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COVID-19

Il bla bla bla della gente che non molla mai

di Monica Vaccaretti

Mi chiedo in che tempi viviamo e che in mondo diverso dal mio vivano tutte queste persone che si ostinano a non capire la drammaticità e la follia dei nostri giorni. Otto milioni di italiani continuano a rifiutare il vaccino. Si falsificano addirittura i greenpass con i QR code di Topolino e si cerca di far bloccare l'app di verifica Covid-19 con decine di migliaia di recensioni negative. Stando dalla parte dei tamponi ci si rende conto di quanta gente manchi all'appello vaccinale e non per paura, ma per stupidità ed ignoranza.

Se non ci vacciniamo tutti nessuno è sicuro

La gente come noi non molla mai, cantano i no vax no pass no mask no tamp no lockdown no dittatura sanitaria no distanziamento. Sono il fronte no tutto. Sfilano in corteo lungo le principali vie delle nostre città, si infettano allegramente, scoppiano i focolai soprattutto nel Nord-Est. Senza nessuna consapevolezza del rischio. Con l'insostenibile leggerezza dell'essere. Con irresponsabilità. Trieste. Bolzano. Padova. Anche Vicenza, la seconda provincia in Veneto per numero di nuovi casi.

Il Covid rialza la testa, scrivono i giornali dopo l'improvviso rialzo della curva del contagio, dei ricoveri, della conta dei morti degli ultimi giorni, secondo i dati della Fondazione GIMBE e del Ministero. Mi chiedo quando mai l'ha abbassata, il virus circola da due anni con noi. E corre veloce perché sono le persone che sono tornate ad essere troppo in movimento, troppo vicine, imprudenti.

Non mi sorprende affatto questa ripresa, bastava osservare nei mesi scorsi il comportamento sociale delle persone che hanno mollato l'attenzione. Mi chiedo sempre più sgomenta in che mondo viva la gente che non molla mai.

Nel mio mondo l'Europa è tornata ad essere epicentro della pandemia, secondo i dati epidemiologici e le mappe colorate dell'ECDC. Per L'EMA siamo ufficialmente nella quarta ondata a causa di una lenta immunizzazione di massa, partita in quarta si è poi affievolita trovando una ostinata resistenza vaccinale. In Romania e Bulgaria ci sono più morti che in Brasile. I Paesi nei Balcani non si vaccinano e gli ospedali sono al collasso.

In Germania, dove oggi si contano oltre 30 mila contagi e 200 morti al giorno, si assiste ad un picco drastico e il Ministro della Salute dice che siamo di fronte alla pandemia dei non vaccinati. La Russia da settimane è in lockdown con 1200 decessi. In Cina le autorità sono allarmate per i nuovi focolai e invitano la popolazione a fare scorta di beni essenziali e a non uscire di casa.

Secondo l'OMS l'Europa rischia un altro mezzo milione di morti nei prossimi tre mesi invernali. Mi ricorda tanto il periodo novembre-febbraio dello scorso anno. Oggi in Veneto ci sono stati 734 positivi e il Governatore Zaia ha dichiarato che non vuole vedere la Regione ancora in zona gialla o rossa. Non possiamo tornare indietro e la pandemia non è finita. Ma va?

In Friuli, dove la situazione sanitaria è particolarmente allarmante con il superamento della soglia delle terapie intensive, secondo il sindaco di Trieste i non vaccinati sono come disertori a rischio fucilazioni e Fedriga dice basta alle idiozie della gente che si informa sui social: Il vaccino c'è, funziona e non è sperimentale. Adesso alziamo la voce anche noi. Basta idiozie dai no vax, non mi fate paura. L'idiozia non può più avere spazio e si deve smettere di fare danno alla salute e all'economia. Secondo il prefetto triestino è arrivato il momento di limitare la libertà di manifestare. Alla buonora, penso.

