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Infermiera

Uccisa a coltellate a Roma, trovata in un lago di sangue

di Redazione

L'ennesima vittima di femminicidio è un'infermiera: Rossella Nappini, 52 anni, madre di due figli e dipendente dell'ospedale San Filippo Neri di Roma, è stata trovata in un lago di sangue nell'androne del palazzo in cui viveva con la madre. La vittima, colpita più volte all'addome, aveva collaborato ad una raccolta di fondi per un centro anti-violenza.

Infermiera vittima di femminicidio, ascoltato l'ex compagno in Questura

L'androne del palazzo di via Allievo (Roma) dove è stato rinvenuto il cadavere dell'infermiera Rossella Nappini.

È stata uccisa a coltellate in un palazzo in via Giuseppe Allievo, nel quartiere Trionfale-Primavalle a Roma, Rossella Nappini, un'infermiera di 52 anni che abitava nel palazzo e lavorava all'ospedale San Filippo Neri.

È stata colpita più volte all'addome, probabilmente da qualcuno che conosceva. A scoprire il corpo nell'androne sono stati due studenti: era in un lago di sangue.

Sul posto - come riporta il Corriere - sono arrivate le volanti della Questura di Roma, la sezione Omicidi della squadra mobile e la scientifica. Il cadavere, ritrovato intorno alle 17 del 4 settembre, ad un primo esame medico legale presenta numerose ferite d'arma da taglio, la maggiore parte delle quali all'addome, in corrispondenza di punti vitali. A completare il quadro saranno i risultati dell'autopsia disposta sulla salma, trasportata in obitorio in serata.

La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un'inchiesta, al momento non ci sono nomi. Gli investigatori hanno ascoltato in serata l'ex compagno (che al momento non è indagato) ed altre persone, per ricostruire le sue ultime ore di vita.

Ad unirsi al cordoglio per la scomparsa della donna, anche l'Asl Roma 1: È stata uccisa una donna, una nostra infermiera - si legge sui social dell'Azienda -. Ci uniamo nel cordoglio e nella ferma condanna della violenza, in ogni forma. Un femminicidio non è solo un episodio di cronaca ma una barbarie che dove farci riflettere e vergognare. Siamo vicini a tutte le famiglie delle vittime.

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