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Taranto, l’Ordine sospende 190 infermieri senza PEC

di Redazione Roma

L’Ordine delle professioni infermieristiche di Taranto ha richiamato circa 700 professionisti per non aver attivato la posta elettronica certificata PEC (come prevede la legge, pena la sospensione dall’albo). E per 190 di loro, che hanno ignorato la prima diffida nella quale venivano concessi 30 giorni per mettersi in regola, è scattata la misura della sospensione per mancanza di domicilio digitale.

Infermieri senza PEC, Opi Taranto sospende 190 professionisti

Il riferimento normativo è chiaro: la Pec è obbligatoria per gli infermieri.

Nella raccomandata recapitata ai colleghi iscritti, il presidente dell’Opi di Taranto, Pierpaolo Volpe, rammenta che l’esercizio della professione è subordinato all’iscrizione all’albo, in assenza della quale si configura il reato di esercizio abusivo della professione punibile ai sensi dell’articolo 348 del codice penale.

Oltre al diretto interessato, la medesima raccomandata è stata recapitata alla Procura della Repubblica di Taranto per le attività del caso. Non solo in Procura ma anche alla Asl (per i dipendenti pubblici), al comando Carabinieri per la tutela della salute, all’assessorato regionale alla Salute, interessando tutti gli Ordini professionali d’Italia e perfino il Ministero della Salute e il Ministero dell’Interno.

Una misura forte, non di certo assunta a cuor leggero, quella che l’Opi Taranto ha dovuto prendere. La nostra è una corsa contro il tempo, un obbligo imposto per legge che in qualità di ente sussidiario dello Stato siamo costretti a far rispettare. Il riferimento normativo è chiaro: la Pec è obbligatoria per gli infermieri come stabilito nel decreto legge n. 185 del 29 novembre 2008, in particolare al comma 7 dell’art. 16.

Che recita così: I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli ordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato, consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata.

Anche il decreto legge n. 76 del 16 luglio 2020 (Decreto Semplificazione), pubblicato nel Supplemento ordinario n. 24/L alla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 16 luglio 2020, ribadisce l’obbligo per i professionisti. L’inadempimento del succitato obbligo prevede la sospensione dell’iscritto fino all’avvenuta comunicazione del domicilio digitale.

Tornando alle parole di Volpe, il tempo a disposizione per gli inadempienti, insomma, c’è stato. Va poi detto che già da alcuni anni l’Opi Taranto ha fornito in modo gratuito ai propri iscritti un indirizzo di posta certificata. Sarebbe stato sufficiente chiederlo, ma dai 190 infermieri sospesi non è giunta nessuna richiesta né hanno risposto alla diffida inviata nello scorso agosto.

Quando ho preso le redini dell’Ordine – incalza il presidente – gli infermieri inadempienti erano 1200 e grazie agli avvisi e ai solleciti siamo arrivati a meno di 200. Adesso, per rientrare nei ranghi, gli infermieri sospesi dovranno – così com’era avvenuto ad esempio, nel caso dei 96 infermieri sospesi da Opi Firenze-Pistoia – seguire un percorso che consentirà loro di iscriversi nuovamente all’albo (prima, però, dovranno aver acquisito un domicilio digitale). Chi intende invece contestare il provvedimento, dovrà presentare ricorso al Tar.

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