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Infermiere spiate sotto la doccia, si teme il revenge porn

di Redazione Roma

Proseguono le indagini per scoprire chi ha collocato la microcamera negli spogliatoi di infermiere, Oss e altre dipendenti all’interno dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. La procura di Firenze ha chiesto supporto alla polizia postale: l’ipotesi di reato è accesso abusivo al sistema informatico. Gli investigatori temono che le immagini possano essere usate anche per minacciare le donne. Non escludendo, poi, che qualcuno le abbia già pubblicate online (in questo caso, chi ha installato la microcamera rischia l’accusa di revenge porn). L’Opi Firenze-Pistoia: Una violenza subdola e oltraggiosa, fisica e morale.

L'ombra del revenge porn dietro la telecamera nascosta negli spogliatoi

Infermiere spiate sotto la doccia, Massai (Opi FI-PT): violenza subdola.

Quanto accaduto è gravissimo e deve essere punito. Abbiamo fiducia che le indagini condurranno ad individuare i responsabili.

Così il presidente di Opi Firenze-Pistoia, Danilo Massai, in merito ai gravi fatti avvenuti all’ospedale San Giuseppe di Empoli dove è stata scoperta una microcamera nel muro di una doccia riservata al personale femminile, in ampia parte infermiere ed Oss. Sembra che siano state oltre cento le donne spiate durante la doccia.

L’Asl Toscana Centro ha avviato un’indagine interna, mentre la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per accesso a sistema informatico.

Procediamo con ordine. Da parte sua, Massai – congiuntamente ad esprimere la piena solidarietà alle lavoratrici vittime di questa barbarie – tiene a precisare che parliamo a tutti gli effetti una violenza. Di più. La violenza non è esclusivamente fisica e va condannata a ogni livello e in qualsiasi contesto – prosegue – ma è oltraggioso che professioniste impegnate nella cura e nell’assistenza si trovino coinvolte in una vicenda di questo tipo.

Una vicenda subdola, lesiva della dignità – del corpo e dell’animo – su cui la procura fiorentina ha chiesto sostegno alla polizia postale e ai suoi specialisti, che dovranno scandagliare la rete alla ricerca di riscontri. Gli investigatori temono che le immagini rubate possano già circolare sul web. Nel caso, si parlerebbe di revenge porn, dunque di diffusione e condivisione di immagini o video intimi senza il consenso dei soggetti interessati, che potrebbero avere anche fini di ritorsione oppure di vendetta. Tra le vittime coinvolte che lavorano all’ospedale San Giuseppe montano la preoccupazione e la rabbia, anche perché non è ancora chiaro da quanto venissero spiate con la microcamera.

C’è il sospetto che le riprese all’interno della doccia avvenissero ormai da mesi, forse già nello scorso anno, afferma Gianni Piccini, sindacalista del Nursind e infermiere del 118 di Empoli, che sta seguendo la vicenda dal principio e che si costituirà parte civile. Secondo il suo racconto, sul finire del 2021 erano stati fatti dei lavori per sostituire i vetri del box e alcune colleghe avevano lamentato di alcuni fori sospetti nelle docce, ma la questione non venne sviscerata. Si tratta in ogni caso di un’azione appositamente premeditata, anche perché la presenza di un monitor nello spogliatoio maschile attiguo non è giustificata, il commento ancora di Piccini.

La microcamera nascosta nello spogliatoio dell’ospedale per spiare le operatrici sanitarie è stata scoperta due settimane fa da una di loro, che mentre faceva la doccia ha notato un cerchietto nel muro. Quindi ha avvisato le colleghe e tutte insieme, pinzette alla mano, sono riuscite a sfilare lo spioncino dalla parete e con lui il filo al quale era collegato. Il resto (il monitor) è stato quindi rinvenuto dai carabinieri. Dopo il ritrovamento, gli stessi i militari hanno effettuato minuziosi controlli anche in tutti gli altri spogliatoi femminili del Sant’Andrea. Con esito (fortunatamente) negativo.

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