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Infermieri Rsa sottodimensionati. Opi: sistema va riformato

di Redazione

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento, alla luce degli articoli di stampa sulla grave carenza delle dotazioni infermieristiche, sulla “fuga” di infermieri dalle RSA e sulla gestione della terapia farmacologica, intende riaffermare la propria posizione, già portata in più occasioni a partire dal 2018 all’attenzione dell’Assessorato alla Salute, attraverso documenti che contemplano analisi e relative proposte. Ad esempio? Retribuzioni economiche coerenti con i livelli di qualificazione e di responsabilità assunti.

Diritto alla salute ospiti RSA implica un investimento sugli infermieri

infermieri in corridoio

L'Opi di Trento ritiene sia necessario mettere in atto strategie condivise e strutturali per il trattenimento e l’attrattività.

Con un comunicato stampa ad hoc l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento ribadisce la forte preoccupazione perché il bene inestimabile delle cure infermieristiche, che mettono al centro la persona e la famiglia, è oggi a forte rischio per quantità e qualità.

Il riferimento in particolare è alle RSA, dove gli infermieri sono in numero insufficiente e questo non permette loro di garantire quanto atteso con il rischio tangibile di impatto sulla sicurezza e qualità delle cure.

Infatti – continua la nota - le cure infermieristiche determinano, come dimostrato dalla letteratura scientifica, migliori esiti di salute dei cittadini. Per tali ragioni, le dotazioni infermieristiche in RSA, oggi gravemente sottodimensionate, necessitano di essere adeguate per permettere agli infermieri di rispondere ai bisogni sanitari e assistenziali sempre più complessi degli ospiti.

Inoltre, gli infermieri, seppur siano in possesso di competenze altamente qualificate, anche di livello specialistico, non sempre trovano il giusto riconoscimento e collocazione per la loro massima espressione. In aggiunta a ciò, in RSA, gli infermieri non sono rappresentati in posizioni dedicate di livello dirigenziale per fornire una direzione necessaria. Questo, congiuntamente alle dotazioni infermieristiche sottodimensionate, incide sulla ridotta capacità di trattenimento e attrattività e, la scarsa partecipazione degli infermieri ai concorsi e la “fuga” dalle RSA ne sono delle tangibili manifestazioni.

Questo Ordine ritiene sia necessario mettere in atto strategie condivise e strutturali per il trattenimento e l’attrattività, a partire da:

  • Condizioni di lavoro che permettano agli infermieri di dedicarsi appieno ai propri ambiti di competenza e autonomia professionale, in un clima sicuro e stimolante
  • Opportunità di sviluppo di carriera specialistica, anche di livello dirigenziale
  • Retribuzioni economiche coerenti con i livelli di qualificazione e di responsabilità assunti
  • Modelli organizzativi innovativi a misura dei bisogni degli ospiti e che tengano conto dell’evoluzione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarie negli ultimi 20 anni

Alcune RSA – continua la nota - con importanti sforzi ma altrettanta lungimiranza, stanno introducendo innovazioni virtuose di modelli assistenziali, ma è evidente che serve una regia a livello provinciale per creare sinergie e condividere gli standard.

In merito alla somministrazione della terapia, di cui l’infermiere è il responsabile del processo, si sottolinea che questa non può essere considerata un mero atto meccanico. Sarebbe un grave errore. Ben vengano proposte di innovazione tecnologica certificate a supporto del processo di terapia, nella consapevolezza tuttavia, che la somministrazione è caratterizzata da un’elevata componente intellettuale e relazionale - educativa dell’infermiere per garantirne standard di sicurezza e qualità.

Pertanto – conclude Opi Trento - nessuna soluzione semplice ad un problema complesso e che si sta reiterando da tanto, troppo tempo, e rispetto al quale ad oggi le istanze dell’Ordine sono rimaste inascoltate. L’Ordine nel ribadire la forte preoccupazione per le importanti criticità sopra rappresentate, riconferma all’Assessorato alla Salute la propria disponibilità alla collaborazione in un tavolo dedicato con le parti interessate per intraprendere un percorso di revisione complessiva del sistema RSA, a tutela della salute degli ospiti e del valore inestimabile dei professionisti della salute.

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Commenti (1)

MaxGen76

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40 commenti

Tutto giusto a parole…ma nei fatti?

#1

Tutto giusto, nulla da eccepire! Credo però che se non c’è coesione tra gli OPI di tutta Italia, si rischia un appiattimento della nostra categoria, o peggio creare infermieri di serie A e B! “Chi ha più risorse vince”!!! Al di là del demansionamento, dello sfruttamento, piaghe difficili/impossibili da “curare” in Italia, c’è una cosa che bisogna assolutamente fare, l’uscita fuori dal comparto ed averne uno tutto nostro, come lo hanno i medici, (ad oggi lo si condivide con Ota, ausiliari, Oss, portantini, elettricisti, idraulici, giardinieri, ascensoristi), e il giusto inquadramento (come QUADRI, non come operai/impiegati). Fatto ciò bisognerebbe assumere più OSS, e far sì che ognuno si dedichi alle proprie mansioni per le quali è pagato (Conferenza Stato/Regioni 2001 che vieta la promiscuità di genere!), senza che l’infermiere debba aiutare tutti, per forza e indiscriminatamente, senza però poi essere contraccambiato!