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Batteri e acquasantiere: quando il sacro collide con la scienza

di Fabrizio Patera

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Il sacro entra in collisione con la scienza: incriminate le fonti acquasantiere dei luoghi di culto di ogni religione. Ci sarebbero troppi batteri presenti nell'acqua benedetta, alcuni di essi abbastanza pericolosi.

GENOVA. Avete mai fatto caso alla moltitudine di batteri che si annidano e sguazzano nelle acquasantiere, fonti battesimali e svariati souvenir che contengono l'acqua benedetta?

fonte battesimale

Fonte battesimale

Farà sicuramente bene allo spirito e alla mente, ma di certo non alla salute degli ignari fedeli di qualsiasi culto in cui è prevista l'aspersione delle mani con l'acqua benedetta.   Alcuni ricercatori  dell'Istituto di Igiene e Immunologia Applicata operanti presso la Medical University of Vienna hanno eseguito svariati test, nella fattispecie  hanno considerato ventuno campioni provenienti da diverse sorgenti acquasantiere disseminate in tutta la nazione austriaca e altri diciotto campioni provenienti direttamente da Vienna.

Mediante tale studio pubblicato sulla rivista Journal of Water and Healt è emerso che in alcuni dei suddetti campioni vi era la presenza di circa 60 milioni di batteri per ogni millilitro d'acqua; risultati che addirittura rendevano le fonti d'acqua non potabili. Le infezioni derivate da tali batteri possono causare diversi problemi fisici con relative sintomatologie abbastanza importanti:

  • Vomito
  • Diarrea infiammatoria 
  • Iperpiressia
  • Dolore addominale
  • Cefalea


I più comuni batteri che i ricercatori hanno evidenziato nelle fonti infette sono stati:

  • Escherichia Coli 
  • Compylobacter
  • Enterococco


Alla luce di ciò, pur non bevendo l'acqua benedetta si va incontro spesso al contagio e alla diffusione batterica attraverso lo sfregamento. Le mani una volta inumidite possono entrare in contatto con le parti più "vulnerabili" del nostro corpo, quali: bocca, mucose oculari e narici; per non parlare delle lesioni cutanee che specie nel periodo invernale si vengono a formare sulla superficie delle mani, facilitando fortemente l'entrata nel circolo sistemico di batteri. Fin qui tutto chiaro, se non fosse che in quelle stesse fonti viene prelevata l'acqua che successivamente viene santificata e destinata al confezionamento di tantissimi souvenir, ma soprattutto usata anche nelle fonti battesimali e quindi all'uso parrocchiale. Infatti è bene sapere che quel tipo di acqua non contiene antibatterici o disinfettanti. Ora vediamo quali sono le precauzioni che vengono prese in Italia tra sacro e profano:

  • Aggiunta di sale non iodato nelle acquasantiere


Si ipotizza una riduzione batterica minima di circa in 20%;

  • Distributori di piccole quantità di acqua benedetta muniti di sensore


Idea buona in uso in pochissime regioni del Bel Paese, causa l'elevato costo che molte  comunità parrocchiali devono affrontare;

  • Cambiare l'acqua delle fonti almeno una volta al giorno


Rimane l'unica alternativa valida per ridurre di oltre il 20% la proliferazione batterica.

Ora il giudizio alla divina provvidenza...

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