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COVID-19

Brindisi, sospeso senza stipendio l’infermiere no vax

di Redazione Roma

L’operatore sanitario era stato diffidato con altri quattro colleghi e in risposta aveva inviato un certificato firmato dal suo medico curante in cui era indicato, genericamente, di non potersi sottoporre al vaccino per alcune patologie. Il certificato? Ha decretato un passaggio più rapido alla sospensione, spiega l’Asl.

Sospensione dal lavoro e niente stipendio per l'nfermiere no vax

Sanitari no vax, l’Asl di Brindisi ha adottato il primo provvedimento di sospensione nei confronti di un infermiere

Sospeso dal lavoro e senza percepire lo stipendio fino al 31 dicembre 2021. L’Asl di Brindisi ha adottato il primo provvedimento di sospensione nei confronti di un infermiere dell’ospedale Perrino che si è opposto alla vaccinazione anti Covid (l’uomo ha presentato un certificato medico attestante delle patologie valutate, dal medico che ha redatto il documento, non compatibili con il vaccino).

Lo stesso infermiere, insieme a quattro colleghi, lo scorso 13 maggio aveva inviato una missiva alla Asl, attraverso il proprio legale, nella quale riportava la ferma volontà di non sottoporsi al vaccino e che, concluse le ferie forzate, intendeva rientrare in servizio.

Da parte sua l’Azienda aveva invitato i 5 operatori sanitari a inviare, nell’arco di cinque giorni, la documentazione medica attestante le motivazioni della mancata vaccinazione. Solo l’infermiere, ad oggi, si è attivato in merito. E la risposta – come da Decreto legge n. 44/2021 –, oltremodo in considerazione delle norme sul pubblico impiego e in materia di sicurezza sul posto di lavoro, non si è fatta attendere. La Asl di Brindisi, infatti, ha ritenuto di non poter impiegare il dipendente in nessuna altra mansione valutando il rischio del contagio (A chi afferma di mettere queste persone dietro una scrivania, rispondo che è preferibile mandarle a casa, aveva dichiarato il direttore generale dell’Asl, Giuseppe Pasqualone).

E gli altri quattro infermieri? A breve saranno diffidati a vaccinarsi e, a differenza del collega sospeso, non avendo ancora prodotto un certificato medico, verranno sottoposti a un giudizio di idoneità da parte del medico competente designato dall’Asl, spiega il manager interpellato da “BrindisiReport”. Elenco sott’occhio sarebbero 40, complessivamente, gli operatori sanitari dell’Asl non vaccinati. E ciò consente a Pasqualone di rimarcare: Stiamo vaccinando qualsivoglia soggetto con qualsiasi tipo di patologia. La totalità dei colleghi si sono vaccinati e si stanno sacrificando. Il certificato medico prodotto? Ha decretato un passaggio più immediato alla sospensione, poiché è lampante che non potendo chiedere un giudizio di idoneità oppure che l’operatore si vaccini, non posso consentire che rientri in servizio.

Ed è un tasto dolente questo, su cui il manager preme con forza, escludendo nel modo più categorico di destinare medici, infermieri e OSS a mansioni che non rientrino nelle proprie: È assurdo comprendere come un sanitario non possa capire che non possa fare altro che il suo lavoro. Quindi precisa: Il nostro Dvr – il documento di valutazione dei rischi che costituisce la mappatura dei rischi per la salute e la sicurezza presenti in un’azienda – prevede che tutte le aree sanitarie siano ad alto rischio di infezione da Sars-Cov2. Pertanto, zero alternative. Se vengono messi pure a fare gli amministrativi, lo considero un torto verso chi si è sacrificato oltremodo. Un sanitario non ha fatto un concorso per ricoprire mansioni amministrative, così come io non posso indossare il camice bianco e fare il medico.

Giornalista

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