Intanto hanno permesso per settimane alla gente che non molla mai di urlare in barba alle norme anti-contagio. A causa di una minoranza la salute pubblica è minacciata da una ideologia folle. Nessuno si salva da solo, si diceva un anno fa. Infatti, se non ci vacciniamo tutti nessuno è sicuro, continua ad ammonire l'OMS. La pandemia non si ferma se non ci fermiamo noi, se non ci mettiamo in testa che non esiste nessuna dietrologia da complotto mondiale e che bisogna accettare le regole rigorose per venirne fuori. Se la gente che non molla mai non molla di dire e fare idiozie, sarà tutto più lungo e difficile.

La gente come loro non molla mai, rifletto osservando perplessa i lavoratori che affollano il nostro Centro tamponi e quelli davanti alle farmacie lungo le strade che mi riportano a casa dopo il turno. Mi chiedo in che tempi viviamo e che in mondo diverso dal mio vivano tutte queste persone che si ostinano a non capire la drammaticità e la follia dei nostri giorni. Otto milioni di italiani continuano a rifiutare il vaccino. Si falsificano addirittura i greenpass con i QR code di Topolino e si cerca di far bloccare l'app di verifica Covid-19 con decine di migliaia di recensioni negative.

Stando dalla parte dei tamponi ci si rende conto di quanta gente manchi all'appello vaccinale

E non per paura, ma per stupidità ed ignoranza. Per falsificazione della realtà. Sono tanti, uomini e donne dai 20 ai 60 anni. Di ogni estrazione sociale e categoria professionale. Sono gli ultimi irriducibili, convinti e fermi nelle loro posizioni. Lo esprimono con le loro esternazioni, la postura, la comunicazione non verbale. Sono arrabbiati contro il governo ed infastiditi in modo esagerato dalla prestazione cui devono per legge sottoporsi per il conseguimento della Certificazione Verde. Gli è stata data l'alternativa al vaccino nel rispetto della loro libertà e ancora non basta.

Non vogliono pagare, lo ritengono ingiusto per andare a lavorare. È stata questa la giustificazione di un trentenne senza vergogna, scoperto a dichiarare il falso: per quindici volte ha fatto il tampone gratuito per andare a fare visita al nonno in casa di riposo, peccato che il nonno fosse morto da un mese.

Alcuni cercano la provocazione. Si presentano con mascherine scritte Vivi e liberi, No alla dittatura sanitaria. I vaccini uccidono. Borbottano. Mi tocca pagare per sentirmi dire che sono sano e Dobbiamo ribellarci.

Il 15 ottobre alle sette del mattino il primo lavoratore a cui ho eseguito il tampone mi ha messo con un pugno sul tavolo la sua ricevuta di pagamento imprecando con un: Quanti soldi prendete voi infermieri con questi tamponi? Sono qui per garantirle la prestazione di cui ha bisogno e per tutelare la sua salute, ho risposto con gentilezza e fermezza. Bella risposta, signora. Complimenti, bella risposta e se ne è andato tirando bestemmie alla veneta.

La gente che non molla mai ci dice di fare piano, perché hanno le narici distrutte dai tamponi, ci dice come lo dobbiamo fare e per quanti secondi dobbiamo ruotare, che in farmacia lo fanno meglio, lo fanno diverso. Ci dice di non andare sino al cervello. No tranquillo vado solo sino al lobo temporale, ha risposto ieri un collega con lo stesso tono tranquillo del dottor House. Come mai oggi non avete quei tamponi grossi? e Ancora più grossi potete usarli così ci fate più male, ci dicono altri.

