadino comune che “ingozzato” di tv spazzatura, mass media, social e film in piattaforme varie, è tenuto fuori da tali conseguenze! Svegliatevi, che addormentati già lo siamo tutti!