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lettere al direttore

Lettera aperta al Ministro Lorenzin Beatrice

di Pietro Caputo

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Ministro dopo aver letto le sue dichiarazioni rilasciate alla conferenza stampa di presentazione, il 23 maggio, della XII Giornata nazionale del sollievo, non ho potuto fare a meno di scriverLe ciò che penso.


"Bisogna capire i motivi per cui alcune regioni non hanno attuato l'impegno assunto per le cure palliative, la terapia del dolore e l'assistenza domiciliare, quali sono i problemi incontrati e cercare di risolverli insieme. Di questo discuterò nel mio prossimo incontro con la Conferenza Stato-Regioni e con gli assessori alla sanità"

 
Mi premetto di dirLe che forse non è più il caso di capire: 
Perché le Regioni non hanno attuato gli impegni presi, ma bisogna fare in modo che li attuino in tempi brevi, perché mentre lei rilascia queste dichiarazioni e mentre io le rispondo, in regioni come Lombardia ed Emilia Romagna, malati di cancro hanno medici e infermieri che se ne prendono cura, professionisti che si recano a domicilio per garantire loro le cure necessarie; ma allo stesso tempo Ministro, in regioni come Calabria e Campania, gli stessi malati sono abbandonati al loro destino, la cattiva gestione delle risorse, l’infiltrazione delle malavita e altro ancora hanno prodotto inefficienza e abbandono, in quelle regioni purtroppo il Servizio Sanitario collassa.
 
 
"Il mio impegno sarà quello di occuparci soprattutto dei bambini, che sono i soggetti più fragili fra tutti i fragili, e delle delicatissime situazioni delle loro famiglie, promuovendo la rete per le cure palliative pediatriche.  
Inoltre in occasione del prossimo semestre di Presidenza italiana dell'Unione Europea ci impegneremo anche a promuovere un network fra i paesi membri per condividere le best practices sulle cure palliative." 
 
Ministro mi permetta di dirLe da operatore che sta di là dalla trincea, da uomo che tutti i giorni guarda negli occhi quei malati, e che per quei malati vorrebbe fare di più, mi permetta di dirLe che i bambini, per lo meno in Italia, forse sono i malati per i quali si hanno più mezzi, per i quali si prestano più attenzioni, per i quali si fa di più, capisco che parlare di bambini fa molto scalpore e l’opinione pubblica apprezza sicuramente, ma oltre i bambini al di là della della trincea ci sono giovani, ci sono donne, uomini che vedono all’improvviso svanire la loro idea di futuro, e lo Stato deve garantire a tutti loro a tutti noi, le migliori cure. 
 
 
"Approfitto di questa occasione per affrontare un tema che mi sta particolarmente a cuore: l'umanizzazione delle cure. Ci siamo purtroppo dovuti abituare ad un approccio di tipo economico anche nel settore della salute. È giunto il momento di affiancare a questo approccio anche un impegno etico, quello di essere vicino al malato e di non lasciarlo solo. A questo bisogno non si può pensare di non rispondere".
 
Leggendo queste dichiarazioni mi sono chiesto quale percorso formativo Lei avesse seguito, perché  vede Ministro gli operatori della Sanità, Noi, abbiamo conosciuto la malattia come opposto della salute, l’ alterazione dello stato fisiologico e psicologico di un organismo; “il problema eonomico”, 
quello, lo abbiamo conosciuto solo dopo, per Noi l’impegno etico esiste dal momento in cui abbiano scelto di iscriverci all’università.
 
Come non convenire invece sulle Sue opinioni circa volontariato e sprechi:
 
 
“.. il volontariato, una grande risorsa che va valorizzata perché può costituire un modello di welfare sussidiario su cui scommettere”.
 
"Ho dato mandato ai direttori generali del Ministero di studiare un piano di monitoraggio e di recupero dei pasti, perché in ospedale moltissimo cibo viene sprecato. Il cibo gettato dalle mense potrebbe essere riutilizzato con il banco alimentare, diventando parte di un circuito sociosanitario importante".
 
Apprezzo e mi auguro che porti a termine ciò che afferma in quest’ultima dichiarazione.
 

Concludendo, mi auguro che in futuro, nel paese laico Italia, il dolore “..un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole…” come tale sarà contrastata e vinta, che non ci si arrenderà più a una convivenza forzata, mi auguro che il suo lavoro si concentri anche su questo.

Grazie. 

Un Infermiere del S.S.N.

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