È difficile avere a che fare con questa tipologia di utenza aggressiva e irrispettosa del nostro tempo, della nostra pazienza e della nostra professionalità. Certamente gli infermieri sono sottoposti ad un notevole e prolungato stress lavorativo. Ora non solo dobbiamo affrontare la quarta ondata con addosso tutta la stanchezza delle tre ondate precedenti, ma dobbiamo contare fino a cento per non rispondere male alla gente che non molla mai

Nel box entra un contagiato che sta male e che prendiamo in carico, subito dopo sulla sedia nera si accomoda un no vax che brontola, fa smorfie con il naso, si lamenta grandemente del dolore. Arrivano a tutte le ore, soprattutto prima e dopo il turno di lavoro. Alla sera la tensione è più alta, come tutti i lavoratori si è stanchi. Gli uomini hanno sguardi torvi e mani che lavorano. Unte di grasso, le unghie nere. Callose, tagliate, ferite. Oggi un imbianchino aveva schizzi di colore sulla pelle.

Sono edili, camionisti dell'Est, badanti, professoresse, studenti universitari. Italiani e stranieri, nessuna distinzione, si presentano con le scarpe antinfortunistica, gonne eleganti o con le cravatte e la ventiquattrore. Come nelle farmacie, le liste di prenotazione sono piene e facciamo tamponi ogni 2 minuti, secondo quanto richiesto dall'Azienda. Per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, siamo aperti fino alle 21 di sera, tutti i giorni, compresi i festivi e le feste comandate.

Per garantire il loro diritto di non vaccinarsi lavoriamo sette giorni su 7, se Dio si è riposato il settimo noi infermieri ci riposiamo l'ottavo quando non ci viene richiesta anche la prestazione aggiuntiva. Alla gente come loro che non molla mai, verso la quale mantengo un alto profilo professionale e adotto la strategia del silenzio di fronte all'idiozia, vorrei poter dire di vaccinarsi e salvarsi.

Sono i prossimi che finiranno in ospedale, ma so che francamente non posso impedire che capiti. E realizzo, tuttavia, che non mi importa più perché è stato fatto e ancora siamo qui a fare tutto il possibile e l'impossibile. L'informazione è stata data e ripetuta, la campagna vaccinale è ancora in atto e il vaccino è offerto gratuitamente e senza prenotazione, non viene mandato via nessuno. In tre settimane, soltanto un quarantenne tra centinaia di persone mi ha chiesto informazioni sulla vaccinazione e se poteva parlare con un medico per fugare dubbi e paure.

Quei pochi che si presentano per la prima dose scrivono di loro pugno sul modulo del consenso e dell'anamnesi che sono obbligati al trattamento e che si tratta di un ricatto politico ed economico della dittatura sanitaria. Se imponessero davvero l'obbligo vaccinale, credo che ci sarebbero ancora sacche di resistenza. Certe idiozie sono dure a morire.

Alla gente che non molla mai vorrei dire che se ne devono fare una ragione per il greenpass, perché non sarà abolito e che lo stato d'emergenza sarà prorogato. Il New York Times ha sottolineato che l'Italia è, tra i Paesi Occidentali, la più audace nella gestione della pandemia. Lo è stata con il lockdown, la prima ad averlo messo in atto e poi copiato da tutto il mondo. Lo è ora con il greenpass, già lo stanno adottando anche in altre democrazie. Con buona pace della gente che non molla mai, le norme di controllo e le restrizioni servono e sono orgogliosamente Made in Italy. Guarda caso, in Italia le cose vanno meglio che altrove e la ripresa del Covid, con i 6000 casi di oggi, è più lieve. Si resiste grazie ad una delle più alte coperture vaccinali in Europa e nel mondo. Ma non basta se si riapre tutto e non si tiene su la mascherina anche all'aperto, come continuano a fare in Portogallo che ha raggiunto il 100% della popolazione vaccinabile.

Alla gente che non molla mai tra gli infermieri no vax già sospesi e quelli no pass - che sono obbligati a presentare il greenpass ogni 48 ore a pagamento di tasca propria fintanto che non vanno in commissione e non lo fanno - vorrei dire che possono non prendersi la briga di tornare al lavoro quando il Covid sarà una malattia come un'altra. Per me possono cambiare mestiere, fare altro. Perché non ci dovrebbe essere posto di nuovo per chi ha convinzioni antiscientifiche, per chi abbandona i malati e li mette in pericolo, per chi volta le spalle ai colleghi che invece sono rimasti a battagliare.

