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Editoriale

Non si può essere infermieri senza essere pazienti

di Rosario Scotto di Vetta

Con le "sofferenze" attaccate alla nostra vita professionale, ricordiamo costantemente a noi stessi che non si può essere un infermiere senza essere pazienti.

Infermiere durante l'assistenza

Che cosa significa realmente "paziente"?

Originariamente la parola "paziente" significava "colui che soffre". Questo è il motivo per cui gli utenti di ospedali, cliniche e ambulatori sono chiamati tali; è utile da promemoria per ricordare che la pazienza ha un ruolo enorme nella nostra vita di tutti i giorni. Quando assistiamo con professionalità i malati e gli inabili, contempliamo la pazienza e solitamente lo facciamo senza che loro se ne accorgano.

Quando siamo davvero sfiniti dopo un turno di 12 ore e le luci rosse delle stanze lampeggiano e continuano ad emettere quegli odiosi suoni, non ci lamentiamo.

Anche quando abbiamo a che fare con pazienti arrabbiati, esigenti, o con i loro parenti indisciplinati, impariamo a resistere e raccogliamo quel po' di pazienza utile a superare quel momento.

Questo perché noi siamo infermieri e tutti (pazienti, parenti e personale medico compreso) si aspettano molto da noi: competenze, conoscenze e un atteggiamento adeguato alla posizione ricoperta. Con il tipo di servizio che eroghiamo, la pazienza, così, diventa insita nella nostra professione

La pazienza non deve essere usata solo per le relazioni sociali o nel campo lavorativo. A volte, nel corso degli studi universitari, abbiamo bisogno di essere davvero troppo pazienti con noi stessi.

Sono un infermiere dal 2010. E proprio come la maggior parte degli infermieri che oggi si impegnano in università per ritagliarsi un posto valido nel mondo del lavoro, ho trascorso i tre anni universitari con duro lavoro e sacrificio. I continui cambi di ospedale e di reparto, immergendomi ogni qualvolta in un nuovo contesto assistenziale e lavorativo, quell’intensa ricerca di formazione seduto per giornate intere ad ascoltare professori ripetitivi e quell’illusione insensata che forse, dopo aver conseguito la laurea, sarei stato subito assunto a motivo delle mie capacità teoriche e pratiche e non perché ho, tra i tanti, la più forte referenza politica.

Inutile dire che questa è stata e continua ad essere la condizione comune dei miei colleghi neo-infermieri. Adesso che sono un infermiere a tutti gli effetti con anni di esperienza alle spalle posso dire che la mia pazienza è stata davvero determinante.

Ci saranno molti casi in cui la nostra pazienza sarà messa alla prova non solo dalle persone con cui avremo a che fare, ma anche da nuove sfide avventizie che avremo di fronte nella nostra vita da infermieri: l'attesa per la nostra laurea in infermieristica, l'attesa per un’occupazione adeguatamente retribuita, l'attesa per un pascolo più verde con la possibilità di una vita migliore nella città che sogniamo di vivere.

Nessuno di noi lo sapeva: una volta entrati in questo campo siamo destinati a diventare le persone più pazienti che il mondo potrà mai conoscere

Con le "sofferenze" attaccate alla nostra vita professionale, abbiamo solo bisogno di ricordare costantemente a noi stessi che non si può essere un infermiere senza essere pazienti. Ricordiamo che questa sarà per sempre la nostra virtù.

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