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Medici e infermieri corrotti: dieci indagati per frode

di Redazione Roma

In collaborazione con le forze dell’ordine albanesi, polizia e carabinieri hanno smembrato un articolato sistema di immigrazione clandestina, che permetteva l’ingresso illegale in Italia a cittadini albanesi. Alcuni di loro beneficiavano, senza alcun titolo e grazie alla complicità di medici e infermieri in servizio presso strutture ospedaliere milanesi, di costose cure mediche a spese del Sistema sanitario nazionale, altresì erogate eludendo le liste di attesa. Eseguite dieci misure cautelari: sei in carcere, tre ai domiciliari e un obbligo di firma.

Lombardia: in dieci indagati per frode al Sistema sanitario

Un importante giro di corruzione che avrebbe coinvolto infermieri, medici e funzionari di alcuni ospedali della Lombardia (San Raffaele, Humanitas, Ieo, Fatebenefratelli-Sacco, Ospedale di Cernusco e Niguarda) e un’organizzazione albanese, altrettanto senza scrupoli, che faceva ottenere ad altri immigrati connazionali sia certificati sia permessi per accedere a costose cure mediche a carico del sistema sanitario lombardo presso strutture ospedaliere pubbliche e private-convenzionate.

Nello svolgimento dell’attività investigativa è emersa, si legge nella nota diramata, una capillare rete di corruzione di medici e infermieri in servizio in ospedali pubblici e primarie strutture sanitarie private in regime di convenzione.

E ancora: Attraverso una capillare penetrazione nel sistema sanitario lombardo, con addentellati in alcuni importanti presidi ospedalieri – continua – l’organizzazione era in grado di ottenere il rilascio, da parte di medici corrotti, di false certificazioni attestanti la necessità, in capo a cittadini albanesi, di urgenti cure sanitarie in Italia e, così, consentendo l’ingresso dello straniero sul territorio nazionale. L’organizzazione, grazie da una sistematica attività corruttiva di dipendenti pubblici, otteneva il rilascio di tessere sanitarie intestate a soggetti stranieri, che non avrebbero avuto diritto alle stesse, e ciò al fine di usufruire delle prestazioni sanitarie, ove realmente godute, ovvero dell’ottenimento dei farmaci in regime di esenzione.

Disposte dieci misure cautelari

Per entrare nel nostro paese e dare seguito a tutto l’iter (il titolo d’ingresso in Italia, in apparenza per ragioni sanitarie, anche nel periodo nel quale gli spostamenti erano circoscritti a causa dell’emergenza Covid), il tariffario da corrispondere alle parti coinvolte si aggirava sui 6mila euro.

La Direzione distrettuale antimafia di Milano le ha indagate a vario titolo, contestando loro i reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale, corruzione, reati di falso e traffico illecito di farmaci – il si aggirava intorno ai 6mila euro. Dieci le misure cautelari: sei in carcere, tre agli arresti domiciliari e uno con obbligo di firma. Una vera e propria associazione a delinquere, dunque, quella che hanno scoperto gli investigatori della Squadra mobile di Bergamo e i carabinieri del Nas di Milano, a seguito dell’indagine avviata in collaborazione con le forze del’'ordine albanesi.

Cure mediche non dovute e traffico di farmaci

Mediante una diffusa (e capillare) penetrazione all’interno del Sistema sanitario regionale, l’organizzazione sarebbe riuscita ad acquisire il rilascio per i cittadini albanesi – da parte dei medici “infedeli” lombardi – di false certificazioni per le cure in Italia: a questi veniva garantito il pacchetto completo (tessera sanitaria, prescrizione, appuntamento con corsia per saltare le liste di attesa) e visite garantite.

Una modalità per riuscire a beneficiare di cure a spese del Ssr (con un danno alle tasche dei contribuenti che si aggira sui 440mila euro), o – più banalmente – un escamotage per valicare i confini italiani senza permesso di soggiorno.

Al contempo, è stato ricostruito un corposo mercato nero di farmaci (tra cui anche il Clexane, anticoagulante usato nel trattamento medico dei pazienti Covid-19) che – ottenuti dal gruppo in Italia grazie alla complicità degli stessi medici coinvolti nell’inchiesta, frodando il Servizio sanitario nazionale e con la complicità di alcune farmacie – venivano illegalmente esportati in Albania per poi essere smerciati.

Numeri alla mano, sono state accertate almeno 82 iscrizioni irregolari di soggetti albanesi al Ssn, che solo tra il gennaio 2020 ed il giugno 2021 hanno goduto di almeno 383 prestazioni ambulatoriali, nonché almeno 1.554 tra visite specialistiche, degenze e ricette, tutto in totale regime di esenzione.

Cure in cambio di sesso

Figura fondamentale, emersa nell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia, è quella di D.L.V., funzionario dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, adesso agli arresti domiciliari. Secondo le accuse, era proprio lui “la talpa” che procacciava all’organizzazione le tessere sanitarie utili ad accedere alle cure e ai farmaci in cambio di contanti, biglietti per le partite di calcio e prestazioni sessuali.

Ad ogni modo le indagini – sviluppatesi anche grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali – vanno avanti, con i militari che stanno eseguendo varie perquisizioni ed acquisizioni di atti su più di un obiettivo nel capoluogo lombardo e nella provincia.

Giornalista
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