Il Sistema Sanitario Nazionale è già al collasso, ma non si perde niente se il personale che fa il Sistema non crede alla scienza e alla medicina. Sono solo zavorra di cui si perde stima e fiducia, per quanto possano essere stati finora dei validi professionisti. Se non sono recuperabili e hanno avuto mesi per farlo dopo l'entrata in vigore dell'obbligo vaccinale, meglio cercare di resistere con la forza di abnegazione di chi resta aspettando i giovani infermieri che si stanno laureando anche se non bastano mai. Trovo che sia imperdonabile che chi ha la capacità di capire le divulgazioni scientifiche e il contesto epidemiologico esprima opinioni alla stregua di chi non è laureato in medicina.

Come si può dire ad un dirigente che ti convoca prima della sospensione: Non mi vaccinerò mai perché dentro i vaccini ci sono i feti abortiti? La laurea, in certi casi, va stracciata. Questi infermieri dovrebbero tornare all'università e non in corsia.

E poi c'è gente che non molla mai anche tra i genitori degli studenti di dodici classi del triennio del più prestigioso liceo scientifico di Vicenza, il G. B. Quadri dove mi sono diplomata quasi vent'anni fa. È capitato che molti mamme e papà si siano opposti all'iniziativa della scuola, per promuovere l'informazione scientifica, di invitare il primario di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, il dottor Matteo Bassetti, a tenere una conferenza in streaming sull'impatto che le malattie infettive e in particolare il Covid 19 hanno avuto e avranno sul mondo della scuola.

La proposta era rivolta soprattutto all'indirizzo biomedico che potenzia le discipline che preparano alle facoltà sanitarie. I genitori hanno dapprima richiesto un contraddittorio per confutare le evidenze scientifiche del noto virologo, poi hanno chiesto di poter presentare una lista di domande da porre al medico. Al rifiuto della presidenza, hanno chiesto di poter presenziare alla lezione a distanza ma è stato risposto che la didattica è rivolta agli studenti.

Quando il Preside ha ribadito che il link per il collegamento sarebbe stato regolarmente inviato al medico docente come da proposta formativa indirizzata esclusivamente agli studenti, i genitori hanno chiesto di poter lasciare a casa i loro figli. Durante il regolare svolgimento della lezione del professor Bassetti, un gruppo di genitori aderenti all'associazione vicentina “Abbi dubbi” e al Movimento vicentino No Green Pass si è riunito davanti al liceo per mettere in atto una contestazione sotto forma di sit-in di protesta, megafono e volantinaggio all'esterno dell'Istituto con una decina di domande che i ragazzi avrebbero potuto porgere al virologo durante l'incontro, come la questione controversa della vaccinazione ai minori di 12 anni, la cura con il plasma iperimmune, la cura del Covid con i farmaci tradizionali.

Alcuni studenti provaccini e pro green pass hanno avuto un momento di confronto duro con i manifestanti. Siamo arrivati al paradosso che è meglio sorvolare su questi argomenti scientifici perché altrimenti induci le persone a schierarsi pro o contro vaccini - ha dichiarato il dirigente del Quadri, Paolo Jacolino. Mi sembra che si stiano perdendo le coordinate, si parla di una cosa e la gente ne capisce un'altra. È inaccettabile che una proposta formativa scientifica venga usata per fare propaganda antiscientifica. Certa gente dovrebbe tornare a scuola e non andare in piazza, ha dichiarato il virologo.

Ai tempi della quarta ondata il bla bla bla non è più tollerabile. Basta. Basta. Basta. Per dirla alla Guterres, segretario generale dell'ONU.

Infermiere

Commenti (1)

Allenotna

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2 commenti

Brava Monica

#1

Anzi bravissima. Un bell'articolo, molto ben scritto. Apprezzo e seguo sempre ben volentieri quello che scrivi. Spero che ti leggano in tanti. Anche se sono sempre più scoraggiata.