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Sanità, sindacati: fumata nera, in bilico proroga precari Ssr

di Redazione

Pubblico Impiego

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La carenza di personale sta mettendo in ginocchio la sanità del Lazio e ancora la Regione Lazio non è riuscita a prorogare i contratti a tempo determinato in scadenza al 31 dicembre prossimo. È un fatto gravissimo: l’anno nuovo rischia di aprirsi con 2.000 lavoratori a casa e servizi sanitari al collasso. Questa, in una nota, la denuncia di Giancarlo Cenciarelli, Giancarlo Cosentino e Sandro Bernardini, vertici delle federazioni di categoria Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma Lazio.

Cgil Cisl Uil: gravissimo, da gennaio lavoratori a casa e servizi al collasso

È incredibile che nell’incontro di oggi (martedì 19 dicembre, ndr.) non si sia riuscita a trovare la sintesi tra le esigenze impellenti del sistema sanitario regionale e gli intendimenti della Regione. Il ritardo accumulato è una spada di Damocle che pende sull’intera comunità regionale e non solo. Non si può permettere la paralisi dei servizi alla salute, tanto più in considerazione del fatto che si avvicina un evento globale come il Giubileo, a fronte del quale l’amministrazione regionale ha già incassato i finanziamenti destinati all’implementazione del Ssr, rimarcano i sindacalisti.

Si dovrebbe pensare a concludere i percorsi di stabilizzazione e a procedere a nuove assunzioni, oltre a quelle già programmate, e invece ci troviamo addirittura di fronte ad una mancata conferma dei lavoratori atipici. E non c’è ancora il previsto piano dei fabbisogni del personale. Una situazione che ha dell’inverosimile, prosegue la nota.

Non vogliamo neanche pensare a cosa potrebbe succedere nelle aziende sanitarie e negli ospedali se venissero a mancare duemila unità tra infermieri, tecnici, ostetriche oss, personale amministrativo e di assistenza. Senza contare il dramma di queste famiglie.

Chiediamo un intervento immediato e decisivo del presidente Francesco Rocca per chiudere almeno la proroga dei contratti in scadenza. L’incontro del 28 dicembre prossimo con il direttore generale e il direttore della Sanità della Regione Lazio è l’ultima spiaggia, concludono Cenciarelli, Cosentino e Bernardini. Con un solo risultato possibile. O sarà una debacle catastrofica per tutti.

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