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modello assistenziale

Patient engagement per outcomes assistenziali migliori

di Redazione

La sanità e il coinvolgimento attivo della persona come modello di partecipazione attiva del paziente nel contesto sociosanitario. Il patient engagement vede il paziente attore-protagonista del sistema di cura ed è una delle sfide del futuro per il Sistema sanitario nazionale.

Coinvolgimento concreto nell'assistenza, il patient engagement

Si discute molto di nuovi modelli socioassistenziali, di nuove prospettive all’interno del contesto del Sistema Sanitario Nazionale e di coinvolgimento attivo dell’utente al mantenimento e al miglioramento del proprio stato di salute, ma quando si parla di patient engagement di cosa parliamo?

Si tratta di un coinvolgimento attivo dei pazienti nel loro processo di cura all’interno del Sistema Sanitario Nazionale e per arrivare all’implementazione di un modello assistenziale partecipativo in sanità serve necessariamente un cambiamento socioculturale, come anche spiegato dalla dott.ssa Graffigna, professore associato di Psicologia all’Università Cattolica di Milano.

È oramai noto che utenti poco coinvolti, poco responsabilizzati e non resi realmente consapevoli del loro personale processo di cura rischiano notevolmente di più di incorrere in ricadute e/o aggravamenti del loro stato di salute.

Il patient engagement è, dunque, una priorità etica e pragmatica per garantire una sostenibilità futura del Ssn. È una delle evidenze emerse dagli studi condotti dal centro di ricerca “EngageMinds Hub” dell’Università Cattolica su un campione di popolazione di 1389 pazienti cronici italiani.

A risentire dell’effetto negativo della mancanza di engagement è anche il portafoglio degli utenti: la spesa sanitaria mensile out-of-pocket (ovvero quella che esce direttamente dalle tasche dei cittadini) appare raddoppiata quando la persona ha un basso livello di engagement e non si sente protagonista del proprio percorso assistenziale. Dato, questo, emerso durante la Prima Conferenza di Consenso per il Patient Engagement in ambito clinico-assistenziale per le malattie croniche, promossa dall’Università Cattolica in collaborazione con la DG Welfare di Regione Lombardia.

Il paziente attore-protagonista del sistema di cura è la sfida del futuro per il modello patient engagement, valorizzandone le scelte consapevoli, le priorità assistenziali, il contesto di vita familiare.

Protagonismo della persona che anche il Piano Nazionale della Cronicità indica come via maestra per l’innovazione sanitaria, dettaglio spiegato dagli esperti dell’Università Cattolica in una nota che fa il punto sulla conferenza.

Tuttavia, nonostante le promettenti evidenze scientifiche sul valore dell’Engagement per il benessere della persona e l’efficienza del sistema, più della metà dei pazienti cronici italiani dichiara di non sentirsi adeguatamente sostenuto e legittimato a giocare un ruolo proattivo nel proprio percorso socio-sanitario.

Va anche posto l’accento sull’urgenza di una rivoluzione organizzativa e culturale al fine di promuovere il protagonismo delle persone in sanità. Un principio facile a dirsi, ma complesso nella sua realizzazione anche perché ad oggi mancano linee guida condivise circa le metodologie e strumenti per la promozione dell’engagement del paziente cronico, affermano dall’Università Cattolica.

Come precisato dalla dott.ssa Graffigna è fondamentale definire raccomandazioni condivise, appare un passo fondamentale per far passare il patient engagement da un “buon proposito” ad un “processo reale” della quotidianità assistenziale.

Come emerge anche all’interno di queste indicazioni appare fondamentale il coinvolgimento di tutti i professionisti della salute che gravitano attorno al paziente, ovvero anche gli infermieri, che in questo modello di gestione del paziente appaiono più che mai al centro del processo di cura e del processo socioassistenziale risultando ancora una volta anello fondamentale di comunicazione tra il paziente, la sua famiglia e il Sistema Sanitario del territorio di riferimento.

Una nuova sfida, dunque, attende la nostra professione.

Zani Mirko, infermiere

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