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Attualità Infermieri

Pordenone, l’ospedale ha urgenza di infermieri

di Redazione Roma

L’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale cerca infermieri per tamponare la mancanza, divenuta oramai cronica, di professionisti in tutti i reparti. Eloquenti le parole del sindaco di Udine, Pietro Fontanini: Il personale non si crea da un giorno all’altro. C’è bisogno di un percorso di anni di studio e specializzazione.

Carenza infermieri e Oss, a Pordenone è crisi nera

La carenza di infermieri è atavica in tutta Italia. Non fa eccezione l’Azienda sanitaria Friuli Occidentale.

Il direttore generale Giuseppe Tonutti sta cercando professionisti sanitari per arginare il problema dell’assenza oramai divenuta cronica, all’interno di ogni reparto. E pur attingendo alle liste di graduatoria non si riesce a trovare la quadra.

Carenza di infermieri e di Oss, con l’Asfo che aveva segnalato un monte personale totale di 1.424 professionisti sanitari. Allo scorso 31 maggio, risultano complessivamente in servizio 1.342 operatori a tempo indeterminato. E per essere precisi, ad oggi l’Azienda necessita di 78 infermieri.

Da parte loro, i sindacati evidenziano carenze importanti che mettono in ginocchio interi reparti, a maggior ragione alla vigilia delle ferie estive. Le corsie sono scoperte e gli infermieri sotto pressione: succede così che al Pronto soccorso di Monfalcone (Gorizia), di recente tutti i professionisti sanitari hanno chiesto il trasferimento in blocco, lamentando turni di lavoro massacranti.

Sull’argomento “caldo” della sanità friulana e delle problematiche, in particolare, legate alla mancanza di personale sanitario, è intervenuto con una nota il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, puntando l’indice – soprattutto – in direzione Università del Friuli, che ha sbagliato la pianificazione del personale sanitario.

Di più. Fontanini ritiene che la problematica in oggetto non è di non facile soluzione. Il personale non si crea da un giorno all’altro – continua –, c’è bisogno di un percorso di anni di studio e specializzazione. C’è più di qualcuno che dovrebbe esprimere un umile e pubblico “mea culpa” per non aver avuto l’intelligenza e il coraggio di fare quello che andava fatto in una società come la nostra, fortemente contraddistinta dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione. È cioè una seria programmazione e previsione del personale sanitario che sarebbe stato necessario negli anni a venire, continua la nota del sindaco di Udine.

Al contempo, tra le soluzioni che le Aziende sanitarie stanno portando avanti, c’è quella di rivolgersi – sempre con maggiore frequenza – alle cooperative per sopperire alla carenza di personale e così coprire i turni negli ospedali. Gianpiero Avruscio dell’Associazione nazionale primari ospedalieri di Padova, critica e fa autocritica ai sindacati: Ritengo che se le aziende sanitarie ricorrono all’istituto degli appalti per colmare la carenza, riuscendovi, è anche perché negli anni noi non siamo stati capaci di spuntare contratti che valorizzassero sia i medici sia gli infermieri.

Giornalista
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