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Attualità Infermieri

Trento, Ordine degli infermieri contesta i dati del Dg Ferro

di Redazione

Una valutazione meramente quantitativa di un +7% di infermieri, seppur oggettiva confrontando i dati prima della pandemia con l'anno 2023, è evidentemente riduttiva, banalizza l'attuale situazione di sofferenza in cui si trova il sistema sanitario provinciale e soprattutto offende gli infermieri che, in più occasioni anche recenti, hanno manifestato la loro crescente preoccupazione e demotivazione. Così l'Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Trento intervenendo in merito alle dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal Direttore Generale Antonio Ferro, secondo il quale la situazione, dopo le numerose dimissioni di infermieri e medici nel 2022 e nel 2023, non sarebbe così drammatica.

Opi Trento: mera valutazione quantitativa offende gli infermieri

Daniel Pedrotti, presidente Opi Trento

Ci sono stati più assunti che dimessi e il numero di teste equivalenti è superiore rispetto al 2019. I dati dimostrano che abbiamo più personale adesso che prima del Covid, aveva dichiarato il dg.

Ciò vuol dire che il Trentino è attrattivo, che la scuola di medicina è stata un investimento importante della precedente giunta e che quindi il complesso della forza lavoro, che è l'elemento più importante di un'azienda, è forte e stabile. I dati relativi alle dimissioni e alle assunzioni sono state confermate anche dall'assessore Mario Tonina, che riferisce di 127 infermieri e 35 medici in più rispetto al 2019.

Sebbene si sia registrato un aumento dell'organico, nei reparti trentini serpeggia il malumore, i carici di lavoro sono descritti come insostenibili, saltano ferie e riposi e, nonostante tutto, le liste di attesa non si accorciano, a tal punto che anche nel 2023 è stato necessario chiedere un aiuto alle strutture private convenzionate per soddisfare l'aumento delle richieste da parte della popolazione.

È necessaria una presa di consapevolezza istituzionale della situazione, sottolinea l'Opi intervenendo sulla questione. L'Ordine degli Infermieri ritiene che tale consapevolezza sia un requisito fondamentale per avviare un percorso virtuoso di riforma del sistema sanitario provinciale, sin dall'assistenza territoriale: Serve una politica del personale basata sull'assunto che i professionisti sanitari sono il patrimonio del sistema salute, sui quali occorre investire attraverso concrete strategie di attrattività e trattenimento, andando oltre i ringraziamenti e il marketing, ammonisce.

Professionisti sanitari: una mera valutazione quantitativa è riduttiva e offende gli infermieri. Serve consapevolezza istituzionale per invertire la rotta

L'Opi Trento contesta pertanto i dati forniti dal Direttore Generale, in quanto per fornire un'analisi accurata occorre darvi un significato, integrando questi numeri con elementi qualitativi e di contesto che caratterizzano il territorio.

Secondo l'Ordine esistono precise variabili che non possono essere trascurate nella valutazione della situazione in quanto sono fondamentali per determinare un aumento del fabbisogno di professionisti sanitari che richiedono altresì livelli di qualificazione sempre più elevati al fine di garantire risposte di salute sicure e di qualità.

Nel valutare se quel +7% è sufficiente occorre considerare, ad esempio, l'aumento esponenziale della domanda di prestazioni, di cura e di presa in carico di situazioni complesse e/o instabili sia sotto il profilo clinico assistenziale che sociale nonchè il potenziamento delle strutture sanitarie e l'aumento di nuovi servizi. E non da ultimo si deve tenere in forte considerazione l'irrinunciabilità della relazione, intesa come tempo di cura secondo quanto affermato anche dal codice deontologico degli infermieri.

Per poterne dare senso, il dato dell'aumento di infermieri del 7% va integrato inoltre considerando altri aspetti, come l'insoddisfazione e la demotivazione manifestate dal personale e le condizioni dell'esercizio professionale, come l'instabilità delle équipe per l'elevato turnover, i giorni di ferie non godute, gli straordinari, i rientri in servizio non programmati, le dimissioni volontarie, precisa l'Ordine auspicando che la consapevolezza della reale situazione associata alla responsabilità istituzionale possa garantire il diritto alla salute dei cittadini, anche alla luce delle opportunità e delle autonomie date dallo Statuto Speciale di cui gode il Trentino.

Stiamo lavorando per creare i presupposti affinché i giovani scelgano con consapevolezza di lavorare nella sanità. Se servono maggiori risorse, le metteremo perchè se riusciamo a motivare il personale, non solo economicamente, ci guadagnamo tutti, ha dichiarato Tonina, dicendosi consapevole che occorre migliorare le condizioni di lavoro e garantire il giusto riconoscimento a professionisti che sono stati messi a dura prova nel periodo Covid. Sono convinto che se si vuole garantire un servizio di qualità occorre investire sulle persone, attraverso la preparazione e la valorizzazione del personale, ha concluso l'assessore.

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